Capitolo 26

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-Piacere di conoscerla... signorina Denise.-
Sento una voce ma non vedo nessuno intorno a me.

-Il quarto demone del pentacolo?- chiedo sapendo già la risposta -perché non vieni fuori?-

-Non me lo farò ripetere due volte... Denise-sama.
Continui a camminare davanti a e venga da me.-

Denise-sama?
Che vorrebbe dire?
Spero che non sia qualcosa di negativo...
E poi vorrei dire qualcosa riguardo al "camminare", ma meglio non forzare troppo.
Devo tenere bene a mente che Ricky mi ha confessato che è molto lunatico, non voglio che la mia vita finisca proprio oggi.
Ricomincio a camminare nonostante il dolore atroce, dopo qualche secondo diventa quasi un movimento automatico, il mio corpo continua a muoversi senza il comando del cervello.
Finalmente, dopo enormi sforzi, riesco a vedere una sagoma nera, una strana sagoma.

Sembra un polpo, vedo vari tentacoli che si muovono senza sosta, ma avvicinandomi sempre di più vedo che sono delle semplici mani attaccate a delle braccia esageratamente lunghe, sono così tante e lunghe che il suo corpo è ricoperto dagli intrecci di questi "tentacoli".
La sua pelle è grigia, ma ci sono alcuni punti dove è marrone, come ad esempio il collo.
I piedi ci sono, ma sono da tutt'altra parte invece di essere nel loro posto: dietro la testa e al contrario, il destro al posto del sinistro e viceversa.
Gli occhi sono nascosti da due pezzi di stoffa bianca cuciti perfettamente sulla pelle, rabbrividisco solo pensando al dolore dell'ago confiscato dentro la pelle e la sensazione dei fili che si muovono lentamente in quello stretto strato di pelle.
La sua lingua è lunghissima, arriva fin sotto il mento, è davvero disgustoso il modo in cui si muove.

Ci sono meno di una decina di metri di distanza tra noi, forse non è di suo gradimento dato che lui inizia a respirare in modo strano.
Credo sia meglio indietreggiare, ma non so se faccio bene, ho paura si sbagliare.

-È un onore conoscerla, Denise-sama.
Ho sempre desiderato vedere il suo splendido viso da quando ha messo piede in questo mondo.-

Rimango sorpresa, al contrario dell'aspetto è molto gentile e con un linguaggio perfettamente liscio e pulito.

-La ringrazio... come si chiama?-

-Aki, ma può chiamarmi come vuole.
Qualsiasi nome che le piace per me andrà più che bene.-

Ho paura, questo qui fa davvero paura anche solo parlando normalmente, sempre se i suoi modi si possono definire normali.
Speriamo che non passi da un estremo all'altro, da tenero cucciolo a cane dell'inferno.
Però d'altra parte... non mi dispiace che faccia così.
Anche se è perché sono umana... mi fa sentire felice, importante e amata.

-Va bene... signor Aki... la ringrazio.-

-Certamente è venuta nella mia dimora per un motivo ben preciso.
Che ne dice di parlare in un luogo più confortevole?-

Un luogo più confortevole?
Non avrei mai pensato che con questo termine intendesse un letto d'insetti all'interno d'un magazzino.
Non vorrei toccare quelle bestie puzzolenti e piene di malattie, ma chi si metterebbe contro un demone anche se è un essere calmo e gentile?
Mi siedo lentamente, nel farlo sento il rumore di qualche insetto spiaccicato, spero non si arrabbi se ne uccido una decina o più.
Ho voglia di vomitare.

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