Capitolo 37

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Pur sforzandomi, continuo a non capire.
Ricky è qui, dentro di me, eppure davanti a me vedo solo quell'angelo stressante.
Alan è davanti a me, però intorno a noi non c'è lo stesso scenario: siamo dentro una prigione.
Il pavimento è alquanto sporco, credo che le mattonelle fossero bianche in passato, invece ora vanno sul giallo schifo o marrone.
Il muro è praticamente distrutto, l'intonaco cade come una pioggerellina sul pavimento.
Dal soffitto cadono delle gocce d'acqua, in alcuni punti cade anche più di qualche goccia.
La porta è di ferro, ma ormai il ferro si è tutto arrugginito.
Quell'ammasso di ruggine ha una piccola finestrella, ma è troppo in alto e non riuscirei ad arrivarci, sono troppo bassa.
La luce qui è davvero debole, non c'è una lampada e c'è solo una finestra, ovvero quella sulla porta.

Ho notato solo ora un piccolo particolare, è alquanto importante e ben visibile ma sono stata così stupida da non notarlo: sono bloccata da una camicia di forza.
Oltre a quella ho dei pantaloncini bianchi, finiscono poco oltre il ginocchio.
Penso che quel paio di pantaloni siano l'unica cosa veramente bianca, ma avranno vita corta qui dentro.

-Mi dispiace per questa situazione scomoda- dice Alan cercando di sembrare triste -ma era necessario, dopotutto il tuo "problema" cercava di ribellarsi. Grazie a questa graziosa camicia non ci disturberà.-
Mi sta dicendo che Ricky non mi potrà salvare questa volta?
Quindi in poche parole... sono in trappola?
Non è possibile... di sicuro è una bugia, una semplice camicia di forza non può bloccare un demone.
-Dove sono?- chiedo semplicemente.
Solo dopo averlo detto mi rendo conto di quanto sono stata stupida a chiederlo.
È ovvio che sono nella mia mente, questo è solo un mio sogno, appena mi sveglierò mi ritroverò sul letto, nella casa di Rihito.
Appena mi sveglierò, farò colazione assieme agli altri e poi farò tante altre cose.
-Come puoi vedere, sei in un manicomio.-
Io pensavo fosse una prigione, ma non ho sbagliato di tanto, in poche parole sono quasi identiche.
Solo che nel manicomio ci vanno le persone ritenute pazze, sbagliate, dimenticate.
-Qui ti trasformerò da "posseduta" a "libera"- continua gesticolando con le mani, è davvero ridicolo -forse ci vorrà un po' di tempo, ma poco a poco riuscirò a farti tornare la splendida ragazza che eri.
Nessun demone che decide al posto tuo, sarai di nuovo tu la padrona di tutto.-
Questo termine non è poi così male, però ha commesso un piccolo errore... al momento nessuno decide al mio posto.
Siccome è un muro, decido di non discutere su queste cose, piuttosto preferisco chiedergli una spiegazione riguardo ad una frase detta l'ultima volta che ci siamo visti.

-Avevi detto che sei il mio angelo custode... che cosa significa?-
So già cosa significa, ma è meglio sentirlo dire da chi ne sa di più in materia.

-Io sono il tuo angelo custode, colui che ti protegge da qualsiasi pericolo.-

-Davvero strano... allora perché non ho mai visto un angelo aiutare un umano?-

-Di solito non si dovrebbe entrare in contatto col proprio protetto, ma non mi sembrava il caso di lasciarti morire per mano di un demone del genere.-
Demone del genere?
Questo termine mi suona strano...
Sarà solo una mia impressione ma credo che mi stia nascondendo molte cose... proprio come Ricky.
-Mi dispiace ma ora devo andare- dice tirando fuori un cellulare, gli angeli sono più moderni di quanto pensassi -ma non preoccuparti, non ti lascerò sola per tanto tempo. Mia sorella si occuperà di te. Purtroppo lei non ha nessun protetto, quindi falla felice, va bene?-
Un angelo senza un protetto?
Non ne sono sicura, ma se è così probabilmente gli angeli superano gli umani per quanto riguarda il numero, o forse quelli che non credono negli angeli non c'è l'hanno, ma anche se escludo quelle persone sono comunque tanti.
Spero di non ritrovarmi tutti gli angeli contro... sarebbe proprio una scocciatura.

Alan si dilegua uscendo dalla porta, solo ora noto che ha fatto cadere un sacco di piume.
Sono un bel po', hanno creato un tappeto soffice, coprendo tutto il pavimento lurido.
Mi sdraio per terra, non sono così tante da formare un letto ma almeno mi fanno sentire comoda.
Hanno anche un buon profumo, quest'odore mi ricorda molto quando, la domenica mattina, andavo in chiesa con mia cugina e giocavo con i miei amici nel campetto lì vicino.
Amavo quelle poche ore passate con loro, ero davvero al settimo cielo quando finiva la messa, ogni volta era sempre una festa con quei ragazzi.
E poi ovviamente c'era anche Nana a farmi sentire felice, se non fosse stato per lei non avrei mai conosciuto quei ragazzi.
Queste piume fanno tornare in me altri ricordi piacevoli, ma da quanto noto sono tutti legati a Nana.
Che Alan abbia lasciato queste piume proprio per farmi ricordare tutto quel che ho passato con lei?
Meglio evitare di avvicinarmi a quelle piume, non so che altro potrebbero farmi fare.
Pulisco la mia area scalciando via le piume, ma adesso mi fa un po' schifo rimanere seduta su questo pavimento.
Cerco di alzarmi, ma è un'impresa più complicata di quanto immaginassi, senza le mani non riesco a fare grandi cose.
Provo anche a comunicare con Ricky, ma non ricevo nessuna risposta, chissà se almeno riesce a sentirmi.
In poche parole non mi resta altro che stare ferma ad aspettare.

Non dovevo aspettare molto, qualche minuto dopo è arrivata una tizia dal look alquanto... aggressivo e stravagante, un abbigliamento che non vedresti mai in giro.
Ha dei pantaloncini bianchi praticamente inesistenti, attaccato ad essi c'è un velo che arriva fino alla caviglia, anche quello bianco.
La canottieta bianca è scollata, mettendo il mostra un enorme seno.
Sopra la canottiera c'è una giacchetta in pelle, aperta ovviamente perché tanto la pelle si fa vedere gratis qui.
Ai piedi porta degli stivali con dei tacchi a spillo estremamente alti, anche quelli bianchi come tutto il resto.
Ha anche dei guanti senza dita e dei blaccialetti di vario tipo.
Apparte il suo abbigliamento da "donna facile", ha un viso che ispira fiducia, peccato che non lo sfrutta per niente vestendosi così.
Ha dei tratti molto delicati, decorati con dei capelli corti e grigi, ma nonostante il colore sono davvero belli.
Proprio come quelli della sua razza, anche lei porta delle ali.

Lei e suo fratello Alan sono praticamente l'opposto, ma c'è una cosa in particolare che mi fa rabbrividire.
È entrata con un carrellino, da dove sono non si vede molto cosa c'è sopra, ma ho già capito cosa vuole fare...

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