Capitolo 45

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Adesso che Rihito crede che nessun essere si è impossessato della mia mente, ha deciso di assumermi come sua assistente.
Ha parlato con Angela e ha trovato il modo perfetto per camuffare il mio volto: una magia di distorsione della realtà.
Questa magia permette a chi è presente (nel momento in cui viene effettuata la magia) di vedere il mio vero aspetto, mentre tutti gli altri vedranno un altro volto, creato secondo l'immaginazione della sua creatrice: Anna.
È una magia che solo lei può effettuare dato che è la responsabile di tutte le pozioni curative, comunemente definite medicine, e le magie curative.
Se un comune mago, medico o anche un medico di media-alta importanza come Rihito osassero effettuare una di queste magie senza i giusti permessi... nin so cosa possa succedere perché ho deciso di non chiedere le conseguenze.
Fatto sta che ora ho, senza poterlo vedere, il viso di un'altra persona.
Ho paura che mi abbia trasformato in un mostro, dopotutto non scorre buon sangue tra noi due.
Gli unici a poter vedere il mio volto sono Anna, Angeline, Finnian, Rihito, Alan e ovviamente anche Ricky e gli altri demoni del pentacolo.

-Angeline e Finnian si occuperanno della mia dimora mentre noi andremo a lavoro.
Sono un ex-giardiniere e una ex-serva, non mi preoccupa affatto lasciare nelle loro mani il mio appartamento.-
È da quando siamo entrati in macchina che Rihito cerca un buon argomento per parlare con me, ma sono cose che a me non interessano affatto.
In quest'ultimo argomento però c'è qualcosa che mi stuzzica...
-Dormiremo lì?- chiedo continuando a fissare il finestrino, non voglio fargli notare che sono interessata a quel che ha detto... perché se inizia non finisce più.
-L'esercito dispone di stanze per tutti i soldati, gli infermieri e tutti quelli che lavorano nella struttura.
Non preoccuparti, chiederò a mio cugino di farti avere una stanza tutta per te, non dovrai dividere la tua camera con nessuno. Ti sta bene?-
Non rispondo, lascio rispondere al mio silenzio.
D'altronde, chi tace acconsente.

Non ho nessuna valigia con me, Rihito mi ha assicurato che mi daranno loro i camici, offrendomi anche il servizio di pulizia della biancheria.
Non sono tanto preoccupata per queste sottigliezze, sono davvero insignificanti in confronto ai problemi che mi sto ponendo ora.
Come farò a entrare in contatto con quel mostro responsabile di tutto questo caos?
Cosa dovrei fare una volta incontrato?
Per il momento mi considero fortunata ad essere entrata, penserò a cosa fare dopo aver visto il luogo in cui mi sposterò.

Abbasso il mio sguardo per vedere il mio cartellino d'identificazione,  contenente le informazioni più false possobili sul mio conto.
Anche se il mio cognome cambia, il mio nome rimane invariato, difatti mi chiamo Denise Dègure.
Sentendo quel che ha detto il creatore del mio cartellino, Alan, è un cognome abbastanza conosciuto e non avrò problemi con esso.
Mi ha detto anche che i controlli son molto ardui da passare, ma mi ha detto anche che consegnando la busta, che mi ha dato lui stesso, tutto andrà perfettamente bene.
La mia foto non c'è, da quanto ne so me la scatteranno appena entrata.

-Un'ultima cosa prima ci calarsi nella parte- dice a pochi minuti dall'obiettivo -la zona è piena di telecamere, persino le camere e anche i bagni. Ti spiegherò più avanti il posto e l'orario in cui potremo parlare di cose importanti.-
Questi significa che non potrò stare tranquilla nella mia camera... e nemmeno in bagno?!
Ma che posto è questo?
Credo proprio che rimpiangerò presto la tranquillità della villa di Ricky...
"Non dirlo a me!
Rivoglio le mie stanze umidicce e nauseabonde..."
I commentini di Ricky sono sempre fastidiosi, ma dopo aver passato quella brutta esperienza mi fa piacere averla di nuovo con me.
"Lo so che ti sono mancata, tesoruccio... ma smettila che così mi metti in imbarazzo."
Ma forse non mi è mancata neanche tanto...

Io e Rihito sorpassiamo i controlli con facilità, Alan non scherzava quando diceva che erano più di una trentina solo all'entrata secondaria.
Posso solo immaginare che cosa ci sia nell'entrata principale...
Appena ho consegnato la busta, non hanno aspettato oltre per farmi passare.
Immaginavo che dentro quel pezzo di carta ci fossero delle invitanti banconote per corrompere guardie, invece erano solo dei documenti che confermano la mia identità, firmati direttamente dalla mano del re in persona.
Pensavo fosse fastidioso avere Alan e Anna in una posizione alquanto rilevante in questa società, ma mi sto ricredendo.
Per quella masochista di Anna ho ancora qualche dubbio, ma ormai credo che Alan sia diventato il mio "grillo parlante".
"Grillo parlante? Ma vuoi scherzare?
Fino a prova contraria ci sono io dentro la tua testa bacata.
Quindi, sempre fino a prova contraria, sono io la tua coscienza."
Vorrei risponderle a tono, ma purtroppo posso solo maledirla mentalmente.

Rihito parcheggia la sua auto e mi invita a scendere dalla macchina.
-Adesso andiamo a parlare con mio cugino, lui saprà darti una sistemazione.-
Mi aveva già detto questa cosa in macchina e da come parla sembra un robot senza emozioni, sta chiaramente recitando.
-L'edificio si divide in due zone- commenta Rihito mentre camminiamo -il quartier generale, riservato solo a poche persone, e il campo d'addestramento, dove ci sono le reclute e tutto il personale. È davvero necessario dirti dove lavorerai?-

-Non me ne intendo di cose militari... ma non ricordo di aver visto un quartier generale e un campo d'addestramento nello stesso luogo...
Io pensavo che...-

-Non rovinare la tua mente per cose così inutili.
È così e basta.-
Potrei dire che fa così perché è annoiato e non ha voglia di parlare, ma è sempre lui che tira fuori le conversazioni più futili, quindi non mi sembra il caso.
Piuttosto sembra che ci sia tensione nelle sue parole, secondo me ha paura si qualcosa.
È così facile capire come si comporta, è come un libro aperto.

-Rihito!- urla una voce maschile.
Una voce decisa, che non lascia uscire nessuna paura e debolezza.
Una voce decisa per una persona con tono autoritario, e che vuole e deve essere rispettata.
Il proprietario di quella voce sosta davanti a noi con una postura composta e senza imperfezioni.

Non sono qui neanche da cinque minuti, e già so che dovrò preparare le mie gambe a correre.

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