Capitolo 13

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Avevo chiesto alla ragazzina di portarmi dal suo padrone e così aveva fatto.

Adesso sono dinnanzi a lui, ho davvero paura.
-Sei entrata nella mia dimora, spero che tu abbia una spiegazione per giustificare questo fatto.- dice il padrone della villa, con quella sua voce fa capire quanto si crede importante, non le sopporto le persone che si credono potenti.

"Sono sicura che vuoi il mio aiuto, ho indovinato?"
Ricky sa bene che non posso risponderle in questo momento, ma sa anche che non posso fare a meno di lei.
Da quando la conosco sono state maggiori le volte in cui mi ha aiutato rispetto alle volte in cui ho fatto le cose da sola.
Ricky mi dice di aspettare qualche secondo e subito dopo ho una strana sensazione: se ne è andata.

-Non ho molto tempo, voglio una spiegazione!- dice il padrone della villa, di male in peggio.

All'improvviso si sentono dei rumori, delle voci credo.
Sono sparse per tutta la stanza e non si riesce a capire da dove provengano, ma credo di sapete chi è il responsabile: un demone.

Ma che ha in mente Ricky?
Se il suo obiettivo è quello di spaventare la gente... beh... non ci riesce granché, il padrone è più irritato che spaventato.

-Non mi piacciono questi trucchetti- dice, poi prende un bastoncino nero e lo agita.

Ma che sta facendo?

Continua ad agitare quel bastoncino, sempre più velocemente.
La sua espressione sta cambiando, non è più tanto sicura come prima, adesso sembra che abbia paura, la cosa mi piace.

-Chi sei tu?- chiede alquanto terrorizzato, adesso non fa più tanto il duro.
Sono fatte così le persone: si credono forti ma quando vedono che la persona davanti a loro è più forte, si comportano come cagnolini di fronte al padrone.

Spero davvero che Ricky capisca cosa voglio fare ora, perché ho intenzione di mettermi in gioco anche io.

Batto le mani due volte, spero che con questo gesto Ricky capisca che deve fermarsi in modo che il padrone della villa capisca che sono io che ho generato quei rumori.
Per fortuna Ricky la smette subito e torna nella mia mente.

-Chi sono io?- dico io in risposta a quel codardo che ho davanti -io sono una cacciatrice di demoni. Comando i demoni per cacciare altri demoni. Tu sei solo un avversario di basso rango, quindi faresti meglio a smettarla di fare il forte.-

Devo ammettere che avere il coltello dalla parte del manico non è poi così male, anzi, è una sensazione meravigliosa.
Mi sento una stupida a dire queste parole, ma è piuttosto divertente, mi sembra di essere in un anime.

-Cosa vuoi da me?-
chiede poi.

Ci penso un attimo, poi rispondo -ho intenzione di prendere in prestito la serva con cui sono arrivata, ho bisogno di una che conosce bene il posto. E voglio anche che tu non faccia parola con nessuno di quel che ho detto oggi. Hai capito?-

L'uomo (sempre se posso definirlo tale) annuisce velocemente, non mi stupirei se si mettesse anche a frignare.

-Potrei farle una richiesta?- chiede la serva, Angeline.
Acconsento di ascoltare la sua richiesta e subito dice -vorrei che venisse con noi anche mio fratello Finnian. So che mi sta già permettendo molto, ma non riesco ad allontanarmi da lui.-

Detto questo, il giardiniere si avvicina a noi: Finnian.

Siamo tutti e tre, quattro con Ricky, fuori dalla proprietà del conte "Bardroy", che ci ha dato delle indicazioni per andare nella capitale.

Sinceramente non capisco il tragitto che voglio fare per arrivare a mia cugina... ma credo che lo capirò più avanti.
Adesso è sera e tutto il gruppo è addormentato, i miei sogni sono alquanto strani...

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