Capitolo 56

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Ho preparato tutto il necessario per il viaggio... praticamente il nulla più assoluto in poche parole.
Di mio in questo posto ci sono solo il mio libro e le pietre per evocare i demoni.
Anche se di quest'ultime non ne capisco l'utilità, ormai i demoni vanno e vengono quando vogliono senza il bisogno di chiamarli.
E poi entrambe le cose sono in mano di Hyoma e non mi permette di toccarle.
Dice che vorrebbe studiarne il contenuto prima di restituirmi il tutto, ma Ricky pensa già che vuole usarli per avere il potere.
Aveva anche pensato ad un modo per rubarlo, ma lui ha sempre con sé il mio zainetto.
La cosa non mi dà molto fastidio, anzi, il bagaglio che devo portare è molto più leggero così.
Anzi, non esiste proprio.

-Quando arriveremo a casa non potremo più parlare, quindi è meglio se ti spiego adesso dove voglio compiere la nostra "riunione di famiglia".-
Quando Hyoma guida ha occhi solo per la strada.
Non mi guarda neanche per assicurarsi che lo stia ascoltando o meno.
-Ci sono telecamere anche lì?- chiedo ingenuamente, ma sotto sotto so già la risposta.
Infatti lui evita di rispondere proprio per la sua ovvietà e continua con la sua spiegazione -c'è un lago non lontano da casa mia.
Quando mio padre non lavora ci concediamo qualche serata in quel luogo dove beviamo birra e altre cose che non ti devono interessare.
È un posto perfetto dato che c'è l'acqua, così avrai tutti i demoni nella loro forma più potente... o almeno credo che funzioni così.
Un demone d'acqua è più forte se si trova vicino all'acqua... vero?
Ah quante lacune che ho ancora su di loro...-
Il suo auto-rimprovero suscita in me un leggero sorriso, è un tipo ambiguo ed è davvero divertente stare con lui, almeno in questi momenti.
-Comunque... non posso dire a mio padre che ti lascio a casa, quindi sarai obbligata a stare con noi.
Quindi l'idea di nasconderti è fuori questione.
In poche parole, a giocare ci saranno solo i tuoi demoni, noi saremo solo degli "spettatori", almeno fino ad un certo punto.
Adesso vorrei sapere... qual'è il piano della tua amichetta scorbutica?-
"Digli pure che non ho intenzione di svelargli il mio piano.
Figuriamoci se collaboro con uno come lui, scordatelo!"
-Ma se non collabori cosa speri di ottenere?- le rispondo a voce alta, sperando che Hyoma mi aiuti in qualche modo, anche se dubito che qualsiasi cosa che dirà convincerà Ricky.
"Non voglio che qualcuno rovini il mio splendido piano.
Ho impiegato giorni a pensarci e non voglio cambiare nulla."
-E a me non lo dici? Prometto che non glielo dirò.-
"È inutile che menti, idiota!
Se te lo sei dimenticata sono nella tua testa, so perfettamente a cosa stai pensando."
Il suo caratteraccio non lo sopporto proprio, è sempre convinta di fare la cosa giusta e non capisce che facendo così sta solo peggiorando la mia situazione, dato che Hyoma potrebbe anche rifiutarsi di aiutarmi.
Uno di questi giorni gliela faccio pagare cara...
"Guarda che ti sento."
-Proprio quel che speravo- dico con aria di sfida.
-Lascia perdere, Denise- dice Hyoma dopo aver buttato fuori un grosso sospiro, anche lui non ne può più -in questi giorni ho colto un mucchio di informazioni sui demoni e su come ragionano. Se non ho sbagliato nulla sulle loro personalità e doti, forse so cos'hanno intenzione di fare.-
"Uh... sono proprio curiosa di sapere che cos'ha capito..."
Riferisco a Hyoma ciò che mi ha detto Ricky e lui risponde con una grossa risata -col cavolo che glielo dico. Vedrà alla fine se la mia teoria è giusta.-
-E a me non lo dici? Mi sento quella idiota... sono l'unica che non sa niente e che non si è ancora fatta una sua teoria personale.-
-Chi lo sa... forse te lo dirò...-
Questa conversazione sembra solo tra Ricky e Hyoma mentre io sono un semplice mezzo per poter parlare.
Mi sento esclusa e non è affatto bello.

Appena arrivati all'enorme reggia dei Cruz mi scappa una leggera esclamazione carica di stupore  -wow! Siete solo in due a vivere qui?
Io vivo assieme a tutta la mia famiglia, con nonni, zii e viviamo in una casetta a tre piani.
Tu invece... non ho parole...-
Hyoma scende dalla macchina e guarda la sua casa con una tale normalità da farmi sentire fuori luogo -siamo circa una settantina a vivere lì dentro se conti anche i servitori. Mio padre non ama avere tanta gente per casa...-

-Settanta? Per me è tantissimo... insomma questa casa è enorme ma mi sembrano un po' troppi settanta servitori...-

-Se vuoi stupirti ancora, immagina che al grande palazzo reale sono più di cinquecento, contando anche le guardie ovviamente.
Quel castello è una mini città in poche parole... al re non piace l'idea di piccolo.-

Aiuto Hyoma a portare i suoi bagagli in casa e dei servitori ci accolgono con grande eleganza.
Una cameriera si azzarda a chiedere ad una sua collega chi io sia, ma nessuno sa risponderle.
Un uomo, probabilmente il maggiordomo che coordina il lavoro, si azzarda a chiedere spiegazioni al "signorino Hyoma".
-Lei è Denise ed è il mio animaletto domestico.
Preparatele una stanza e fate in modo che si senta a suo agio.-
Forse dovrei dirgli di cambiare nomignolo, perché "animaletto domestico" mi manda in bestia in tempo zero.
Vengo gentilmente accompagnata verso le stanze del personale, lo stile mi ricorda tanto quello dell'esercito, solo che ci sono valigie e vestiti sparsi per tutta la camera.
Ottima notizia: non dormirò da sola.
Sto quasi per piangere... di gioia ovviamente... certo.
La donna che mi ha accompagnata nota che non ho nessun bagaglio, per cui dice -le porterò subito un completo da cameriera. Né il signorino né suo padre sopportano che il personale lavori con dei completi da lavoro nei campi.-
"Che noia... io me ne vado.
Tornerò dopo aver digerito quattro o cinque cadaveri."
Dopo essere stata portata in caserma, venire insultata da una cameriera carina come un fiore colmo d'insetti ed essermi trasformata nella versione moderna di cenerentola vado in cerca di Hyoma.
Ovviamente devo aspettarlo nella "stanza dei giochi", perché la sua camera è troppo preziosa per venire contaminata da un'umana schiavetta.
So già che le cose non andranno per niente bene tra me e lui.
Infatti quando lo vedo la sua reazione mi manda su tutte le furie.

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