Prologo

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-Sei una stupida! Non me ne fotte niente di quanto tu possa amarlo. È la mia bicicletta!-

-Michael... io... scusa...-

-Scusa niente, Anita! Dimmi dove cazzo è la mia bicicletta!-

Michael le urlò addosso, cercando di avere una risposta.

Un rombo di motori lo interruppe dietro le loro spalle. Il ragazzo alzò lo sguardo.
Erano tornati.

-Anita, scappa.- ordinò Michael.

Ma Anita, come sempre fece di testa sua.

Scosse la testa e lui sentì i motorini avvicinarsi. Li accerchiarono.

Anita raccolse un sasso a terra, lo scagliò contro un motorino, mancandolo.

-Scappa ti ho detto-

Michael la guardò scuotere la testa di nuovo e si mise davanti a lei, come a proteggerla.

I ragazzi scesero dai motorini.
Michael li osservò, li conosceva bene. Ci era cresciuto insieme, era uno di loro.
Ma restò al fianco di Anita.

Guardò i loro vestiti e si chiese come diamine potessero fare ad essere cresciuti nello stesso posto.

Aveva una maglietta bianca, un maglioncino rosa e dei pantaloni blu elettrico, che insieme al vestitino giallo di Anita facevano una arcobaleno spettacolare in mezzo al nero dei motorini, delle giacche di pelle e del sottopasso in cui si erano infilati.

Ma non era il caso di godersi lo spettacolo.

-Sei una bella ragazza- sussurrò Jonathan avvicinandosi a Anita.

Michael si mise in mezzo.

-Lasciala stare- sputò.

-Perché, è per caso la tua ragazza?-

Jonatham afferrò il polso di Anita.

-Lasciami!- urlò lei divincolandosi.

-Di già, non ci siamo neanche messi insieme- rise il ragazzo.

Gli altri risero.

-Ti ha detto di lasciarla- si intromise Michael, colpendo il braccio di Jonathan.

Non servì a molto.

-Pensavo che fossi un frocio, Michael-

Michael sentì una furia improvvisa salirgli su per lo stomaco, diffondendosi lungo tutto il corpo e arrivando alle nocche delle mani.

-E quindi?- disse a denti stretti.

-E quindi i froci non violentano le ragazzine... o sì?-

Michael diventò rosso. Strinse i pugni e si ripromise di non reagire. Di stare calmo.

-Dimmi, quanto ti ha fatto soffrire stanotte?- lo canzonò, avvicinandosi alla guancia della ragazza.

Anita indietreggiò tremando e Michael si mise in mezzo tra i due.

-Ti ho già detto di lasciarla stare- ringhiò.

-Oh, allora è una cosa seria...-

Michael non riusciva a sopportare quelle parole e quel sorriso beffardo un secondo di più.

Il pugno partì senza che lui se ne accorgesse. Mirò dritta la mascella di Jonathan, facendogli lasciare per un solo istante il braccio della ragazza.

-Credo di avertelo detto già due volte, non voglio ripetertelo una tera- le disse, in preda alla rabbia più totale.

Anita non aveva scelta, prese a correre il più veloce possibile verso lo sbocco del sottopasso dove respirò finalmente aria. Pulita.

Ma Michael era rimasto solo.

-Lasciatela andare- aveva ordinato Riccardo guardando la ragazzina scappare.

Jonathan si massaggiava la mascella con due occhi di fuoco.

Il pugno era stata una risposta sbagliata e Michael meritava una punizione.

-Tu abiti qui, dovresti sapere che certe cose non vanno fatte- gli ringhiò.

-Fottiti-

Risposta sbagliata. La punizione peggiorava.

Michael si guardò intorno, aveva paura e non lo negava. Ma non doveva dimostrarlo, o sarebbe andata peggio.

Jonathan gli si avvicinò afferrandogli i capelli.

Si attaccò al suo viso e gli sputò in faccia.

-Hai paura, vero?-

-No-

-Allora se non ti faccio paura c'é una sola spiegazione. Non provi sentimenti per me? Amore? Dai, possiamo scopare se vuoi, non discrimino nessuno, io-

Quelle parole erano delle lame che stavano tagliando tutte le parti di ragione che restavano dentro il corpo di Michael.

-O forse il tuo amore è per qualcuno che ti ha rifiutato-

L'ultimo pezzo del cuore del ragazzo si ridusse in brandelli e strinse i pugni.

Tirò su il ginocchio e colpì con violenza Jonathan in mezzo alle gambe, divincolandosi e scattando in una corsa forsennata verso la luce.

Gli altri ragazzi gli corsero dietro. Non meritava di essere lasciato andare. In breve tempo sentì due mani spingerlo a terra.

Cercò di tirarsi in piedi ma un calcio gli arrivò dritto in pancia. Qualcuno gliene tirò uno sulla schiena, qualcun altro gli sputò addosso.

Sentì la suola di un anfibio appoggiarsi sulla sua guancia e chiuse gli occhi.

Jonathan la strofinò bene, come se Michael fosse uno zerbino.

Cercò di reagire, ma sentiva la testa girare. Vedeva il mondo girare.

Sentì delle nocche ruvide colpirgli la mascella. In una vendetta più crudele al pugno che aveva dato lui poco prima.

-La prossima volta porterai rispetto, frocio di merda- parlò Jonathan a due centimetri dalla sua faccia.
Si alzò e gli altri lo seguirono, raggiungendo di nuovo i motorini.

Michael rimase disteso a terra.
Sentì dei rombi, della puzza di benzina, forse tossì anche un po'.

Poi vide il cielo completamente bianco.

Vide una bicicletta.
Il nero. Il buio.
Il mondo che gira.
Si sentì sollevare.
Il buio.
Una maglietta bianca.
Il buio.
Due occhi verdi.
E il buio.

Tutto. Tremendamente. Nero.


*me*

Giuro che questa storia arriverà alla fine.

(perché credo si sia capito che ho dei seri problemi con le fanfiction)

Quindi, niente, spero vi piaccia e basta... :)

Over My Sky | Mikandy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora