Capitolo 1

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Quando si sveglió sentì il vento accarezzagli la faccia e si trovò seduto sulla canna di una bicicletta, tra le braccia di un ragazzo. In perfetto equilibrio.

Sussultò per la strana situazione e il padrone della bicicletta frenò davanti a una fontanella.

-Ehi- lo salutò sorridendogli.

-Chi sei?- chiese Michael.

Se avesse fatto come sempre sarebbe già scappato, con gli occhi spalancati dalla paura. Di nuovo.
Ma qualcosa lo trattenne.

Il ragazzo non rispose, aiutandolo a sedersi su una panchina.
Si avvicinò alla fontanella e riempì una bottiglietta che aveva appena tirato fuori dal suo zaino.

Bagnó un fazzoletto e glielo passò sulla guancia rossa.
Aveva un taglio sulla guancia.
Non era una cosa da niente.

Michael sussultò.

-Brucia?- chiese il ragazzo.

-No-

Bruciava da morire.

-Vuoi che ti accompagno a casa tua?-

Casa era l'ultimo posto in cui voleva andare in quel momento.

-No- rispose Michael, prendendo tra le mani il fazzoletto, infastidito per un secondo salle premurose attenzioni di quel ragazzi.

-Vuoi un po' d'acqua?- chiese il biondo, agitando la bottiglietta.

-Sì- gli rispose e si accorse solo in quel momento di avere una sete tremenda.

Il ragazzo sorrise, soddisfatto di essere riuscito a strappargli almeno una risposta affermativa.

Gli avvicinò la bottiglietta alle labbra.
Michael tirò un sorso, piccolissimo.
E poi un altro, un po' più lungo.

Si tolse il fazzoletto bagnato dalla guancia, ma il vento faceva bruciare ancora di più la ferita.
Se lo rimise, soffocando un lamento di dolore.

-Come ti chiami?- chiese poi al ragazzo.

-Andreas- rispose.

-Grazie, Andreas-

E incurvò le labbra in quello che sembrava tutto tranne un sorriso. Ma lo era. Ed era sincero.

-Cosa ci facevi là sotto?- domandò Andreas e il piccolo sorriso sulla bocca di Michael scomparve.

-Non sono affari tuoi.-

Andreas accettò quella risposta e gli prese il fazzoletto.

-D'accordo, ognuno ha i suoi segreti-

Michael non si aspettava quella risposta. A dire il vero non si aspettava nemmeno di incontrare quel ragazzo.
Ma ne fu felice.

-E adesso andiamo a riprenderci la tua bicicletta- ordinò Andreas mimando una via di mezzo tra un generale russo e uno dei sette nani.

Michael rise e si alzò dalla panchina, ancora con la pancia e la schiena doloranti.
Ma si accorse che il dolore peggiore era passato. Dentro stava bene.

E si accorse anche di qualcos'altro.

-Non ti ho mai detto di avere una bicicletta-

-Me l'hanno detto quei riccioli spettinati- spiegò Andreas.

-Ah-

Michael cercò si sistemarsi i capelli, ma niente, era impossibile.

-Riesci a stare sul portapacchi?- chiese Andreas, guardando le ferite e le gambe lunghe del ricciolo.

Over My Sky | Mikandy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora