Capitolo 7

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Un ragazzo entrò nell'ampio androne soleggiato della ciclofficina, trascinandosi dietro una bici da corsa gialla con una targhetta blu, su cui era scritto un 46 a caratteri cubitali.

-Ehi- salutò tutti quanti.

Michael stava aiutando Andreas a riparare la solita Graziella che era davvero messa molto male, mentre Rico andò incontro al nuovo arrivato, con un pennello in mano.

-Ehi, Marc, la mia targhetta è ancora intatta, vedo- lo salutò.

Il ragazzo lo fulminò, come se avesse appena detto la cosa più sbagliata del mondo.

-Ho detto qualcosa di sbagliato?- chiese Rico.

-L'hai chiamato Marc- indovinò Andreas, intromettendosi nella conversazione.

Michael gli volse uno sguardo interrogativo e Andy scosse la testa come per dire "lascia stare"

-Cosa c'è di male?- chiese il pittore.

I suoi soprannomi facevano schifo al mondo intero.
Ecco cosa c'era di male.

-C'è che il tuo Marc del cavolo ha fatto perdere il mondiale a Vale.- gli spiegò Marco per l'ennesima volta.

Rico scosse la testa, rifiutando l'idea di capire quel discorso che non aveva mai capito e che non voleva capire.

-E c'è anche che devi smetterla di cercare di imitare Valentino con la tua bicicletta. Prima o poi ci finisci secco pure te- li interruppe Flavio, indicando il telaio del ragazzo.

La canna era completamente rigata, la ruota davanti era piegata in linea netta e i raggi ormai formavano angoli da novanta gradi che facevano pensare a uno schianto frontale abbastanza forte.

-Valentino?- chiese Michael.

-Non sai chi è Valentino Rossi?- si stupì il ragazzo.

-No che non lo sa, è straniero- lo difese Andreas.

-Ma cosa c'entra? Lo conosce tutto il mondo...-

-Se mi dici chi è lo saprò anche io- replicò Michael.

Il ragazzo sbuffò.

-È una leggenda. Trascina le curve a una velocità pazzesca, si piega in orizzontale fino quasi a baciare la terra. Sorride sempre, anche quando perde. E anche quando gli altri piloti commettono qualche infrazione a suo sfavore. Lui sorride. E poi con la pioggia, non lo batte nessuno-

Marco parlava gesticolando per far capire quanto il suo idolo fosse veramente un eroe e a Michael scappò un sorriso.

-È un pilota di moto col numero che hai su quella targhetta?- indovinò, leggendo il 46 giallo.

-Nove mondiali vinti e più di duecento vittorie. Stava per fare il decimo, ma quel coglione gli ha scippato la vittoria, ormai.- spiegò Marco.

-Chi è il coglione?- chiese Michael.

-Marc Marquez, il guardiaspalla di Jorge Lorenzo- recitarono in coro Rico e Andreas.

E risero.

-Non c'è niente da ridere, se potessi lo ammazzerei- commentò Marco.

Michael aprì la bocca per fare un'altra domanda, ma un'occhiata di Andy gli fece capire che no. Era meglio di no.

-E invece ti sei ammazzato tu- gli fece notare Flavio, indicando la bicicletta.

-E l'autobus che ha frenato, io mi stavo esercitando a fare la ginocchiata in curva che ha fatto mangiare la terra a quel bastardo- spiegò Marco.

-Ti sei schiantato contro un autobus?- chiese Michael, stupito.

Over My Sky | Mikandy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora