C'erano giorni in cui si preferiva stare soli.
Ci si arrabbiava con il mondo intero e si passavano le giornate a pensare.Ci si allacciava la camicia e ci si scordava del cielo.
Flavio se ne era scordato.
Camminava a testa bassa, verso la ciclofficina.
Con un piede dopo l'altro e gli occhi fissi sulle scarpe.Aveva passato quasi cinque ore in commissariato, a denunciare quello che era successo.
-Abbiamo circa venti casi come questo, ogni mese- gli avevano spiegato -non possiamo indagare su tutti-
Flavio aveva sospirato.
Sapeva chi erano quei ragazzi.
Aveva nomi, cognomi e ricordava perfettamente la loro faccia.
Ma non aveva le prove.Dopo trecento minuti in quel posto velenoso, aveva deciso di rinunciarci e tornare nel suo negozio, se lo poteva ancora chiamare così.
Più che altro perché erano quasi le due e aveva bisogno di mettere qualcosa sotto i denti.
Decise di passare prima a prendere qualcosa al volo dal fornaio.
E poi tornò verso quella che aveva sempre definito casa.Sentì delle risate.
Alzò lo sguardo e si accorse di essere arrivato. Si guardò intorno lentamente.Guardò tutto. E si accorse di non poter fare a meno di sorridere.
-Voi... avete già sistemato tutto.- disse.
Mika e Andy si girarono a guardarlo.
-Quasi tutto- specificò Andy, guardando una catasta di manubri all'angolo della ciclofficina.
Il nero sui telai e sulle ruote si poteva ridipingere. Ma sul manubrio no. Era impossibile.
Quindi quella catasta era da buttare via, completamente.Flavio si avvicinò al mucchio che Andy gli aveva indicato.
I manubri indicavano la direzione, guidavano quelle trame invisibili del destino che erano le ruote.
E obbedivano sempre ai comandi delle tue mani.
Tolse gli occhi da quel mucchio e guardò i sorrisi dei due ragazzi.
Erano dei bei sorrisi, quelli di chi non voleva distruggere niente.
Al contrario, volevano aggiustare tante cose.-E così siamo passati dal bianco al giallo, e ora all'azzurro...- cercò di risollevarsi il morale il signore.
-È celeste- puntualizzò Andy.
Mika si avvicinò a lui.
-Flavio...- iniziò.
Lo guardò negli occhi, per la prima volta per più di qualche secondo.
Flavio distoglieva sempre lo sguardo, di solito, come se dovesse sempre muoversi, perfino con gli occhi.-Scusa.- finì Michael.
Il sorriso sulla bocca di Flavio scomparve.
Gli occhi sostennero lo sguardo e capirono tutto.
-Non vi permetterò di pensare nulla di tutto quello che avete nella testa in questo momento- rispose serio.
-Ma...- intervenì Andy.
-Niente ma. Vi vedo a voi due. Vedo come vi guardate. Anche io guardavo Betta così, cari miei.
E mi avete insegnato una sola cosa voi due. Mai vergognarsi di guardare così qualcuno. Mai.
Non ho cancellato quella scritta quando sono arrivato perché volevo farvela leggere. E farvi arrivare a questo.
Avete appena sistemato tutto insieme, e cancellato tutto. E guardatevi, state sorridendo.
Niente scuse. Non dovete pensarci nemmeno alle scuse.
Ma dico, che diavolo vi salta in testa?
Quindi, voi due, datevi un bacio adesso. Qui. Altrimenti vi licenzio tutti e due. E sapete che posso farlo.- li minacciò.
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Over My Sky | Mikandy
Fanfiction-Chiedimelo- disse Andy -Dammi un bacio- lo implorò Mika Andreas sprofondò in quel bacio. Precipitarono insieme, come in una discesa troppo pericolosa che però non faceva paura. Era bella, bellissima. E nessuno dei due aveva i freni in mano.