Capitolo 42

506 42 16
                                    

Il mattino dopo Andy si svegliò con enorme difficoltà.
E si sentì subito di cattivo umore.
Stava odiando tutto.
Il suono della sveglia, la voce di sua madre, il caldo, la colazione.

Persino il pensiero di Mika che lo implorava di dormire insieme non riusciva a farlo sorridere del tutto.

Mancava qualcosa in quella mattina.
E quel qualcosa era proprio un ragazzo ricciolino che gli aveva tirato i sassi alla finestra la sera prima, solo per vederlo.

-Andreas, preferisci il ciambellone o la crostata?- chiese una voce lontana mille miglia.

Andy la guardò.
Avrebbe preferito che sua madre sparisse.
O almeno che non gli facesse domande alle otto del mattino.

Ma era una di quelle giornate in cui sua madre si era svegliata di buon umore, al contrario suo.
Valeva la pena approfittarne.

-Il ciambellone- rispose secco.

In realtà non voleva né il ciambellone, né la crostata.
Voleva solo vedere Mika.
E chiedergli se quella sera sarebbe potuto restare a casa sua.

La madre gli appoggiò il piatto sul tavolo sorridendo.
Andy non la ringraziò, iniziò a mangiare il suo dolce, completamente di malavoglia, bevette un sorso di latte e si alzò dal tavolo.

Aprì la porta di casa alle otto e mezza.
Era in anticipo di venti minuti, e se gli fosse andata bene, Mika si era appena alzato.

-Dove vai?- lo bloccò la madre.

-Al lavoro.-

-Ma è presto.-

-No-

-Perché?-

-Perché sì-

E si chiuse la porta alle spalle.
Con sua madre la situazione stava diventando insostenibile.
Ogni parola che le rivolgeva era tagliata con la lama di un coltello e la donna sentiva il suo cuore tagliarsi ogni volta che Andy apriva bocca.

Recuperò la bicicletta e iniziò a pedalare.
Aveva venti minuti per andare in qualunque posto avesse voluto andare.
Ma si accorse che in realtà l'unico posto in cui aveva voglia di stare era tra le braccia di Mika.

Spinse sui pedali, invitando la sua bicicletta ad accelerare, mentre la mattina di agosto gli buttava in faccia la sua afa.

Fece il giro lungo, pedalando piano e cercando di metterci più tempo possibile.

Arrivò sotto casa di Mika con dieci minuti di anticipo.
Ma per uno come Michael, qualsiasi orario sarebbe stato comunque presto.

Andy suonò il campanello, ancora sulla sua bicicletta.

-Chi è?- chiese qualcuno al citofono, e Andy non riuscì a distinguere a chi appartenesse quella voce.

-Sono Andreas-

-Oh, Michael si è appena svegliato-

Andy sorrise, per la prima volta quel giorno.

-Non si preoccupi, lo aspetto-

-Vuoi salire?-

-No, grazie-

-Sicuro?-

-No-

Una pausa.

-Ha detto che farà il prima possibile-

-Va bene-

Anche parlare con uno stupido apparecchio a pulsanti lo stava rendendo nervoso.

Non sapeva perché, ma si sentiva ansioso, come se stesse per succedere qualcosa di strano.
O come se non avesse fatto qualcosa che avrebbe dovuto fare.

Over My Sky | Mikandy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora