Capitolo 4

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Andreas stava aggiustando una vecchia Graziella scassata quando vide una sagoma riccioluta stagliarsi all'ingresso della ciclofficina.

-Buon pomeriggio- esordì alzandosi e andando verso il nuovo arrivato.

Michael scese dalla sua bicicletta e gli andò incontro.

-Ti ho portato la camera d'aria- disse ad Andreas, porgendogli un nuovo verme nero, questa volta pulito.

-Grazie- gli disse il biondo prendendola in mano.

Per un solo secondo le loro dita si sfiorarono e Andreas perse un battito, Michael un altro respiro.

Incrociarono i loro sguardi per un secondo, ma li distolsero subito.

-Uh, quanta ruggine...- commentò un ragazzo, interrompendo quel momento.

Michael lo guardò, aveva i capelli sparati in aria, come ad incendiare la sua testa e una maglietta disegnata a mano addosso.

Il ragazzo si avvicinò alla sua bicicletta e iniziò a studiarla con attenzione, cosa che a Michael diede molto fastidio.

-Andy, guarda qui, grattiamo un po' e questo gioiello sarà ancora più splendente- commentò il ragazzo.

-Andy?- chiese Michael, chiedendo spiegazioni a quello che pensava si chiamasse Andreas.

-Lascia stare, qui dentro sembra che nessuno sappia come mi chiamo davvero- disse Andreas, rimproverando l'amico con lo sguardo.

-Credevo ti piacesse...- lo prese in giro il nuovo ragazzo.

Andreas gli aveva detto almeno duecento volte che odiava quel soprannome. Ed era per quello che il ragazzo non smetteva di chiamarlo così.

-Comunque piacere di conoscerti, Giorgio, ma qui hanno deciso di chiamarmi Rico, perché sono un artista- si presentò a Michael, porgendogli una mano che una volta era bianca... una volta.

Michael gliela strinse senza disgusto, dicendo il suo nome.

-Cosa c'entra Rico con gli artisti non l'ho ancora capito neanche io- disse Andreas, leggendo i suoi pensieri.

-Te l'ho già raccontato un sacco di volte, allora, devi sapere che c'è un pittore che si chiama Giorgio De Chirico, capisci? Chi-Rico, quindi Rico.- spiegò il ragazzo ad entrambi.

Era buffo e simpatico allo stesso tempo e a Michael scappò un sorriso.

-Allora, questa signora ha bisogno di un'innovazione, ci facciamo proprio un bel lavoretto- disse poi, accarezzando la bicicletta di Michael.

-La mia bicicletta non ha proprio niente che non va!- scattò il ragazzo, facendo spaventare il così definito... artista.

Andreas rise e scosse la testa, tornando al suo lavoro.

-Solo una grattatina, è una bella bicicletta, tutta questa ruggine è un peccato... intanto io vado a pensare un soprannome anche per te.- commentò Rico, ricomponendosi.

Colpito e affondato.
Con quel complimento il pittore si conquistó la fiducia del ragazzo e gli porse un pezzo di carta vetrata.

-Forza, inizia a grattare- lo esortò.

Michael prese in mano la carta, fissò il cavalletto e si accovacciò di fianco alla canna della sua bicicletta.

-Aspetta, mettiti addosso questa, i tuoi vestiti non mi sembrano molto adatti a grattare via la ruggine...- lo interruppe Andreas porgendogli una tuta blu.

Michael guardò i suoi pantaloni verdi e la giacchetta rossa e pensò che sì, Andreas aveva ragione.

Prese la tuta dalle mani del ragazzo e incrociò per l'ennesima volta i suoi occhi.
Sembrava ci fosse qualcosa di infinito e inspiegabile in quello sguardo.

Over My Sky | Mikandy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora