Capitolo 3

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Michael svoltò l'angolo con lo sguardo triste di un bambino al quale avevano appena rotto il suo giocattolo preferito.

-Michael, è successo qualcosa?- chiese Anita che era arrivata proprio in quel momento.

Avevano deciso di lasciarsi alle spalle la faccenda di qualche giorno prima, di tornare alla normalità e soprattutto, lei aveva promesso che avrebbe smesso di inseguire il ragazzo che le piaceva con la bicicletta di Michael.

-Ho bucato- la informò Michael.

-Oh- commentò la ragazza.

Non capiva, non poteva capire.
Chi non pedala non capisce. Mai.

Suonò ad entrambi il cellulare, ma solo Anita lo tirò fuori.

-Il Simo ci raggiunge tra poco, dice che è in ritardo- lesse.

Michael non la ascoltò, considerando le proprie scarpe più interessanti delle parole dell'amica.

-Ehi, non fare quella faccia, andiamo da un ciclista e ci facciamo riparare la ruota- cercò di consolarlo lei.

Davvero non riusciva a capire cosa ci fosse di così tragico in un buco in una stupida gomma.

-Si chiama camera d'aria e poi... vedi una ciclofficina in questa stupida città?- le rispose Michael aprendo le braccia, esasperato.

Anita si guardò intorno e in effetti era vero, non conoscevano nessuna ciclofficina.

-Dai, troverai una soluzione, vuoi che ti accompagno a riportarla a casa?- chiese la ragazza.

No. Non voleva. Non voleva che loro tornassero in quella zona e che vedessero il posto in cui abitava.

-No- disse.

Anita lo guardò stupita.

-Non puoi andare in giro con una ruota bucata, si sfascia anche qualcos'altro di cui non ricordo il nome, o sbaglio?-

-Non sbagli-

-E quindi?- chiese Anita confusa.

Michael cercò di trovare velocemente una soluzione tra i suoi pensieri, ma invece che trovarla nel suo cervello, se la vide sfrecciare davanti.

Una bicicletta azzurra frenò davanti a loro.

-Hai bucato?- chiese quando fu davanti a loro.

-E tu chi sei?- chiese Anita.

-Andreas, piacere di conoscerti- si presentò il ragazzo, porgendole la mano senza scendere dalla bicicletta.

Anita gliela strinse, diffidente.

Poi tornò con lo sguardo sul ricciolo.

-Posso aiutarti?- gli chiese.

Michael non fu infastidito dalla sua proposta di aiuto, al contrario.
Avrebbe voluto dire ad Andreas che l'aveva già aiutato abbastanza, ma dalle sue labbra uscì solamente un -Sì-

-Vi conoscete?- chiese Anita.

No. O forse sì. Sapere il suo nome non era conoscerlo. Eppure sembrava che sapesse così tanto di quello che c'era dietro quagli occhi verdi.

-Sì- rispose Andreas.

E Michael decise che quella era la risposta giusta.

-Sì- ripeté.

-Ah... ok- si accontentò Anita, rassegnandosi al fatto che non avrebbe più fatto facilmente parte di quella conversazione.

-Allora, sai come ripararla?- chiese Andreas.

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