Capitolo 48

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Scusate, l'avevo scritto nel capitolo precedente ma il cellulare è cretino e non salva le cose.
Ero agli scout e non si può usare il cellulare, l'avevo portato comunque perché comunque da caposquadriglia in teoria potrei.
Ma era il mio ultimo campo estivo e volevo godermelo, quindi l'ho davvero tenuto spento tutto il tempo.
Quindi scusatemi per l'assenza, mi dispiace.

.
Nove e trenta.
Mika era seduto sul divano da più di mezz'ora ad aspettare che Andy suonasse il suo campanello.
Ma non era ancora arrivato nessuno.

Lo aveva chiamato, gli aveva scritto, ma il cellulare era spento.

-Michael- lo chiamò suo padre dalla cucina.

-Cosa vuoi?- rispose lui.

Non voleva rispondergli male. Ma era nervoso.
Andy non era mai arrivato così in ritardo e il cellulare spento aumentava solo la sua preoccupazione.

-Lo sai che dovevi essere al lavoro mezz'ora fa, vero?- gli ricordò il papà.

-Sai cosa mi importa.-

-Andreas non doveva passare a prenderti?-

Mika sentì lo stomaco attorcigliarsi.

-Sì- ammise.

-È in ritardo?-

-Spero-

-Perché non vai da solo e vedi se magari è successo qualcosa?-

-Ma secondo te non ci ho pensato?-

-E perché non lo fai?-

-Perché voglio lui.-

Mika si accorse di quanto i suoi ragionamenti fossero privi di logica.
Il padre lo raggiunse sul divano.

-Stando qui non saprai, né risolverai nulla- gli disse.

-Lo so-

-L'hai chiamato?-

-Venti volte. Ha il cellulare spento-

Mika si alzò.
Quella conversazione lo stava innervosendo e suo padre stava continuando a dire cose più che ovvie.

-Magari ti sta aspettando in ciclofficina-

-Perché non dovrebbe essere passato?-

-Non lo so, ma se stai qui non lo scoprirai mai-

-Va bene, ho capito, vado.-

Il padre gli sorrise e lo accompagnò in camera a recuperare la sua bicicletta.

-Vedrai che è tutto a posto- gli mise una mano sulla spalla.

Mika voleva sperare che fosse veramente così.
Scese le scale e con il fiato spezzato raggiunse la ciclofficina.

Entrò lentamente, con la paura di quello che avrebbe trovato una volta dentro.

Trovò Flavio e Rico che stavano lavorando su una bicicletta.

Andy non c'era.

-Sei fin troppo in ritardo- lo rimproverò Flavio.

Mika non rispose, con gli occhi sbarrati dal panico.

-Dov'è Andreas?- chiese il signore, leggendogli nel pensiero.

Mika abbassò lo sguardo.
Avrebbe dato la vita per avere una risposta a quella domanda.

-Non lo so-

-Cosa vuoi dire, venite sempre insieme!- si intromise Rico.

Mika alzò gli occhi al cielo.

-Lo so che veniamo sempre insieme. Lo stavo aspettando e non è passato.- spiegò.

Over My Sky | Mikandy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora