Capitolo 36

558 41 6
                                    

Andy avrebbe voluto esultare.
Sentire quel nome gli aveva dato la certezza di non essersi mai sbagliato,  ma la faccia di Mika gli fece cambiare idea.

Il ricciolo aveva abbassato lo sguardo e sembrava essere soltanto confuso.

-Non è vero.- pronunciarono le sue labbra.

Jonathan lo guardò e per un secondo avrebbe voluto dirgli che sì, non era vero nulla.
Ma era giusto che lui lo sapesse.
E per una volta voleva fare la cosa giusta.

-Io... mi dispiace.- disse.
E gli dispiaceva per davvero.
Per tutto. Dalla prima parola che gli aveva rivolto, al nome che aveva detto poco prima.

Era riuscito a chiedere scusa.
A modo suo.

Flavio si avvicinò alle biciclette.
E ne tirò fuori una.
Era il catorcio più malmesso che esistesse.

La mise davanti a Jonathan e lui sorrise. Era una vita che non sorrideva.
E si chiese come avesse fatto a dimenticare di fare una cosa così importante.

Mika non lo guardò neanche.

Aveva gli occhi fissi al pavimento che si inumidivano gradualmente.
Andy se ne accorse e lo circondò in un abbraccio.

Faceva caldo, ma non importava a nessuno.

Mika ci si rifugiò dentro.
Il biondo che lo stava abbracciando aveva ragione. Ce l'aveva sempre avuta, dalla prima volta in cui si erano visti.
In ogni singola cosa.

Sciolse l'abbraccio e si girò verso Jonathan, che osservava il suo catorcio con ammirazione.

-Da quanto tempo?- chiese.

Jonathan si girò.

-Da quanto tempo cosa?-

-Da quanto tempo lui sta con voi?-

-Io non sto con loro.- affermò il ragazzo.

Mika incrociò le braccia.

-Sta con loro da quando Andreas è tornato qui.- lo corresse Jonathan.

Quindi Simone sapeva chi era Andy dal primo secondo in cui loro due si erano incontrati.
Ma Andy non sapeva niente di Simone.

Prese la bicicletta, guardò Flavio girato di spalle e decise di non chiedere nulla.

-Mika, aspetta!- lo rincorse Andreas, mentre il ricciolo usciva dalla ciclofficina.

Prese di corsa anche la propria bicicletta e si lanciò all'inseguimento.

Ma Mika andava veloce. Troppo veloce.

.

Un pullman frenò di colpo e tutti i passeggeri dovettero tenersi forte per non cadere.

Qualcuno finì addosso agli altri.
Qualcun altro imprecò silenziosamente, appartandosi nelle sue cuffiette.
Qualcun altro ancora maledisse l'autista ad alta voce.

-Un pazzo- commentò quest'ultimo, vedendo un ragazzo ricciolino su una bicicletta da corsa che gli tagliava la strada.

Mika attraversò l'incrocio, seguito da un mare di clacson assordanti che gridavano contro di lui.

Venti metri più indietro anche Andy stava gridando, ma non contro di lui.
Lo stava solo chiamando, pregandolo di fermarsi.

Mika svoltò, imboccando la ciclabile e acceleró paurosamente.

Andy dietro, spinse sui pedali, tese i muscoli, mentre l'aria calda gli arrivava in faccia.

Riusciva a tenere la velocità, ma il fatto che Mika avesse tra le mani una bicicletta da corsa non aiutava affatto.

Over My Sky | Mikandy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora