Capitolo 12

645 50 4
                                    

-Ciao collega- lo salutò Rico alla sua entrata alla ciclofficina.

Mika gli rivolse un leggero cenno del capo guardandosi intorno.

Andy non c'era.

-Dov'è Andreas?- chiese.

-Non è ancora arrivato. È successo qualcosa?- si preoccupò Flavio.

-Sì-

-Qualcuna delle sue solite cavolate?- si intromise Rico.

-Non so cosa intendi per "sue cavolate", ma questa non la considererei una cavolata-

Mika era calmo, sarcastico e furioso. Tutto insieme.
Ma era certo che appena quegli occhi verdi fossero apparsi davanti a lui, sarebbe esploso.

Flavio e Rico si rivolsero un'occhiata complice.
Se Mika non sapeva niente di quello che era successo prima che lui avesse messo un piede lì dentro, aveva ragione ad arrabbiarsi.

-C'entrate anche voi, vero?- chiese il ragazzo, notandoli.

-Noi? Che vuoi dire?- si difese Rico.

-Anche voi state recitando? È tutta un'idea di Andreas? O Jonathan? Non ci credo.-

Mika continuava a camminare avanti e indietro nell'ampio androne soleggiato della ciclofficina, tirandosi i riccioli e valutando il modo di affrontare Andreas.

-Jonathan?- chiese Rico, ma un'occhiata di Flavio gli fece capire che forse era meglio se continuava a lavorare.

-Le uniche cose che c'entrano con Andreas, di noi, sono che io sono il suo datore di lavoro e lui un suo amico- lo rassicurò Flavio.

-Cazzate!- sbraitò Mika.

Andy sentì quella parola mentre imboccava la strada della ciclofficina, e per un secondo pensò di svoltare, tornare a casa e fingersi ammalato.

Ma era la sua vita, e quella era la persona a cui teneva più che a chiunque altro.
Doveva andare a riprendersele entrambe, prima che fosse troppo tardi.

Entrò in ciclofficina senza sorridere, senza salutare, con lo sguardo fisso sulla massa di riccioli castani che si girò all'istante.

Andy rimase per qualche secondo in bilico sui pedali e Mika lo guardò.

-Ho bisogno di spiegazioni- disse, abbastanza piano in modo che sono Andy potesse sentirlo.

-Te le darò- rispose Andy.

Mika si stupì.
Aveva pensato che Andy l'avrebbe insultato, che Jonathan sarebbe spuntato fuori da qualche parte e che gli avrebbero detto che l'ultimo mese della sua vita era stato una menzogna unica.

Ma forse aveva esagerato.

-Vieni fuori- lo interruppe Andy, afferrandogli il polso.

-Lasciami!- si divincolò il ricciolo.

-No, tu vieni con me.-

-È il mio primo giorno di lavoro, non puoi portarmi fuori così!-

Mika guardò Flavio che annuiva con la testa.

-Non preoccuparti- lo rassicurò.

Mika seguì Andy fuori dalla ciclofficina e iniziarono a camminare, per la prima volta senza biciclette.

Un passo dopo l'altro, guardando l'asfalto sotto i loro piedi e riuscendo a distinguere ogni singolo sassolino che lo costituiva.

Era tutto più lento così.
Tutto troppo lento e avrebbero avuto il tempo di raccontarsi tutto come se il tempo si fosse fermato.

Over My Sky | Mikandy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora