Capitolo 10

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Mika guardò Andy allontanarsi sulla strada, seguendo chissà quale nuvola improvvisa.
Sentiva che si era spezzato qualcosa, ma non sapeva cosa.

-Devo andare- aveva detto Andy.

Mika si era alzato per seguirlo, come sempre.

-Da solo- aveva puntualizzato Andy.

Mika aveva abbassato lo sguardo, deluso da quella affermazione.

-Dove vai?- gli aveva chiesto.

-Non sono affari tuoi-

-Credevo che avessi smesso di non dirmi cosa ti succede-

-Infatti, non posso andare da qualche parte da solo?

-Sì, cioè... sì.-

Quella domanda aveva, per un secondo, fatto pensare a Mika di essersi sbagliato, che Andy non era di sua proprietà e che poteva decidere quello che voleva della sua vita.
Ma l'atteggiamento del suo ragazzo gli faceva pensare l'esatto opposto.

-Ecco, allora ciao.

Andy aveva spinto un piede sul pedale, girando l'altra gamba sulla sella, saltando sopra la sua bicicletta già in corsa.

Mika aveva pensato di corrergli dietro, ma forse era meglio di no. Forse aveva semplicemente avuto una brutta discussione con sua mamma e voleva stare da solo.

Forse. Ma a vent'anni si dovrebbe essere in grado di arrabbiarsi senza necessariamente riversare la propria rabbia sugli altri.

-Mi sembri una ragazza che ha appena detto addio al proprio ragazzo in partenza su un treno- lo scosse Rico dai suoi pensieri.

Mika lo guardò. Andy era veramente il suo ragazzo. E le sue parole lo stavano portando lontano. Stava naufragando in pensieri che non avrebbe mai pensato di poter toccare.

Ma c'erano cose che era meglio non dire a un pittore.

-Dai su, domani sarà tutto a posto.-

Per Rico era tutto semplice. Le cose rotte si aggiustavano, le lacrime si trasformavano da sole in sorrisi. E bastava solo un pennello per farlo.

Ma Mika non aveva quel pennello. Aveva solo milioni di pensieri che gli dicevano che Andy stava entrando in qualche altro casino con Jonathan. E avrebbe voluto proteggerlo, ma lui non glielo aveva permesso.

Decise di tornare nella ciclofficina.

-Tornerà- lo rassicurò la voce di Flavio.

Mika annuì.

-Sei bravo- disse poi il signore, accompagnando il ragazzo riccioluto a lavarsi le mani.

Mika annuì con la testa e forzò un sorriso, riconoscente.

-Non credo che ti convenga sprecarti- sussurrò la voce calda dell'uomo.

-Cosa intendi?-

-Sei bravo e stai sprecando questa bravura...-

Mika lo guardò confuso.

-Mi stai cacciando?- chiese.

-No, ti sto offrendo un lavoro.-

Il tono risoluto di Flavio sorprese il ragazzo, che lasciò da parte per un secondo la bicicletta e Andy per rivolgere un sorriso immenso al signore barbuto.

-Sei serio?- chiese alzandosi di scatto.

Un lavoro. Pagato. Con la cosa che amava di più al mondo e la persona che desiderava di più su tutto il pianeta.

Over My Sky | Mikandy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora