Capitolo 50

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Venticinque agosto.
Sette del mattino.

Mika scese dal proprio pullman con gli occhi pesti di sonno.
L'autista gli scaricò la bicicletta e lui si mise in spalla lo zainetto.

Si era portato dietro lo stretto necessario.

Qualche maglietta, il cellulare, i soldi e una bicicletta a caso presa dalla ciclofficina.
Non si fidava a portarsi dietro quella di Flavio.

Si guardò intorno, non capendo quasi più nulla di quello che vedeva.

In treno aveva faticato a dormire, ma il viaggio in pullman lo aveva buttato giù allo sfinimento.

Aveva davanti il mare.
Qualche persona in spiaggia.

Cercò di riprendersi velocemente dal sonno.

Doveva cercare Andy.
Dormire non lo avrebbe aiutato per niente.

Tornò alla bicicletta.

Tirò fuori dalla tasca il biglietto.
Via Nazionale 37.

Fortunatamente, al contrario di Andy, aveva un navigatore che poteva dargli indicazioni chiare e in italiano comprensibile.

Lo seguì e si trovò all'imbocco di una via.

Mise in tasca il telefono e sospirò.

Avanzò lentamente, un giro dopo l'altro, un numero dopo l'altro.

Vide il 37 e guardò verso l'appartamento.
Le tapparelle erano abbassate.

In casa non c'era nessuno.
Non Andy, suo padre.
Nessuno.

E adesso?
Mika si rese conto di non aver mai considerato l'opzione di non trovare nessuno.
Si aspettava il padre di Andy in casa, o Andy che lo cercava, oppure entrambi.

E invece non c'era nessuno.

Doveva cercare Andy per un intero paese di cui non conosceva un solo centimetro?
O forse era meglio aspettare.

Se in quell'appartamento viveva qualcuno, sarebbe arrivato qualcuno.

Scese dalla bicicletta e si sedette sul gradino della porta.

Pensò a Andy.
Aveva appena fatto millequattrocento chilometri solo per lui.
Si chiese che cavolo gli fosse passato per la testa.
Avrebbe potuto aspettarlo a casa, e invece era lì, seduto sul gradino della casa di una persona che non conosceva, solo perché aveva bisogno di rivedere il suo biondo.

Pensò di essere veramente diventato pazzo.
Chiunque si sarebbe incazzato, avrebbe lasciato perdere e avrebbe chiuso tutto.
Ma quell'ipotesi non gli era nemmeno passata per la testa.

Non era colpa di nessuno dei due se si trovavano lì.
Andy non l'aveva fatto apposta ad avere un papà così coglione.
E Mika non aveva fatto apposta a innamorarsi di Andy.

Perché Mika lo stava pensando veramente, quel signore doveva essere proprio un cretino per lasciare due persone così, in balia di un destino incerto.

Si ripromise che se mai avesse potuto avere il piacere di incontrarlo, gli avrebbe detto tutto quello che pensava con calma.
Ma non gli sembrava di essere in grado di farlo.

Una signora anziana si avvicinò alla porta e Mika si alzò per farla passare.

-Aspetti qualcuno?- chiese.

-Sì-

-Chi?-

-Un signore che dovrebbe abitare qui, Flavio si chiama-

La signora spalancò gli occhi.

-Tu...- iniziò -sei tornato.-

Gli prese la faccia tra le mani, con gli occhi che diventavano lucidi.

Over My Sky | Mikandy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora