Capitolo 40

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Mika lo fece per davvero. Non tirarono più fuori quell'argomento.

E passò anche il terzo mese.

E fu forse il più bello.
Non succedeva semplicemente nulla. Le giornate passavano tra ciclofficina e uscite.

Avevano iniziato a uscire più spesso, anche alla sera e a volte invitavano anche Jonathan.
Aveva riconosciuto Anita. E non era stata una sensazione piacevole.
Ma piano piano l'avevano affrontata tutti insieme.

Non che fossero diventati amici sul serio, ma era interessante parlare con qualcuno che aveva avuto una vita completamente diversa dalla loro.

Suo padre era morto quando era piccolo e sua madre aveva sempre cercato di dargli regole di vita fin troppo strette.
E allora lui aveva deciso di smetterla, di ribellarsi e andarsene.

Per quello aveva dato la colpa a chiunque, dalle cose che gli aveva detto sua mamma, alla morte di suo papà, fino a tutte le ragazze che gli giravano intorno e che sapevano sempre cosa fare.

Lui invece era lì con dei soldi in una mano e qualcosa con cui andare fuori di testa nell'altra.

Ma adesso che aveva raccontato tutto ai ragazzi si sentiva un po' meglio.
Anche se faceva fatica ad ammetterlo.

Rico e Anita a quanto pare facevano coppia fissa da più di un mese, ma non si erano ancora dichiarati pubblicamente.
Anche se non era tanto difficile capirlo.

E poi c'era Andy, che non aveva più parlato con sua madre di Mika.
Anzi, a dire il vero non avevano più parlato in generale.

Erano tornati come prima, a quando Andy stava in giro tutto il giorno e non sentiva mai il bisogno di chiamarla mamma.

Andy però c'aveva pensato sul serio a quel discorso.

Aveva pensato che amava quel ricciolino. E che ormai lui aveva ventitrè anni.
Mika venticinque. Quasi.

E che non erano più due ragazzini a caso che pensavano di aver trovato l'amore della loro vita.
E se lo dimostravano ogni giorno.

E non riuscire a dormire con Mika stava diventando insostenibile come situazione.

Decise che ne avrebbero parlato presto. Anche se ne aveva una tremenda paura.

Ma adesso erano le otto e mezza di mattina del diciotto agosto.

E c'erano un po' di cose da preparare.

-Ci siete con quel coso?- chiese ai due ragazzi sulle scale.

Rico e Marco erano in bilico sulle scale, a un secondo dal cadere e spaccarsi la schiena.

-Guarda che se ci dai una mano non muore nessuno!- gli urlò Rico dall'alto della scala.

-Io sono il capo, voi i dipendenti. Quindi io do gli ordini e voi eseguite senza fiatare. Fine.- scherzò Andy, guardandoli.

-Ah, tu sei il capo... ti ricordo che io sono ancora vivo- gli fece notare Flavio.

Andy rise e si avvicinò per aiutare i due ragazzi, passando loro i pezzi di scotch.

-Non tiratemi giù il muro, per favore- li raccomandò Flavio.

-Tra due secondi cado e muoio, e tu ti preoccupi del muro?- chiese Rico.

Marco rise e appiccicò un altro pezzo di scotch per tenere lo striscione.

-È storto- li avvisò Anita da basso.

-Merda- imprecò Rico.

-Dai, fa niente, lascialo così. Si accontenta.- cercò di sviare Marco, che dall'alto della scala, stava morendo di caldo.

Over My Sky | Mikandy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora