Capitolo 15

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Flavio entrò nel suo negozio con uno scatolone in mano che per poco non lasciò cadere a terra.

I ragazzi si erano schierati in un'unica linea davanti alla parete, con un sorriso enorme stampato sulla faccia, guardandolo. Marco compreso.

-Oh mio dio- commentò Flavio.

I ragazzi si guardarono.

Flavio appoggiò lo scatolone a terra per evitare disastri, incapace di dire una sola parola.

-Che diamine avete combinato?- chiese alla fine con un tono sempre surrealmente calmo.

Era incredibile quanto anche da arrabbiato fosse incapace di urlare.

-Noi? Niente.- negò Rico.

Mika trattenne una risata.

Flavio indicò la parete completamente gialla dietro di loro.

-Oh... quella... beh...- cercò di iniziare Andy.

-Diciamo che un gatto è entrato e per sbaglio è caduto nella vernice gialla e poi si è strofinato contro il muro per pulirsi. Era orribile solo quella macchia gialla e allora abbiamo deciso di completare l'opera...- inventò Mika.

-Già-

-È andata così- affermarono Andy e Rico.

Flavio incrociò le braccia.

-Sei serio? Seriamente credi che sia una persona così idiota da crederci? Ti ricordo che ho quasi sessant'anni, so come funzionano queste cose.-

-Beh, ecco...- cercò di giustificarsi Michael.

-Veramente volevano aiutarmi a ricreare il clima del circuito del Mugello...- cercò di salvarli Marco.

-Ragazzi, smettetela.- si rassegnò Flavio -Rico voleva dipingere la bicicletta, tu non glielo hai permesso e allora c'era vernice che avanzava. E avete deciso di fare questa cosa giusto per provare l'adrenalina di farvi licenziare- indovinò il signore.

-Beh...- iniziò Andy.

-Cioè, siamo licenziati??- subentrò Rico.

-Che c'è, vi aspettavate sul serio di poter prendere la vernice, che tra l'altro ho pagato io, per dipingere una ciclofficina, che tra l'altro è mia, come volevate voi, senza conseguenze? Vi aspettavate sul serio di sprecare i miei soldi così e di avere i miei soldi alla fine del mese?-

Si girarono tutti verso Mika.
Avevano considerato l'idea di essere licenziati, ma non avevano mai considerato la realtà di essere licenziati.

Flavio prese i rifornimenti che aveva lasciato sul pavimento e andò a sistemarli sul bancone.

-Andiamo, Flavio...- cercò di pregarlo Mika.

-Mi sorprendo di te, Michael, ti ho dato un lavoro, ti ho dato la mia bicicletta e questo è il ringraziamento? Non posso lasciarvi due ore da soli qui dentro che mi stravolgete il negozio...-

-Un momento, un momento- lo interruppe Mika -hai detto la tua bicicletta??-

-Seh! Lo sapevo!- esultò Rico, guadagnandosi una fulminata da Marco.

Non era esattamente il momento per esultare.

-Sì, ok, è la mia bicicletta. Ha vinto un Giro d'Italia quella bicicletta. E sì, è mia. E uso il presente perché forse ho sbagliato, e preferisco tenermela. Giallo poi, capisco grigino, azzurro chiaro, giallo crema... no, giallo, manco fossimo all'Accademia di Belle Arti. Siamo nel mio negozio. Nel mio. E pensare che vi avevo pure comprato la merenda.- disse il signore, tirando fuori una torta confezionata dallo scatolone.

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