HEROES
I wish there was a way to give you a hand to hold,
‘cause you don’t have to die in your glory, to die to never grow oldHo sempre pensato che la parte più difficile, quando si scrive qualcosa, è iniziare.
Ma a quanto pare mi sbagliavo.
Perché ora sono qui.
E non ho la minima idea di come riempire questo spazio vuoto.Dovrebbe essere l'ultimo capitolo di una storia che non è finita.
Come si fa a far finire una storia che non è finita?
Non lo so.
Ma io l'ho fatto. E la mia storia è stata pubblicata incompleta.Ma alla fine, a meno che non avreste voluto aspettare altri settant'anni, non l'avreste mai letta completa.
E non so neanche perché sto scrivendo, dato che questo capitolo non sarà mai pubblicato da nessuna parte.
Perché ormai sono passati quattro anni.
E "The Origin Of Love" ha venduto milioni di copie in tutto il mondo.
Milioni.
E solo a dirlo mi vengono i brividi.
Davvero.E so che possono essere illusioni mie. O che può sembrare presuntuoso da dire.
Ma riesco quasi a sentire il nome Mika ovunque.
Non più solo sulla bocca del mio fidanzato.Ma lui è sempre l'unico che sa che faccia ha quello di cui sta parlando.
E se state leggendo questo capitolo, beh, non so come stiate facendo.
Ma vi ringrazio.E vi chiedo di tenervelo per voi.
Come un nostro segreto.
Qualcosa che sappiamo solo io.
E voi.Il titolo è sempre quello.
Eroi.E io volevo parlarvi di loro.
Il primo tra tutti è un biondino.
Con gli occhi verdi.
Che ora è seduto di fianco a me e mi sta dando tanti baci, con le lacrime agli occhi.
E mi sta distraendo.
Lavora in una ciclofficina e sicuramente ne avrete già sentito parlare.
Dato che tutto il resto del libro parla di lui.Lui è il mio eroe.
Quello che non ha mai saputo cosa fare, ma faceva sempre la cosa giusta.
Quello che amava il cielo. Le nuvole.
E una bicicletta azzurra.
E me.E un bel giorno di marzo, è arrivato, si è preso il mio cuore.
E ha detto che non me lo ridarà mai.Ma c'è un punto a mio favore, cioè che io ho il suo.
E col cavolo che glielo riporto indietro.Ora, io non so se tu hai letto la nostra storia e ti è piaciuta.
O se hai solo preso il libro per curiosità. E poi l'hai buttato nella spazzatura.Ma alla fine non me ne frega molto di quello che tu hai fatto della nostra storia.
Perché è nostra.
E a noi piace da morire così.E ora arriviamo a lui.
Eroe con i pennelli.
Si chiama Giorgio.
Ma si fa chiamare Rico. Perché naturalmente Giò è per quelli che si chiamano Manuel.Rico è fuori di testa. Oserei dire che è proprio pazzo.
Dà i nomi a tutto. Persino al nostro appartamento.
Ma è follemente innamorato.
Della mia migliore amica.
Una ragazza ricca, molto figa, e molto innamorata un povero pittore che dipinge biciclette.Si sposano tra un mese.
E nonostante io abbia sempre odiato l'idea di sposarmi, non posso che essere incredibilmente felice per loro.E poi c'è un meccanico.
Marco.
E può essere che voi avete già visto la frase scritta sopra.
Sulla bicicletta di un ducatista stralunato, in qualche giornata grigia.
Dedicata a un ragazzino di ventiquattro anni che si faceva chiamare Sic.Quel Tardozzi è ritornato.
Una. Due. Tre volte.
Si è ricordato di Marco al punto di assumerlo.
E sì, sono andato in giro con un 99 sulla faccia per un giorno intero.
Non è stato piacevole.Ma se per caso un giorno, in qualche strano box di un gran premio di cui non ve ne fregherà nulla, vedete un ragazzo moro, alto, che cambia gomme, beh, niente.
È lui.
Salutatelo, che di sicuro vi ringrazierà.Poi c'è Jonathan.
E non ci crederete mai, ma lui e Andy sono migliori amici.
E io sono geloso. Tantissimo.E non crederete neanche a questo.
Ma ho messo su la sua polo nera, quella che mi aveva regalato quando avevo fatto venticinque anni.L'ho messa su oggi.
Per un altro eroe.Forse il più importante.
Non aveva superpoteri particolari.
Non sapeva volare.
Non sparava ragnatele.
E non si chiamava Superman.Si chiamava Flavio.
Aveva una bicicletta.
Una barba.
Qualche capello.
Un paradiso, più comunemente chiamato ciclofficina.
E tanta vita negli occhi.Ma si sa che gli eroi non sono fatti per sopravvivere.
Flavio un giorno ci aveva detto "Ragazzi, se dovessi morire stanotte, niente funerali. Per favore. Regalatemi al vento"
Non era morto quella notte.
Lo ha fatto l'altro ieri.Mentre aggiustava una bicicletta.
Il cuore ha smesso di battere e abbiamo visto i suoi occhi chiudersi.
Credo sia stato uno dei momenti peggiori della mia vita.
Anzi, ormai ne ho la certezza.Ma noi abbiamo deciso di accontentarlo.
Siamo andati sulle montagne di Lecco, dove lui sarebbe voluto arrivare. E abbiamo lasciato le sue ceneri al vento.
So che detta così potrebbe farvi schifo, ma abbiamo deciso di fidarci.Ci siamo fidati di noi stessi. Di lui. Del vento. E del cielo.
Perché sappiamo che è stata la cosa giusta da fare.E non c'è da piangere, anche se lo stiamo facendo tutti.
Perché ha dato tutto quello che doveva dare.
L'ha dato a noi, ci stiamo ancora chiedendo perché abbia scelto proprio noi.
Ma l'ha fatto.
Ed è solo un onore poterlo continuare.Ora la ciclofficina 'da Flavio' vi attende tutte le volte che volete.
So che ha il nome di un bar, ma se volete passare, anche solo per una chiacchierata, vi regaliamo Rico.
Che è esperto.È stato bello arrivare fino ad oggi.
È stato bello conoscere questi eroi.E so che sarà ancora più bello il futuro.
Anche se uno di loro non c'è più. E un altro lavora in giro per il mondo.È stata bella questa storia.
È stato bello raccontarla. E sono onorato.
Ora io sono ancora qui. E ho fatto tutto ciò che volevo fare.
E lo sto ancora facendo.Volevo solo darvi un consiglio.
So che non ho il diritto di dirvi cosa dovete fare. Perché non vi conosco.
Non sono nessuno. E avete ragione.Ma vi prego, innamoratevi.
Almeno una volta nella vita.
Non importa come, dove o di chi.
E non importa se sarà un errore.
Vi prego, innamoratevi.
È tutto un gran casino, ma è bellissimo.Ora, tutto il mondo sa il mio soprannome, ma non conosce la mia faccia, nè il mio vero nome.
Voglio dirvelo ora.
Ciao.
Mi chiamo Michael Holbrook Penniman Junior.Ma potete chiamarmi Mika.
FINE.
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Over My Sky | Mikandy
Fanfiction-Chiedimelo- disse Andy -Dammi un bacio- lo implorò Mika Andreas sprofondò in quel bacio. Precipitarono insieme, come in una discesa troppo pericolosa che però non faceva paura. Era bella, bellissima. E nessuno dei due aveva i freni in mano.