Eleven.

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La pioggia che in quei giorni aveva bagnato fino all'ultimo centimetro di quella città sembrava star man mano diminuendo, gli intervalli tra un temporale e l'altro erano sempre più lunghi, e la gente iniziava a preoccuparsi sempre meno di portarsi dietro l'ombrello ma nonostante questo nessuno osava ancora preannunciare l'arrivo dell'estate.
Già, l'estate, giovani e anziani l'attendevano con ansia e fremevano all'idea di avere un periodo di riposo più lungo nonostante mancassero ancora mesi a quell'evento ma intanto tutti si godevano la domenica che era appena arrivata.
Mentre gli uccellini cinguettavano allegri fuori dalla finestra i due abitanti di una casa situata tra tante altre dormivano ancora beatamente ognuno nella rispettiva stanza, anche se, il loro desiderio era quello di passare un'altra notte stretti l'uno all'altro a tal punto da confondersi e sembrare una sola persona agli occhi degli altri, agli occhi di chi non sapeva del loro amore.
Uno scoppiettare di petardi fece svegliare uno dei due ragazzi, quello dai capelli scuri e gli occhi azzurro/verde con precisione, si svegliò sbuffando per il fastidio, voleva continuare a dormire almeno per qualche altra ora, si girò nel letto ancora con gli occhi chiusi e, anche quella mattina, lo tastò nella speranza di trovarci l'altro ragazzo intento a dormire ma di lui nessuna traccia, l'altro lato del letto era freddo e vuoto proprio come tutte le altre mattina da più di una settimana a quella parte.
"Già, lui non dorme più con me." Ricordò a se stesso Benjamin con un pizzico di rammarico.
Controvoglia si alzò da quel caldo e morbido nido e si stropicciò gli occhi che gli chiedevano ancora riposo e sbattè più volte le palpebre per abituarsi alla luce del giorno.
-"Che sonno." Sbadigliò e maledì mentalmente chiunque fosse stato a sparare quei petardi.
Il suo sguardo ricadde su una delle tante foto che Federico aveva sparso per la stanza nei mesi in cui lui non c'era, con mano tremolante prese la foto poco distante da lui e la guardò con attenzione, c'erano loro, loro che ridevano a crepapelle, abbracciati, mentre si guardavano negli occhi; a Benjamin sarebbe tanto piaciuto ricordare quel momento, sapere perché era così felice se perché era successo qualcosa o semplicemente perché Federico era tra le sue braccia.
Posò quella bellissima foto al posto che occupava prima e girò per la stanza intento a cercare altre foto, magari di quella sera stessa, fortunatamente non gli fu difficile, in un cassetto trovò decine e decine di loro ma furono solo alcune in particolare ad attirare la sua attenzione.
"È la stessa sera." Pensò il moro riconoscendo i vestiti della foto che aveva visto poco prima.
In questa nuova foto c'erano loro due, lui era sdraiato sul divano e Federico era tra le sue gambe, i due erano uniti in quel che sembrava un bacio pieno d'amore, talmente tanto amore c'era tra di loro che poteva essere percepito anche attraverso una foto, le sue braccia cingevano la vita del più piccolo mentre le mani di quest'ultimo erano al suo collo, non sapeva chi fosse stato a scattare quelle foto ma non poté fare altro che ringraziarlo, grazie a lui ora poteva vedere quei momenti.
Prese una seconda foto che esprimeva ancora più amore della precedente, se era possibile, era stato lui a scattare a quella foto e poteva notarlo dal suo braccio alzato, anche quella foto ritraeva loro due, Benjamin non riuscì a capire dove si trovassero, tutto ciò che vedeva era Federico addormentato sul suo petto con la solita espressione che lui conosceva bene, gliel'aveva vista le tante notti in cui non riusciva a dormire e passava il suo tempo a guardare quel ragazzo dal ciuffo biondo dormire accanto a lui, e poi c'era lui che lo stringeva forte a sè e lo guardava con un sorriso idiota che aveva anche in tante altre foto.
Federico lo faceva stare bene.
Un'altra foto colpì la sua attenzione, era una polaroid, quella volta riuscì ad identificare il luogo dove si trovavano, era il magazzino del suo negozio, più precisamente sul divano blu; la testa di Federico era poggiata sull'incavo del suo collo, come se volesse nascondersi, e un sorriso, uno di quelli che gli facevano sciogliere il cuore, compariva sul suo volto mentre lui gli lasciava un tenero bacio sulla fronte.
"Dovevo amarlo davvero tanto."
Poco prima che posasse la foto nel cassetto insieme alle altre notò una scritta sul retro.
Una data, quella data, il giorno in cui tutto era finito solo per ricominciare, che fece capire al più grande che quella foto era stata scattata quel giorno, sotto c'era una frase.
«Chi è amato non può morire, perché l'amore significa immortalità.»
Quella frase scaldò il cuore del ragazzo che velocemente sistemò tutto e scese giù in cucina.

Erano passate da poco le undici del mattino, Federico dormiva ancora avvolto dalle calde coperte mentre Benjamin aveva appena finito di preparare la colazione, uscì in giardino e colse una rosa tra quelle che il biondo aveva piantato, scelse quella che ai suoi occhi sembrava la più bella proprio come lo era il suo Federico.

Il più grande sistemò tutto ordinatamente in un vassoio e, facendo attenzione, salì al piano di sopra fino a raggiungere la stanza di Federico ancora dormiente, cautamente aprì la porta e la visione che si trovò davanti lo fece sorridente, c'era un piccolo Federico avvolto dalle bianche lenzuola che stava sorridendo per chissà quale bel sogno stava facendo; decise di smetterla di bearsi di quella visione e si avvicinò al ragazzo poggiando il vassoio sul letto.
-"Federico." Lo chiamò con tono dolce.
Nulla, il biondo non aveva minimamente sentito il suo richiamo.
-"Fede, svegliati." Lo chiamò di nuovo scuotendolo leggermente.
-"Mhh.." Mugolò il più piccolo mentre stringeva il suo cuscino in tinta con le lenzuola.
-"Dai biondino svegliati." Lo supplicò il più grande.
Federico, finalmente, aprì gli occhi.
-"Che ore sono?" Chiese con la voce impastata di sonno e con gli occhi che faticavano a restare aperti.
-"Sono le undici passate."
-"Perché mi hai svegliato? Ho ancora tanto sonno." Si lamentò il biondo mentre nascondeva la testa sotto al cuscino come un bambino.
Un sorriso nacque sul volto di Benjamin, uno di quelli che solo Federico era in grado di creare ma subito dopo assunse un tono più autoritario, o almeno era quello il suo obiettivo.
-"Allora vuol dire che farò a qualcun altro la colazione che ho preparato."
Federico, immediatamente, cacciò la testa dal suo nascondiglio.
-"Cosa?"
Il moro fece un cenno di testa verso il vassoio sul fondo del letto.
-"Già, ho preparato la colazione ma se tu preferisci dormire la darò a qualcuno o la butterò, fa nulla." Fece spallucce lui.
Il più piccolo scosse energicamente la testa e lo invitò a sedersi accanto a lui.
-"Voglio fare colazione con te, vieni."
Benjamin sorrise, prese il vassoio e si sedette accanto al ragazzo che ormai era perfettamente sveglio.
-"Quante cose.." Esclamò il biondo guardando il vassoio. "È tutto per me?" Chiese con occhi dolci.
Occhi che, nonostante tutto, riuscivano continuamente a fregare Benjamin.
-"Si ma se magari ti va di condividere qualcosa con un povero piccolo." Rise il moro.

I due ragazzi avevano fatto colazione tra risate e chiacchiere, più risate che altro, a Benjamin piaceva vederlo così felice, amava la sua risata e chissà, magari stava iniziando ad amare anche lui senza saperlo.
Federico stava bevendo gli ultimi sorsi del suo latte sotto lo sguardo attento di Benjamin.
-"Cosa c'è?" Chiese lui.
Il moro non rispose, continuava a guardarlo leccandosi il labbro, quel gesto fece avvampare all'istante il più piccolo che abbassò la testa per non fargli notare il suo rossore.
-"Federico." Lo chiamò Benjamin.
Nessuno poteva sapere quanto il biondo amasse sentirsi chiamare Federico dal ragazzo.
-"Mh?" Disse il più piccolo senza però alzare la testa.
Sentì il corpo del più grande avvicinarsi al suo e gli tornò anche la familiare sensazione allo stomaco, due dita sotto al suo mento gli alzarono il viso.
-"Co-cosa c'è?" Chiese imbarazzato Federico.
Ancora una volta Benjamin non rispose e portò il suo viso più vicino a quello del ragazzo, il più piccolo non sapeva cosa fare, lo guardava e ingoiava a vuoto aspettando una mossa da parte dell'altro, mossa che non tardò ad arrivare.
Il moro annullò le distanze tra di loro e poggiò le sue labbra poco più su di quelle di Federico, il cuore del biondo prese a battere veloce come non mai, e lentamente gli leccò il lembo di pelle sotto le sue labbra.
-"Ecco fatto.." Sussurrò lui mentre si allontanava dal viso del biondo.
Federico lo guardava confuso, cos'era appena successo?
-"Avevi i baffi di latte e te li ho tolti, ora non hai più nulla." Gli spiegò il più grande ma c'era qualcosa nel suo tono di voce che lasciò intuire al ragazzo che non erano stati solo i baffi di latte, se mai c'erano stati, a spingerlo a fare ciò che aveva appena fatto.

Revival || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora