Twenty three.

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Federico continuava a guardare distratto la grande finestra da cui entrava tanta luce posta nel magazzino di Benjamin, la guardava da così tanto tempo che ormai la troppa luce iniziava a dargli fastidio ma non gli importava, la sua mente era altrove e c'era qualcosa che lo faceva soffrire molto di più della luce.
Non sono ancora pronto.
Nella sua testa venivano continuamente ripetute queste parole, Benjamin non era ancora pronto ad amarlo ma la preoccupazione del più piccola era un'altra, accettava il fatto che il moro non si sentisse pronto, ma sarebbe mai stato davvero pronto ad amarlo?
Immaginava che il ragazzo fosse spaventato da quell'idea ma si ricordava anche la prima volta che si misero insieme, entrambi non sapevano cosa fare, era tutto così nuovo per loro ed erano anche tanto spaventi ma nessuno dei due si era mai fatto indietro ma anzi si erano riproposti di provarci e di amarsi il più possibile, per non avere rimpianti, cos'era cambiato? Perché ora Benjamin non voleva più provarci? Gli aveva esplicitamente detto di provare qualcosa per lui ma ogni volta si tirava indietro nel momento più importante.
Federico non era ancora tanto sicuro di riuscire a sopportare tutto, era stufo di sentirsi rifiutato.
Benjamin continuava a fare avanti e indietro per la stanza e parlava gesticolando con le mani mentre il biondo era ancora seduto sul pavimento freddo con la schiena poggiata al muro e la testa dispersa chissà dove, sapeva che il più grande stava parlando con lui ma non riusciva a prestargli attenzione, preferiva fissare il nulla e perdersi in esso.
-"Federico mi stai ascoltando?" Gli chiese Benjamin fermandosi a guardarlo.
Ma non ebbe risposta, il più piccolo continuava a guardare la finestra senza dire parola.
-"Federico?" Lo chiamò.
Notando che Federico non accennava nè a muoversi né a parlare, Benjamin lentamente gli si avvicinò preoccupato.
-"Fede." Lo chiamò scuotendogli leggermente il braccio.
Il più piccolo, come se si fosse appena svegliato, sussultò leggermente e si girò a guardarlo.
-"Uhm? Si? Cosa c'è?" Chiese confuso.
-"Non mi stavi ascoltando?"
-"Ehm..no, scusa Benjamin ma stavo pensando a delle cose e ho perso il filo del discorso." Si giustificò il biondo.
-"Qualcosa di grave?" Gli chiese il moro allungando una mano per accarezzargli il viso.
A quel contatto il corpo di Federico si riempì, ancora una volta, di brividi ed era grande la voglia di accoccolarsi su quella mano ma doveva essere più forte, non poteva lasciarsi andare in quel modo ai suoi sentimenti, se non lo faceva Benjamin non l'avrebbe fatto nemmeno lui.
-"Tranquillo." Si sforzò di sorridere lui. "Allora di cosa mi stavi parlando?" Chiese il ragazzo prima che Benjamin potesse dire qualsiasi cosa, non se la sentiva di parlare ancora dei loro sentimenti.
-"Dei CD per il tuo bar, ti stavo elencando quali secondo me sono i più adatti."
-"Oh, si, va bene." Disse il più piccolo alzandosi dal pavimento. "Puoi metterli tutti da parte? Passo domattina a prenderli e ti lascio i soldi." Gli chiese guardando un punto indefinito del muro.
-"Si, certo." Rispose Benjamin. "Federico ti senti bene?" Aggiunse dopo poco con tono preoccupato.
Il biondo si girò a guardarlo negli occhi, per la prima volta dopo quello che era successo, e gli sorrise.
-"Sto benissimo Benjamin, grazie per l'interesse." Disse.
-"Bene, mi fa piacere." Ricambio il sorriso il più grande.
-"Adesso vado, devo tornare al bar, ci vediamo stasera."
-"Ehm, in realtà no, ci vediamo domattina.
Stasera esco con Francisco, ricordi?"
-"Si, giusto." Federico gli si avvicinò e gli lasciò un bacio sulla guancia. "Divertiti Benjamin." Gli sussurrò prima di andarsene e lasciare il moro imbambolato al centro della stanza.

Quella mattina non c'erano raggi del sole ad entrare prepotenti nelle stanze dei due ragazzi, il cielo quella mattina era particolarmente triste, c'erano enormi nuvoloni grigi che non promettevano nulla di buono e sembravano riflettere il malumore di Federico.
Federico aveva passato la serata aspettando il ritorno di Benjamin, continuava a sperare che lui da un momento all'altro entrasse dalla porta di casa loro e sognava di sentirsi dire che era tornato a casa per stare con lui, che preferiva passare il resto della serata a guardare un film con lui e non in giro con Francisco a fare chissà cosa ma, purtroppo, nulla di tutto questo era successo la sera precedente, Benjamin era tornato a casa verso le due di notte ma non era tornato solo, aveva portato Francisco con lui, era entrato ridendo rumorosamente, senza nemmeno preoccuparsi di svegliare Federico, e si erano rinchiusi nella stanza del maggiore a ridere e scherzare per ore, la voglia del biondo di andare da loro e cacciare a calci Francisco era tanto ma non poteva farlo, doveva mostrarsi superiore mentre il rischio di perderlo diventava sempre più concreto, Francisco non se n'era andato prima delle quattro e, anche in quel momento, al moro non era passato per la mente neanche per un secondo di andare dal più piccolo, ogni volta che era con Francisco Benjamin finiva per dimenticarsi di Federico.
Quel giorno anche la colazione fu molta silenziosa, oltre ai normali saluti di routine i due ragazzi non si scambiarono altre parole, continuavano a fissarsi e a sospirare, nessuno dei due sapeva cosa dire.

-"Buongiorno ragazzi." Li salutò Federico entrando nel bar.
-"Buongiorno." Risposero gli altri.
Mentre il biondo sistemava i vari tavolini e prendeva gli ordini dei pochi clienti presenti nel locale sentì una voce alle sue spalle chiamarlo.
-"Federico."
Il ragazzo si girò e a stento riuscì a trattenere un'espressione di disgusto.
-"Francisco, buongiorno."
-"Buongiorno, lavori qui?" Chiese il ragazzo sedendosi al tavolino appena sistemato dal ragazzo.
-"Si, è il mio bar, cosa posso portarti?"
-"Mh, un cornetto al cioccolato e un succo di frutto all'arancia, grazie." Sorrise Francisco.
-"Arrivano subito." Federico segnò l'ordinazione sul suo piccolo bloc-notes e stava per andarsene quando Francisco lo fermò afferrandolo per un braccio.
-"Dopo possiamo parlare, per favore?" Gli chiese il giovane.
Il biondo annuì curioso di sapere cosa volesse da lui per poi allontanarsi.

-"Di cosa vuoi parlarmi?" Gli chiese Federico mentre lo serviva.
-"Siediti." Gli disse Francisco indicandogli la sedia davanti a lui.
Il minore obbedì e si mise a sedere.
-"Voglio parlarti di Benjamin."
-"Chissà perché ma la cosa non mi sorprende." Disse il biondo incrociando le braccia al petto.
-"Non ti sto tanto simpatico, vero?"
-"Conosci già la risposta."
-"Capisco, Federico non so con precisione cosa pensi di me ma, stai tranquillo, non voglio portarti via Benjamin."
A sentire quelle parole Federico non potè fare altro che ridere.
-"Federico sto dicendo sul serio."
-"Vuoi forse dirmi che lui non ti piace?"
-"Non sto dicendo questo, lui si mi piace, ma voglio la sua felicità e penso anche tu."
-"Certo che voglio la sua felicità, l'ho sempre voluta."
-"Bene, allora non vedo perché dobbiamo essere in lite, Benjamin è abbastanza grande e può decidere da solo con chi stare, non trovi?" Disse Francisco.
-"Si ma.."
-"Niente ma piccoletto, io farò ciò che mi sento di fare e tu farai lo stesso, se Benjamin sceglierà di stare con te a me starà bene e gli augurerò il meglio e se dovesse scegliere di stare con me tu farai altrettanto.
Ti sta bene?" Chiese il ragazzo.
Il più piccolo annuì, non gli avrebbe permesso di portarselo via, era il momento di dimostrare il suo amore a Benjamin.

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Ehi💕
Come già avrete capito voglio ringraziarvi per le novemila visualizzazioni di questa storia e le quasi cinquantamila di people fall in love in mysterious ways, mi fa infinitamente piacere che continuiate a leggerla❣
Come sempre, se volete parlare con me, riguardo la storia o non, potete contattarmi qui o mi trovate su Twitter con il nick @suarezgilliesIt, sarò molto felice di parlare con voi 😊
Baci, Michi💕

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