Fifty six.

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Il sole risplendeva alto nel cielo, non c'era più traccia della pioggia che pochi giorni prima aveva rovinato il weekend di molti in città, e illuminava quella calda Domenica di riposo che tutti avevano atteso con ansia durante tutta la settimana ma per qualcuno quella settimana non era stata lavorativa.
Benjamin e Federico avevano passato le loro giornate chiusi in casa, Federico era ammalato e il più grande si prendeva amorevolmente cura di lui, Benjamin aveva vegliato per tutto il tempo sul più piccolo e lo aiutava quando ne aveva bisogno, era il suo angelo custode, ma, fortunatamente per i due, la febbre aveva deciso di lasciare in pace il ragazzo dal ciuffo biondo.

In quella tranquilla domenica mattina i due ragazzi stavano facendo colazione nella veranda di casa loro, da lì riuscivano ad udire le risate dei bambini che giocavano e correvano allegre per le strade e questo rendeva allegri anche Benjamin e Federico, erano felici di sapere che, dopo tante disgrazie, in città regnasse l'allegria dovuta anche all'imminente arrivo della bella stagione.
-"È fantastico vedere la città così allegra, non trovi?" Gli chiese Federico mentre sorseggiava il suo tè caldo.
Benjamin gli rivolse un piccolo sorriso e rispose.
-"Si, è bello sapere che tutti sono felici, proprio come lo siamo noi." Disse e gli prese la mano.
-"O forse è proprio la nostra felicità a farci vedere tutti allegri." Rise il più piccolo e gli strinse la mano.
-"Beh allora se è così, a me, sta bene." Sorrise il moro.
-"Anche a me." Sussurrò Federico e riportò lo sguardo verso l'esterno.
-"Ti va di fare una passeggiata più tardi?" Gli chiese Benjamin.
Il biondo ci pensò su qualche istante.
-"Va bene, oggi pomeriggio?"
-"Va benissimo." Rispose sorridente il maggiore. "Ora preparati, tra poco cuciniamo." Aggiunse e si alzò.
-"Cosa?"
-"Preparati, tra poco cuciniamo." Ripetè il più grande.
-"Cuciniamo?" Chiese sorpreso Federico.
-"Si, io e te." Rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo Benjamin e prese i piatti per poi recarsi in cucina.
Il biondo, frettolosamente, si alzò e lo seguì all'interno.
-"Ben ma tu non sai cucinare!" Esclamò lui.
Il più grande si fermò di colpo, facendo così urtare il più piccolo sulla sua schiena, e si girò verso di lui.
-"Imparerò, qual è il problema?" Disse alzando un sopracciglio.
-"N-nessuno.." Balbettò il biondo in difficoltà.
-"Bene." Sorrise il moro. "Allora finisco di lavare i piatti e iniziamo a cucinare." Aggiunse e si recò in cucina.
Federico si lasciò cadere sul divano e si passò una mano sulla fronte per poi sospirare.
-"Sarà un distratto." Biascicò a voce, forse, troppo alta.
-"Cosa piccolo?" Disse il moro dalla cucina.
-"Nulla amore, nulla." Mentì il più piccolo e chiuse gli occhi.

Dopo poco più di mezz'ora, Benjamin, raggiunse il suo ragazzo in salotto e gli scosse un braccio per risvegliarlo dallo stato di dormiveglia in cui si trovava.
-"Ben, cosa c'è?" Sbadigliò Federico.
-"Dobbiamo cucinare." Gli disse sorridente il moro.
Benjamin sembrava così entusiasta di ciò che stavano per fare che Federico non se la sentì di dirgli che preferiva cucinare da solo e che aveva paura di ciò che poteva combinare, sapeva che in passato era davvero bravo a cucinare e sperava che quelle sue doti tornassero.
-"Va bene, andiamo." Finse un sorriso il più piccolo e si alzò.

-"Cosa vuoi mangiare?" Gli chiese Benjamin mentre si sistemava il grembiule bianco.
-"Qualcosa di semplice, non ho molta fame." Mentì Federico.
-"Mh, io voglio fare una torta." Disse felice il moro e aprì il frigo.
-"Una torta?" Ripetè sorpreso il più piccolo.
-"Esatto e poi vedremo cosa mangiare." Rispose Benjamin.
Federico sospirò, di nuovo, e prese la farina dal mobile.
-"Prendi le uova." Lo istruì il più piccolo.
Il moro annuì e fece come il ragazzo gli aveva detto.

Erano passate circa due ore e nella cucina dei due ragazzi regnava il caos, dalla strada quasi si potevano udire le urla di Federico che sbraitava per qualsiasi cosa e quelle di Benjamin che cercava di giustificarsi.
-"Ben hai bruciato tutto, di nuovo!" Urlò Federico indicando l'ennesima torta bruciata.
-"Non è colpa mia se ti spieghi male!" Urlò in risposta il maggiore e incrociò le braccia al petto.
-"Non è tanto complicato da capire, devi solo regolare il forno!"
-"Beh per me è complicato." Sbuffò Benjamin e si appoggiò al ripiano della cucina.
Il biondo prese un respiro profondo e chiuse gli occhi per tranquillizzarsi, non voleva continuare ad urlargli contro.
Poco dopo sentì dei passi leggeri dirigersi verso di lui e poi si sentì stringere da due braccia possenti, Federico, rilasciò un sospiro e appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo.
-"Scusami." Sussurrò Benjamin al suo orecchio.
-"Scusami tu, non dovevo prendermela con te."
-"In fondo hai ragione." Disse il più grande mentre si guardava intorno. "Ho fatto davvero un bel distratto." Aggiunse ridendo.
Al più piccolo scappò una piccola risata.
-"Già, davvero un bel disastro." Disse e alzò la testa per guardarlo.
Il moro si sporcò un dito con la farina e lo passò sul naso del suo ragazzo che continuava a guardarlo sorridente.
-"Anche tu sei un disastro." Disse ridendo Benjamin. "Il mio disastro più bello." Aggiunse sottovoce e fece sue le labbra rosee di Federico.

Erano le cinque del pomeriggio, Benjamin e Federico camminavano allegri per il centro della città mano nella mano, si erano già fermati al parco e a prendere un gelato ma, Federico, aveva una piccola sorpresa in serbo per il suo ragazzo che lo seguiva ignaro di tutto.
Dopo poco i due ragazzi si ritrovarono davanti ad un edificio che Benjamin non aveva mai visto prima, o almeno da quanto lui ricordasse.
-"Dove siamo?" Chiese curioso Benjamin.
-"Entriamo." Rispose sorridente Federico.
Il moro annuì e lo seguì all'interno, rimase a bocca aperta quando vide lo splendido spettacolo che si presentò davanti ai suoi occhi.
-"Ti piace?" Gli chiese sorridente il biondo.
Benjamin non rispose, si limitò a fare qualche passo avanti e a guardarsi intorno meravigliato.
-"Lo prendo come un si." Ridacchiò Federico, si mise dietro di lui e gli cinse la vita con le braccia.
-"È fantastico." Biascicò Benjamin e girò la testa per guardare il suo ragazzo.
-"Dai andiamo." Il biondo gli prese la mano e lo trascinò con sè.

I due ragazzi camminavano per il planetario e si guardavano intorno sbalorditi, indicavano quasi tutto ciò che si trovavano davanti e ridevano come due bambini per qualsiasi cosa ignorando le occhiatacce della gente intorno a loro che stavano disturbando.
Federico si diresse verso un punto preciso del posto, seguito da Benjamin, e guardò sbalordito le galassie davanti a lui.
-"È per questo che hai il tatuaggio dell'astronauta sul braccio?" Gli chiese Benjamin.
Federico annuì e sorrise al ricordo della sorpresa che, tempo prima, Benjamin gli aveva fatto per quel motivo, aveva fatto diventare casa loro un piccolo cielo pieno di stelle.
-"Perché sorridi?" Gli chiese il moro notando la sua espressione assente ma felice.
-"Mi sono ricordato della sorpresa che mi hai fatto quando ti ho detto che il mio sogno da piccolo era diventare astronauta, hai riempito casa nostra di stelle." Sorrise il più piccolo con lo sguardo perso nel vuoto.
-"Oh." Si limitò a dire Benjamin e ad abbassare la testa.
Al più grande pesava non ricordare momenti tanto importanti che aveva condiviso con il suo ragazzo, gli sarebbe piaciuto ricordare il loro primo incontro, le prime uscite, il primo bacio, tutto, ma non poteva, e anche se non dipendeva da lui lo faceva sentire ugualmente in colpa nei confronti di quel ragazzo che tanto amava.
Federico, notando il suo cambio d'umore, si avvicinò a lui e gli alzò il viso.
-"Non devi rattristarti." Gli disse e allungò una mano per accarezzargli la guancia. "Non è colpa tua se non ricordi, magari un giorno lo farai o forse no, ma a me non importa.
Ti ho già detto che per me non conta il passato, perché appunto è passato, a me importa solo di stare con te.
Delle volte mi è inevitabile pensare a ciò che è stato ma non lo faccio per farti sentire in colpa, anzi.
Ti sei di nuovo innamorato di me e io mi sono di nuovo innamorato di te ed è questo che conta, è importante il nostre presente e quello che sarà il nostro futuro.
Tutto ciò che voglio è averti accanto e vederti felice con me, nulla più." Continuò.
-"Io lo sono." Disse Benjamin. "Io sono felice con te." Aggiunse.
Il biondo sorrise debolmente e fece unire le loro labbra.
Lì, tra quelle stelle e pianeti tanto belli da vedere, lo spettacolo più bello erano loro.

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Ehi❣
Vi ringrazio infinitamente per le quarantanove mila visualizzazioni e anche per tutti i commenti che mi lasciate, siete fantastiche💕
Vi ricordo che se volete parlare con me della storia o di qualsiasi altra cosa potete contattarmi qui o mi trovate su Twitter come @suarezgilliesIt, sarò felice di parlare con voi❣
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Baci, Michi💕

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