Quella notte, per alcuni, era stata diversa, speciale.
C'era chi l'aveva passata a fare l'amore con la persona amata, chi in giro a divertirsi come non faceva da tempo, chi, per sfortuna, a litigare con qualcuno di importante per loro e chi invece l'aveva passata a ritrovarsi, proprio come Benjamin e Federico, loro, quella notte, l'avevano passata stretti l'uno all'altro a ritrovare ciò che erano, a sentire di nuovo di appartenersi, a professarsi amore eterno senza parole, a guardarsi negli occhi e perdersi e ritrovarsi in quei due mari senza fine ma senza aver paura di annegare.
Questi erano loro, un continuo ritrovarsi senza mai essersi persi davvero, gridarsi le peggiori cose e sussurrarsi dei ti amo rubati al destino.
Federico, dopo tanto tempo, era riuscito ad addormentarsi con un sorriso stampato in faccia, il petto di Benjamin era il suo cuscino preferito, gli era mancato riposare sul petto del ragazzo su cui tante notti aveva disegnato centinai di linee invisibili che portavano tutte al suo cuore, mille modi per ritrovarsi, così le chiamava il più piccolo, ogni linea simboleggiava un ostacolo che poteva separarli ma il cuore era il traguardo, il modo in cui l'avrebbero superato, insieme, lo stesso petto che tante volte aveva baciato e di cui aveva respirato profondamente il profumo fino a farlo suo, gli era mancato ma ora era di nuovo lì, un'altra linea da tracciare, un nuovo ostacolo che stavano superando, un nuovo ostacolo che non li avrebbe separati.
Il sole era sorto e illuminava maestoso le case dai tetti colorati della città, quella mattina non c'era traccia delle nuvole grigie che per giorni avevano tenuto compagnia ai cittadini, c'era solo un magnifico sole e un piacevolissimo tepore primaverile, quel tempo dava la giusta carica per affrontare la giornata.
La sveglia per qualche assurdo motivo quel giorno non suonò, forse era anche lei rimasta incantata nel vedere quei due ragazzi che si amavano con ogni cellula del loro corpo, che si desideravano e si possedevano più di quanto chiunque potesse immaginare, dormire di nuovo abbracciati dopo tanto tempo, troppo, anche per una stupida sveglia, e, forse, tra i suoi meccanismi c'era qualcosa che l'aveva spinta a dargli più tempo per sentirsi una cosa sola, senza distinzione, ma il suo piano non era durato poi tanto infatti poco più tardi del solito era stato Benjamin stesso ad aprire gli occhi ad un nuovo giorno.
-"Mhh.." Mugolò lui prima di gettare gli occhi sulla sveglia al suo fianco.
La vista del tardo orario non lo preoccupò minimamente, si era svegliato del tutto rilassato, per un giorno non sarebbe stato lui a correre contro il tempo ma il contrario, non aveva alcuna intenzione di fare le cose di fretta e, soprattutto, non aveva alcuna intenzione di mettere fine a quel momento.
Il suo sguardo ricadde sul ragazzo che stava dormendo stretto a lui, la testa del più piccolo poggiata sul suo petto mentre il suo respiro regolare si infrangeva contro di esso, non esisteva panorama migliore per i suoi occhi; lentamente iniziò ad accarezzargli i capelli, aveva paura di farlo male, sembrava così piccolo e fragile ai suoi occhi ma sapeva benissimo che non era così, quel ragazzo era la persona più forte che conosceva, non si arrendeva mai e lottava per ciò che desiderava; pian piano scese e iniziò a massaggiargli delicatamente il collo, cosa che provocò non pochi brividi nel ragazzo che come reazione si strinse di più al corpo del maggiore.
-"Fefè." Lo chiamò dolcemente, era la prima volta che usava quel soprannome e lo fece sorridere.
-"Mh."
La mano di Benjamin scese ancora di più, si infilò sotto la maglia del ragazzo, facendolo sussultare, e disegnò con le dita dei cerchi sulla sua schiena.
-"Su svegliati biondino." Gli sussurrò dolcemente prima di dargli un bacio sulla tempia.
-"Mh, buongiorno.." Disse con voce assonnata Federico.
-"Buongiorno piccolo Federico." Sorrise radioso il moro. "Dormito bene?" Aggiunse.
-"Benissimo, grazie." Rispose il più piccolo prima di accoccolarsi ancora un po' sul petto del maggiore e ispirare nuovamente quel profumo che tanto amava.
-"Anche io." Ammise il più grande.
-"Che ore sono?" Chiese il biondo, non che la cosa gli importasse ma era la prima domanda che gli era balzata per la mente.
-"Le otto e mezza." Rispose Benjamin continuando ad accarezzargli la schiena.
Federico spalancò gli occhi e stava per saltare e mettersi a sedere ma la mano di Benjamin sulla sua schiena e la sua leggera pressione glielo impedirono.
-"Ma è tardissimo! Dovremmo già essere al lavoro."
-"E se per un giorno restassimo a casa? Non so tu ma io non ho per niente voglia di andare a lavorare." Propose il moro.
Federico lo guardò e si ricordò delle innumerevoli volte in cui era stato proprio Benjamin a costringerlo ad andare a lavoro, compreso quella mattina, e mai avrebbe pensato di sentire una cosa del genere uscire dalla bocca di quello stesso ragazzo ma ne era felice, nemmeno lui aveva voglia di andare al bar.
-"Si, va bene!" Rispose il biondo cercando di trattenere la sua euforia.I due stavano facendo colazione nella loro cucina, le loro mani si sfioravano continuamente così come i loro sguardi, si sfioravano e si sfidavano, com'era quella cosa? Il primo che si innamora perde? Allora loro stavano perdendo alla grande, non riuscivano a fare meno dell'altro e nemmeno volevano, preferivano stare insieme e provocarsi con il fuoco dell'amore sapendo che mai si sarebbero scottati.
-"Federico?" Lo chiamò Benjamin con la bocca ancora piena dei cereali che stava mangiando.
-"Mh?"
-"Ti va di venire con me da Walter e Chiara?"
-"Chi sono?" Chiese curioso il più piccolo mentre giocava con i pochi cereali rimasti nella sua tazza.
-"La coppia che mi ha aiutato durante questi mesi." Spiegò il moro.
-"Oh."
-"È da un po' che non li vedo e dopo tutto quello che hanno fatto per me non voglio abbandonarli."
-"Capisco, anche io non lo farei, e si, mi va di venire con te." Accettò l'invito sorridendo il biondo.
-"Bene, allora finisci di mangiare e andiamo."Benjamin e Federico erano riusciti ad arrivare alla casa dei due coniugi dopo non pochi giri a vuoto, le indicazioni di Benjamin erano pessime così come anche la conoscenza della città di Federico.
-"È questa?" Chiese il biondo che non ne poteva più di girare a vuoto.
-"Si, è questa."
Federico tirò un sospiro di sollievo e seguì Benjamin fuori dalla macchina.
Il più grande bussò mentre Federico si concedeva qualche istante per ammirare l'esterno della casa, sembrava molto antica e, doveva ammettere, gli piaceva molto.
Una donna di età avanzata venne ad aprirgli la porta aveva un qualcosa che ispirava fiducia, metteva allegria.
-"Benjamin!" Quasi urlò non appena vide il ragazzo moro oltre la soglia e gli gettò le braccia al collo.
-"Ehi Chiara, che bello vederti." Disse sorridendo lui e ricambiando l'abbraccio.
Il biondo, in tutto questo, si sentiva il terzo incomodo, si sentiva come i guardoni, era in imbarazzo ma per fortuna il momento durò poco e la donna dagli occhi scuri prese a guardalo attentamente.
-"Lui chi è?" Chiese infine.
-"Lui è Federico."
-"Ed è?" Chiese ancora la signora.
In men che non si dica il volto di Benjamin cambiò colore, passò da bianco a rosso e viceversa continuamente mentre si grattava la nuca nervosamente.
-"Sono un suo amico." Rispose infine il più piccolo togliendo dall'imbarazzo il moro, decise che era meglio definirsi tale perché, infondo, non si erano ancora fidanzati di nuovo.
-"Oh bene, Benjamin dentro c'è mio nipote, quello di cui ti ho parlato tanto."
-"Francisco?"
-"Si, lui e non vede l'ora di conoscerti, su entrate!" Li invitò ad entrare la signora e i due obbedirono.
-"Benji! Che piacere rivederti!" Lo salutò Walter alzandosi dal divano marrone scuro in tinta con la casa, era così diversa dalla loro così moderna.
-"Walter! Purtroppo non sono potuto venire prima."
-"Capisco capisco, questo giovanotto qui chi è?" Chiese il signore sorridente rivolto a Federico.
-"È Federico, un suo amico." Rispose la moglie. "Vuoi qualcosa caro?" Sorrise.
-"No, grazie mille signora." Rifiutò l'offerta imbarazzato.
-"Non darci del voi o ci fai sentire vecchi." Rise l'anziano signore. "E non sentirti in imbarazzo, se sei amico di Benjamin andrai d'accordo anche con noi."
Federico sorrise, gli erano simpatici quei due anziani.
-"Chi ha bussato?" Disse una voce che stava scendendo le scale, una voce giovane, come loro, una di quelle che a Federico non ispiravano granché.
Dopo pochi secondi un ragazzo dai capelli scuri e gli occhi altrettanto fece la sua entrata nel salotto e rivolse un'occhiata ai due ragazzi.
-"Tesoro questi sono Benjamin e Federico." Li presentò Chiara.
Gli occhi del ragazzo si illuminarono.
-"Quel Benjamin?"
-"Si tesoro, proprio lui."
Il ragazzo si avvicinò loro e porse la mano prima a Federico.
-"Piacere, io sono Francisco."
-"Federico." Rispose afferrando la mano.
Francisco non gli dedicò un secondo di più e rivolse la sua attenzione all'altro.
-"E tu devi essere Benjamin."
-"Si, sono io."
-"Ho sentito molto parlare di te."
-"Anche io."
-"Bene, magari ci divertiremo insieme." Rise lui.
Una risata che fece accapponare la pelle di Federico, a differenza dei due coniugi, lui non gli ispirava fiducia, neanche un po' ma non gli avrebbe permesso di portarsi via Benjamin, non l'avrebbe permesso a nessuno.
STAI LEGGENDO
Revival || Fenji.
FanfictionRevival || Fenji. "Ad un anno dalla morte di Benjamin la vita di Federico continua ad essere vuota, un continuo sopravvivere aspettando la fine di tutto ma qualcosa lo risveglierà dallo stato in cui si trova. Rinascerà." Sequel di People fall in lov...