Fifty five.

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La sera precedente i due ragazzi l'avevano passata a ridere e scherzare in quel parco quasi abbandonato, c'erano solo loro e la pioggia e continuavano a inseguirsi e farsi stupidi scherzi come se fossero due bambini e, in effetti, quando erano insieme tornavano piccoli, quando erano insieme erano liberi di essere tutto ciò che volevano, non c'erano maschere che tenevano tra di loro, e tutti i loro i piccoli inseguimenti terminavano con uno dei due con la schiena ad un albero mentre l'altro baciava avidamente le sue labbra; il loro amore illuminava quel posto, nemmeno la pioggia li aveva disturbati, a loro due bastava stare insieme.
Erano la loro casa.

La pioggia continuava a battere lenta sulle finestre delle case della città, per tutta la notte gli abitanti del posto erano stati cullati dal dolce rumore che la pioggia emetteva ma non tutti erano riusciti a dormire.
Federico per tutta la notte non aveva fatto altro che rigirarsi nel letto e tossire continuamente, aveva un forte mal di testa che gli impediva di conciliare il sonno e impediva anche al ragazzo al suo fianco di dormire, Benjamin, aveva passato tutta la notte a prendersi cura di lui, aveva cercato in ogni modo di alleviare il suo dolore ma non c'era stato nulla da fare, anche stringerlo forte a lui non era servito a riscaldarlo, continui brividi di freddo invadevano il corpo del più piccolo che si sentiva estremamente stanco.
-"Piccolo come ti senti?" Gli chiese Benjamin mentre entrava nella loro stanza con due spremute d'arancia.
Federico si limitò a mugugnare qualche parola priva di significato e a rannicchiarsi di più sotto la calda coperta che poco prima il ragazzo gli aveva dato.
Il moro si mise a sedere accanto a lui e gli passò la spremuta che l'altro afferrò con mano tremante.
-"Hai ancora freddo?" Gli chiese lui.
Il biondo annuì debolmente e prese un generoso sorso della bevanda che il suo ragazzo gli aveva preparato ma il suo cattivo sapore gli impedì di bere ancora e tossì pesantemente.
-"Fede che c'è?" Gli chiese il maggiore. "Non ti piace?" Continuò.
-"Non è colpa tua, anche la cena di ieri sera non è mi è piaciuta." Rispose il più piccolo e poggiò sul comodino il bicchiere ancora quasi pieno.
-"Hai mal di gola?"
Federico annuì e lascio cadere la testa sul cuscino.
Il più grande allungò una mano per accarezzargli la guancia ma, nel sentire quanto il suo ragazzo scottasse, subito dopo la ritirò.
-"Ma scotti tantissimo!" Esclamò.
-"Mh?" Mugugnò il biondo e chiuse gli occhi.
Benjamin si alzò e si diresse verso il bagno per prendere un termometro.

-"Hai la febbre piccolo." Disse dopo qualche minuto il maggiore.
-"Alta?" Chiese Federico.
-"Fortunatamente non troppo." Lo rassicurò l'altro.
Il biondo fece un cenno con la testa e tossì pesantemente.
-"Chiamo i ragazzi." Lo avvisò Benjamin e prese il cellulare.
-"Ben vai a lavoro, non preoccuparti per me." Sussurrò il più piccolo.
-"Resto qui con te e non serve che insisti, non cambierò idea." Controbatté il moro e compose il numero di Josh.
Federico, rassegnato, sospirò e si mise comodo nel letto.

Il cielo si stava man mano rasserenando, non c'era quasi più traccia della pioggia che fino a poca prima bagnava le strade ininterrottamente, in piazza era tornato il solito movimento tipico del lunedì mattina, l'unica differenza era l'assenza dei due ragazzi nelle loro rispettive attività.
Federico era ancora a letto e continuava tossire mentre Benjamin si occupava amorevolmente di lui, gli aveva dato delle medicine ma non avevano avuto un grande effetto in quanto il biondo non si sentiva affatto meglio, l'unica sua consolazione era la vicinanza del moro.
-"Hai freddo?" Sussurrò il maggiore e gli lasciò un bacio sulla spalla.
Federico, lentamente, si voltò fino a trovarsi faccia a faccia con il suo ragazzo e un piccolo sorriso si fece spazio sul suo volto.
-"Va meglio, grazie."
-"Sicuro?" Gli chiese Benjamin e allentò leggermente la presa sul ragazzo.
-"Si ma continua a stringermi." Sussurrò il biondo e si accoccolò al petto del più grande.
Il moro sorrise e riprese a stringerlo mentre gli accarezzava i capelli.
-"Chissà come ho fatto a prendere la febbre." Sospirò il più piccolo.
-"Davvero non lo sai?" Chiese retorico il maggiore.
-"Che intendi?"
-"Ieri sera, sotto la pioggia."
-"E perché tu non l'hai presa?"
-"Perché io, a differenza tua, mi sono coperto." Rispose Benjamin mentre un sorriso compiaciuto si faceva spazio sul suo viso.
Federico sbuffò e chiuse gli occhi, non gli avrebbe dato la soddisfazione di ammettere che aveva ragione lui.
-"Anche se non lo ammetti so di avere ragione."
Rise il moro.
Ormai i due si conoscevano alla perfezione, non avevano bisogno di parole, sapevano cosa provavano, sapevano come prendersi e sapevano anche quando l'altro aveva bisogno di tempo per sè.

Erano le quattro di pomeriggio, dopo non poca fatica, Benjamin era riuscito a far addormentare il più piccolo che dormiva beato tra le sue braccia.
La testa del minore era poggiata sul petto del moro mentre questo giocherellava distrattamente con i suoi capelli, un braccio di Federico gli cingeva i fianchi mentre l'altro era poggiato in malo modo accanto alle sue labbra schiuse, le guance più rosse del solito per la febbre gli donavano, se possibile, un aspetto ancora più tenero.
Dopo non molto il più piccolo aprì lentamente gli occhi e si accoccolò di più al petto del suo ragazzo che gli sorrise.
-"Ben svegliato."
-"Ehi." Bisbigliò Federico.
-"Come ti senti?" Gli chiese Benjamin mentre continuava a giocare con i suoi capelli.
-"Meglio, grazie."
-"Ti va di fare un bagno?" Propose il più grande dopo vari attimi di silenzio.
Il biondo alzò il viso per guardarlo.
-"Lo fai con me?" Gli chiese timidamente.
-"Ma certo." Gli sorrise il moro.

Federico era seduto sulla lavatrice con le gambe a penzoloni e continuava a guardare il ragazzo davanti a lui mentre questo riempiva la vasca, il biondo, dalla posizione, in cui si trovava riusciva ad intravedere tanta schiuma e il suo ragazzo concentrato nel preparare a tutto.
-"Ho fatto." Disse dopo poco il moro e si avvicinò al più piccolo che gli sorrise. "Vieni." Aggiunse e lo prese in braccio.
Lentamente lo spogliò dei suoi vestiti e lo mise nella vasca mentre lui faceva lo stesso.
Un sorriso enorme comparve sul volto del minore quando Benjamin entrò nella vasca e lo fece accomodare tra le sue gambe.
-"Va bene così?" Chiese il maggiore. "O è troppa freddo o calda?" Continuò a chiedere.
-"Va benissimo così, grazie." Lo ringraziò il più piccolo.
Il moro allacciò le sua braccia sulla vita del minore e lo attirò verso di sè.
-"Grazie." Biascicò imbarazzato Federico.
-"Per cosa?" Chiese curioso il più grande mentre, con una mano, gli accarezzava il petto.
Il biondo buttò la testa all'indietro e la poggiò sulla spalla del suo ragazzo.
-"Per tutto." Rispose. "Per prenderti cura di me, per starmi sempre accanto e, soprattutto, per amarmi." Continuò.
Benjamin gli diede alcuni baci sulle spalle prima di iniziare a parlare.
-"Vedi Federico, a te sembrerà che faccio tutto questo per te, e in parte è vero, ma lo faccio per me.
Io non riesco a stare separato da te e vederti sorridere per merito mio mi rende orgoglioso, amo vedere che stai bene quanto sei con me.
Prendermi cura di te fa stare bene anche me, se stai bene tu sto bene anche io, perché noi, siamo una cosa sola, i nostri cuori si appartengono e se uno è felice lo è anche l'altro.
Io sono felice se tu sei felice." Gli disse.
Federico si morse il labbro e alzò la testa per poi fare unire le loro labbra.

Revival || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora