Fifteen.

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Il buio.
Tutto ciò che lo circondava era buio, nessuna luce in lontananza, solo un buio pesto che quasi faceva male ai suoi occhi azzurri e delicati.
-"Federico?" Lo chiamò Benjamin sperando che il ragazzo fosse nascosto lì, da qualche parte in quel buio che non era mai stato così accecante.
Dei singhiozzi interruppero il silenzio che regnava in quello spazio infinito, singhiozzi disperati che lo fecero sussultare.
-"Chi c'è?!" Urlò sperando in una risposta.
Il buio totale venne spezzato da un piccolo spiraglio di luce creatosi nel fondo più remoto di quel posto.
Benjamin, senza perdere nemmeno un solo minuto, corse verso quel punto nella speranza di trovare un'uscita o almeno qualche indizio su dove si trovava ma lì non c'era nulla di  tutto ciò, man mano che si avvicinava riusciva a intravedere sempre meglio una sagoma, o meglio due, erano due ragazzi, uno dei due era sdraiato e non riusciva a muoversi e l'altro era sopra di lui e continuava a toccarlo e baciarlo senza il suo permesso.
Quei singhiozzi provenivano dal ragazzo disteso e legato.
Il moro rallentò il passo quasi spaventato nel momento in cui riuscì a riconoscere chi era uno dei due ragazzi.
Federico.
Il suo Federico era succube di quel ragazzo dai capelli rossi.
-"Fe-Federico.." Sussurrò lui mentre se ne stava in piedi davanti a loro senza sapere cosa fare.
Il ragazzo si girò verso di lui e rivelò due occhi verdi iniettati d'odio, occhi che lo spaventavano.
-"Non riuscirai a salvarlo di nuovo mio caro Benjamin." Disse prima di scoppiare in una risata che fece accapponare la pelle del più grande.
-"Ben.." Lo chiamò Federico con le lacrime che sgorgavano furiose dai suoi occhi.
-"Lascialo!" Urlò il più grande.
Provava ad avvicinarsi a loro due per spingere via quel diavolo sotto sembianze umane e salvare il suo piccolo ma c'era qualcosa che glielo impediva, ogni passo in avanti che compiva serviva a far allontanare di più i due.
Solo in quel momento si rese conto che il buio che prima li circondava era sparito, non ce n'era più traccia, ed era stato sostituito da quella che agli occhi di Benjamin sembrava una cucina e Federico era legato ai piedi del tavolo.
-"Io non lo lascio, sei tu quello che l'ha fatto.
Attento caro Mascolo, la fine non è ancora arrivata, sono io ad avere il coltello dalla parte del manico.
Fossi in te starei attento a questo piccolino."
Lo avvisò il rosso prima di sparire e portare via con sè tutto il resto.

Benjamin si svegliò di scatto affannando e sudato, quel sogno, anzi quell'incubo, l'aveva spaventato, chi era quel ragazzo? L'aveva già visto prima? E, soprattutto, cosa voleva da Federico?
"Federico!"
Si girò e si guardò intorno alla ricerca del più piccolo ma solo dopo poco si ricordò che Federico dormiva ancora nell'altra stanza, velocemente scese dal letto e, senza nemmeno infilarsi le ciabatte, corse nella stanza del biondo e spalancò la porta; Federico stava beatamente dormendo stretto tra le sue coperte e la bocca schiusa, i capelli gli ricadevano delicati sulla fronte, la bocca più rosea del solito gli fece venire una grande voglia di baciarlo ma non poteva, Federico non gli apparteneva.
A passi lenti si avvicinò al letto del ragazzo, scostò leggermente le coperte e si sdraiò accanto al biondo.
-"Ci sono io a proteggerti piccolo mio." Gli sussurrò all'orecchio e lo strinse forte contro il suo petto.
Era il suo tesoro e nessuno gliel'avrebbe portato via.

Erano le quattro di mattina, la schiena di Benjamin era poggiata alla testiera del letto e la testa di Federico era posizionata sulla sua pancia mentre lui, delicatamente, gli accarezzava la testa.
Un rumore proveniente dalla strada fece svegliare il più piccolo che sbattè le palpebre più volte prima di rendersi conto di dove era poggiata la sua testa, con una mano percorse il petto del maggiore che non smetteva di fissarlo.
-"Benjamin." Sussurrò con la testa ancora sulla sua pancia.
-"Torna a dormire, è ancora presto." Rispose con tono di voce basso mentre ancora giocava con i suoi capelli.
-"Che ci fai nella mia stanza?"
-"Vuoi che me ne vada?"
Il più piccolo scuotè la testa e strinse la sua maglietta.
-"Volevo solo sapere perché sei qui, tutto qui." Fece spallucce lui.
-"Ho fatto un brutto sogno." Si limitò a dire il moro.
Federico girò la testa e la rivolse verso il maggiore che smise di accarezzargli i capelli.
-"Cos'hai sognato?" Chiese prima di lasciargli un bacio sul petto ricoperto dalla canotta nera.
-"C'eri tu e un ragazzo dai capelli rossi, lui ti toccava e baciava contro la tua volontà mentre tu eri legato ad una sedia e mi ha detto che non è ancora finita, che devo starti accanto.
Non so chi sia ma aveva degli occhi che se ci penso mi vengo i brividi." Spiegò il più grande guardando un punto indefinito della stanza.
-"Caleb, si chiama Caleb." Gli disse il biondo accarezzandogli il petto.
-"Lo conosci?"
-"Purtroppo si e lo conosci anche tu."
-"Davvero?"
Federico annuì.
-"Quello che hai sognato è successo davvero, lui ha provato a violentarmi ma tu mi hai salvato."
Il ricordo di quella sera si fece spazio nella sua mente facendolo tremare leggermente, il ricordo delle mani del rosso sul suo corpo era ancora vivo a distanza di più di un anno.
Il più grande notò il suo stato e lo strinse forte a lui.
-"Ci sono io a proteggerti piccolo Federico.
Non lascerò mai che quel ragazzo o chiunque altro ti tocchi anche solo con un dito.
Tu sei troppo speciale per lasciarti andare via da me, io sarò sempre qui, con te, a condividere momenti belli e momenti brutti.
Non temere mai."

La notte passò velocemente, i due si erano addormentati con dolci parole sussurrate all'aria perché troppo codardi per sussurrarle all'orecchio dell'altro e abbandonarsi all'amore.
Non era ancora il momento.
Dalla cucina si sprigionava un buonissimo odore di muffin e caffè e si sentivano risate e chiacchiere che riempivano tutte le stanze.
-"Oddio Fede è tardissimo!" Esclamò Benjamin controllando l'ora sul suo iPhone.
-"Si, andiamo." Rispose Federico con molta più calma rispetto all'altro.
I due presero le loro cose e si diressero in macchina.
Nessuno dei due durante il viaggio osò dire parola, entrambi volevano parlare di quello che era successo quella notte, di come si erano trovati ancora una volta a desiderare le braccia dell'altro, di sentirsi vicini, di amarsi come se mai nulla fosse successo ma nessuno dei due lo fece, preferirono lasciare che fosse il silenzio a parlare per loro.
Arrivarono al negozio del moro e lo trovarono già aperto, doveva essere stato Josh ad aprire.
-"Buona giornata Ben." Lo salutò sorridendo Federico.
-"Perché..perchè non entri un po'? Non vieni da tanto al negozio.." Propose balbettando imbarazzato il più grande.
-"Si, va bene."

-"Ehi ragazzi, buongiorno." Li salutò sorridente Jake intento a cercare qualcosa in uno scatolone.
-"Ehi Jake." Lo salutò Federico.
-"Buongiorno ragazzi." Li salutò Benjamin.
-"Fede! Che piacere vederti!" Disse James prima di abbracciare il biondo.
-"Ciao James." Sorrise il ragazzo e ricambiò l'abbraccio.
Il più grande stava per mostrare la sua contrarietà verso quel gesto ma venne bloccato dal suono delle campanelle.
-"È aperto?" Chiese il ragazzo appena entrato.
Federico e James sciolsero l'abbraccio e rivolsero la loro attenzione verso la porta.
-"Si, è aperto." Rispose James.
Il ragazzo si avvicinò loro e sorrise.
-"Benjamin!" Esclamò.
-"Ehi Francisco, che piacere vederti." Sorrise il moro.
-"Quindi è qui che lavori?"
-"Si, esatto, cosa ci fai qui?"
Nuovamente il più piccolo era scomparso per loro due.
-"Stavo cercando un CD ma dato che sei qui magari potremmo andare a fare un giro per parlare un po', se ti va." Lo invitò Francisco.
-"Si, va bene, scegli il CD e andiamo." Accettò radioso il moro.
Il cuore di Federico si fece piccolo piccolo, il suo amore aveva accettato felice l'invito di un altro ragazzo dopo la notte che avevano passato, tutte le poche certezze che si stava costruendo si infransero rumorosamente lasciando lì, davanti ai due ragazzi che si sorridevano felici, a crollare senza nessuno che lo fermasse.

Revival || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora