La nuova settimana di lavoro era iniziata coinvolgendo attivamente tutti gli abitanti, quella settimana sembrava diversa dalle altre, nessuno si era lamentato per il ritorno alle solite attività quotidiane, erano tutti attivi e con voglia di fare, adulti e bambini svolgevano le loro normali attività con il sorriso stampato in faccia, era una gioia vedere la città così felice, anche senza apparente motivo, forse era semplicemente l'aria primaverile che stava arrivando.
Ma nonostante l'allegria generale c'era qualcosa che continuava a turbare il più piccolo anche se non lo dava a vedere, non voleva dare altre preoccupazioni a Benjamin, erano tre giorni che quel poliziotto, fin troppo strano per i gusti di Federico, non andava ad importunarlo al suo bar, questa cosa doveva renderlo felice, rilassato, eppure era esattamente il contrario, la sua assenza provocava una forte agitazione nel ragazzo dal ciuffo biondo che non riusciva a spiegarsi cosa quel ragazzo volesse da lui, nelle varie occasioni in cui l'aveva incontrato, Robert, gli aveva ampiamente dimostrato l'astio che provava nei suoi confronti il che era surreale dato che non si erano mai incontrati prima, anche se, il volto di quel ragazzo aveva un che di familiare agli occhi di Federico che cercava di ricordare in che momento della sua vita lo aveva incontrato ma senza buoni risultati; per di più erano anche vari notti che non riusciva riposare correttamente, negli ultimi giorni Benjamin era anche stato costretto ad alzarsi molto presto per il negozio quindi non poteva neppure contare sulla stretta del suo ragazzo, era solo ad affrontare i suoi incubi.Era un mercoledì mattino abbastanza tranquillo, i vari clienti presenti nel bar erano poco esigenti e abbastanza amichevoli e ciò regalavo al biondo l'opportunità di rilassarsi, continuava a ripetersi che non aveva motivo di agitarsi.
Mentre il più piccolo era occupato a preparare il cappuccino per un cliente sentì dei passi provenire dall'ingresso del locale, non gli diede molto peso in quanto pensava si trattasse di un cliente come tanti altri, fu quando il misterioso cliente arrivò al bancone che il ragazzo lo notò.
-"Ciao Federico."
Federico alzò la testa e per poco non gli cadde il cappuccino che teneva tra le mani.
-"Agente Miller, posso aiutarla?" Gli chiese con finta cortesia.
-"Oh, lo spero bene." Finse un sorriso Robert.
-"Mi dica, cercherò di fare il possibile."
-"Robert! Potevo aspettarmi!" Quasi gridò l'agente Mitchell che era appena entrato affannando nel locale.
Robert alzò gli occhi al cielo e sbuffò sonoramente.
-"Buongiorno agente Mitchell." Lo salutò cordiale Federico, la sua presenza lo faceva sentire al sicuro, anche se, desiderava Benjamin al suo fianco.
-"Signor Rossi, buongiorno." Gli sorrise Martin. "Bel locale." Aggiunse guardandosi intorno.
-"Mi fa piacere che sia di suo gradimento." Sorrise il più piccolo.
-"Abbiamo finito con le smancerie? Non siamo qui per questo." Sbottò Robert e lanciò un'occhiataccia al suo collega.
-"Posso chiedervi perché siete qui?"
-"Siamo qui per il tuo incidente, mi sembra ovvio." Rispose Robert con il suo solito tono da chi crede di essere superiore a tutti.
-"Dovrebbe venire con noi." Aggiunse Martin.
-"Con voi? Dove?" Chiese il più piccolo confuso.
-"In centrale." Rispose Robert.
-"C-cosa? Perché?" Balbettò il biondo.
-"Non si tratta di nulla di male, deve solo ripeterci la sua versione e firmare il verbale, non ci vorrà molto." Lo rassicurò Martin.
-"Oh, va bene." Rispose il minore mentre cercava di tranquillizzarlo. "Potete darmi cinque minuti? Avverto i ragazzi e prendo le mie cose." Chiese.
-"Ma certo." Rispose l'agente.
-"Sbrigati, non abbiamo tempo da perdere e non cercare di fare mosse azzardate, ricordati che ti tengo d'occhio." Lo minacciò Robert.
Federico decise di non rispondere alle sue minacce e si limitò ad annuire e ad allontanarsi dai due agenti.-"Ecco, sono pronto." Annunciò Federico raggiungendo i due poliziotti e mentre si sistemava la giacca.
-"Era ora." Sbuffò Robert.
Il biondo alzò gli occhi al cielo e si trattene a stento dal fare qualche gesto poco carino.
-"Può seguirci con la sua macchina?" Gli chiese Martin.
-"Certo, andiamo."Il viaggio in macchina, per quanto breve sia stato, era servito unicamente per far aumentare la preoccupazione del più piccolo, era stato tutto il tempo dietro l'auto della polizia, per sua fortuna viste le mosse azzardate fatte da Robert nel traffico, e continuava a chiedersi se lo stavano portando in centrale realmente per la dichiarazione o c'era altro, la presenza di Martin lo rassicurava ma Robert continuava a spaventarlo.
I tre erano giunti alla centrale e dopo i vari giri fatti da Federico per trovare parcheggio, sotto lo sguardo attento di Robert, entrarono nell'edificio.
Federico sentiva una morsa allo stomaco a sapere che a pochi metri di distanza da lui era rinchiuso il suo peggiore incubo, poteva giurare di sentire lo sguardo penetrante di Caleb corrodergli la pelle e quasi riusciva a intravedere tra quelle stanze il ghigno malefico del rosso mentre si prendeva gioco di lui.
-"Si accomodi." Lo invitò a sedersi Martin una volta entrati in un piccolo ufficio.
Il biondo annuì e si sedette sulla sedia grigia difronte ai due.
-"Allora raccontaci come sono andate le cose." Gli ordinò Robert facendo uno dei suoi soliti sorrisetti che facevano accapponare la pelle di Federico.
Il più piccolo annuì e iniziò a parlare.
-"Un mese fa ho avuto un incidente, stavo uscendo dal negozio di Benjamin, il mio ragazzo, e stavo correndo, correvo il più possibile, non so dire con precisione se stessi camminando per strada o sul marciapiede, ero molto agitato e confuso per degli avvenimenti personali che si erano appena verificati, tutto ciò che ricordo è che mentre correvo ho sentito il rumore di una macchina farsi sempre più vicina ma quando ho realizzato ciò che stava per accadere era troppo tardi, la macchina mi ha travolto e ho perso i sensi." Spiegò Federico cercando di essere il più preciso possibile, voleva evitare ulteriori domande da parte del biondo Robert.
L'agente Mitchell annuì e trascrisse parola per parola sul suo computer.
-"Perfetto, ora non ci resta che stampare e firmare e dopo è libero di andare." Gli disse lui e si avvicinò alla stampante. "Oh, accidenti." Disse.
-"Cosa c'è?" Gli chiese Robert fingendo interesse.
-"Sono finiti i fogli." Disse Martin e si alzò in piedi. "Vado a prenderli in magazzino, torno subito." Aggiunse e uscì dalla stanza.
Federico si ritrovò a pregare mentalmente affinché fosse Robert ad uscire dalla stanza e non Martin, non voleva restare nuovamente da solo con lui, ma purtroppo era troppo tardi.
-"Hai fatto una gran bella descrizione dei fatti." Disse Robert senza guardarlo.
-"È ciò che è successo." Scrollò le spalle il biondo.
-"Sembra una di quelle dichiarazioni studiate a tavolino." Lo provocò l'agente.
-"Cosa?"
-"Hai sentito mio caro, sei un bugiardo, ammettilo." Disse Robert guardandolo finalmente negli occhi.
-"Non sto mentendo e lo sa benissimo."
-"Io so che tu hai sbagliato e me la pagherai, ce la pagherai, non dovevi farlo mio caro biondino." Disse Robert prima di scoppiare a ridere.
Quella risata.
Ora Federico sapeva perché Robert gli era così familiare.
Gli ricordava Caleb.
Era certo che i due avessero qualcosa a che fare, che fossero in combutta ma non aveva modo di dimostrarlo.
-"Eccomi qui." Disse Martin entrando nell'ufficio. "Certo che qui dentro è davvero difficile trovare della carta." Aggiunse ridendo.
Ma nessuno dei due ragazzi gli stava prestando attenzione erano occupati a sfidarsi con lo sguardo, Federico non aveva intenzione di cadere nuovamente nella trappola del rosso e Robert non si sarebbe arreso fino a quando non avrebbe reso felice Caleb.
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Revival || Fenji.
FanfictionRevival || Fenji. "Ad un anno dalla morte di Benjamin la vita di Federico continua ad essere vuota, un continuo sopravvivere aspettando la fine di tutto ma qualcosa lo risveglierà dallo stato in cui si trova. Rinascerà." Sequel di People fall in lov...