-"Io sono l'agente Miller, Robert Miller, e vorrei parlare con il signor Rossi."
Quella frase provocò una strana sensazione in Federico che restava immobile, accanto al suo ragazzo, mentre guardava quel poliziotto davanti a lui, continuava ad osservarlo e gli sembrava sempre di più che quel ragazzo avesse qualcosa di strano, non come l'altro poliziotto che gli ispirava sicurezza, nei suoi occhi vedeva qualcosa di diverso e, quasi lo spaventava, il modo in cui continuava a guardarlo senza mai distogliere lo sguardo da lui.
Federico e Robert continuavano ad osservarsi, non si staccavano gli occhi di dosso, mentre gli altri due restavano indifferente a ciò che stava succedendo tra di loro, Robert moriva dalla voglia di far felice il suo ragazzo e eliminare il ragazzo dal ciuffo biondo e Federico, ignaro di chi fosse quel ragazzo, si domandava cosa avesse di strano, alla fine, il più piccolo si ritrovò ad accettare l'idea che quel ragazzo gli provocasse quella strana, in senso negativo, sensazione solo per via della loro somiglianza.
Federico ignorava il fatto che quel ragazzo l'avrebbe portato dritto dal suo peggiore incubo, incubo di cui pensava di essersi liberato una volta per tutte.
-"Si, accomodatevi." Fu la voce di Benjamin a risvegliare i due ragazzi da quello stato in cui si trovavano e distolsero lo sguardo dall'altro.
-"Signore potrebbe uscire?" Chiese Robert diretto a Benjamin.
-"Cosa?" Chiese Federico cercando di non mostrare l'ansia che aveva in quel momento.
-"Il signore." Disse Robert e indicò il moro. "Dovrebbe uscire." Aggiunse.
-"Sono il suo ragazzo, non ci sono segreti tra di noi." Rispose il più grande.
-"Ma è una questione privata." Ribatè il ragazzo.
-"Dai Robert, non ci sono problemi se il ragazzo resta, tanto gli faremo solo qualche domanda per iniziare il caso." Intervenne l'altro poliziotto.
-"E va bene Martin." Sbuffò Robert. "Ma alla prima parola non richiesta se ne va via." Aggiunse guardando il maggiore che annuì e si sedette sul divano dove erano seduti prima.
Federico prese posto accanto al suo ragazzo e poggiò la testa sulla spalla di Benjamin mentre questo lo stringeva sotto lo sguardo disgustato di Robert che non faceva altro che pensare a Caleb e a come renderlo felice, aveva fatto tanto per farsi affidare il caso di Federico ed ora non poteva fallire.
-"Siete qui per il mio incidente?" Chiese il biondo.
-"Si, siamo qui per questo." Gli sorrise Martin ed estrasse dalla sua cartellina nera alcuni fogli. "Non ci vorrà molto, vorremmo fargli solo alcune domande su quello che è successo." Continuò.
Federico abbozzò un sorriso e prese la mano del suo ragazzo che non esitò a stringere.
La porta del magazzino si aprì e fece il suo ingresso Luke con un vassoio tra le mani.
-"Scusate." Disse il ragazzo.
-"Cosa c'è Luke?" Gli chiese Benjamin.
-"Vi ho portato del caffè e dei biscotti." Disse Luke e poggiò il vassoio sul piccolo tavolino tra di loro.
In quel momento, Federico gli rivolse un sorriso di gratitudine, quella sua piccola intrusione era riuscito a calmarlo.
-"Grazie mille." Lo ringraziò sorridente Martin.
-"Deve interromperci ancora molta gente?" Sbottò Robert e lanciò un'occhiataccia a Luke che immediatamente abbassò la testa.
-"Scusate..." Si scusò il ragazzo.
-"Non preoccuparti ragazzo, va pure e grazie per il caffè." Si intromise il poliziotto.
Luke gli rivolse un piccolo sorriso e uscì dalla stanza chiudendo la porta.
Robert era estremamente infastidito dal fatto che gli avessero affiancato Martin Mitchell, era tra i poliziotti più gentili e onesti che quella città potesse vantare, era praticamente impossibile riuscire a coinvolgerlo nel suo piano di eliminare Federico e rendere felice Caleb.
-"Allora, iniziamo?" Chiese il poliziotto.
Poco prima che Federico potesse rispondere Robert lo fece per lui.
-"Certo che iniziamo, non siamo qui per perdere tempo." Rispose lanciando un'occhiata di sfida al più piccolo che si strinse ancora di più al suo ragazzo. "Allora Federico, quanto tempo fa è successo il tuo incidente?" Gli chiese.
-"Circa un mese fa." Rispose il biondo.
-"Circa un mese fa? Non potresti essere più preciso?" Chiese Robert.
Il più piccolo sospirò e rispose.
-"Ventisette giorni fa."
-"Bene, come sono andate le cose?" Gli chiese Martin mentre addentava un biscotto.
-"Ero in strada, stavo correndo, non ho visto la macchina arrivare e mi ha travolto." Spiegò il minore.
-"Non l'hai vista?" Chiese Robert.
-"Esatto."
-"Quindi si può dire che è colpa tua." Disse il ragazzo e incrociò le braccia al petto.
-"Cosa? No, non penso." Rispose Federico mentre iniziava ad agitarsi.
-"Hai appena detto che stavi correndo per strada."
-"Si, è così ma..." Si interruppe il più piccolo non sapendo come continuare.
-"Ma cosa? Tu eri per strada e una macchina, che stava passando tranquillamente, ti ha travolto, perché non eri sul marciapiede?"
-"I-io ero agitato..." Balbettò il biondo.
Non ricordava esattamente cosa fosse successo quel giorno, ricordava soltanto di aver visto Benjamin e Francisco baciarsi e di essere scappato, non ricordava dove stava camminando, se in strada o sul marciapiede, era tutto molto confuso nella sua testa e preferiva non dire cose non vere per non trovarsi in altri guai dopo.
-"Eri agitato? E perché?" Continuò a chiedergli Robert con il suo sorrisetto che spaventava il più piccolo.
-"P-per delle cose..."
-"Magari perché avevi già deciso di fingere l'incidente per incassare i soldi dell'assicurazione?" Lo provocò il poliziotto.
-"Cosa? No! Non farei mai una cosa del genere!" Rispose Federico alzando leggermente la voce.
Benjamin voleva intervenire e difendere il suo ragazzo ma non voleva essere sbattuto fuori e abbandonarlo in balia di quel poliziotto, anche l'altro poliziotto sembrava indeciso sul da farsi.
-"E allora perché eri agitato?"
-"Non penso che siano fatti che la riguardano." Si decise a parlare il moro e strinse maggiore il più piccolo che gli rivolse un sorriso di gratitudine.
-"Ha ragione Robert, queste sono cose sue private che a noi non interessano." Parlò Martin.
-"Potrebbe essere tutto organizzato." Sbuffò Robert riferendosi all'ipotesi appena esposta da lui.
-"Non siamo qui per questo, vogliamo solo sentire la sua versione dei fatti." Lo ammonì Martin. "Allora lei stava correndo e non ha visto la macchina arrivare, sono andate così le cose?" Gli chiese con tono molto più pacato di quello usato da Robert.
-"Si." Annuì il biondo.
-"Bene, direi che per ora abbiamo finito qui, la contatteremo nel caso ci fosse bisogno di una sua nuova deposizione o nel caso dovessero esserci degli sviluppi del caso." Disse Martin e si alzò.
-"Posso farvi una domanda?" Chiese il più grande.
-"Certo."
-"Sapete già chi era alla guida della macchina che l'ha investito?"
A sentire quella domanda un brivido percorse la schiene di Robert e il suo viso impallidì all'istante mentre gocce di sudore iniziavano a bagnare la sua fronte.
Quella reazione non scappò agli occhi attenti di Federico che continuava ad osservarlo cercando una spiegazione per quel suo comportamento.
-"No, ancora non lo sappiamo." Rispose Robert con voce tremante e si alzò dalla sua sedia mentre stringeva al petto la cartellina. "Davvero buoni i biscotti." Finse un sorriso e lanciò l'ennesima occhiata a Federico per poi uscire dalla stanza.
-"Arrivederci." Li salutò Martin e seguì il suo collega fuori.
Federico, che non si era nemmeno reso conto di star trattenendo il fiato, ispirò profondamente e lasciò cadere la testa sulla spalla del moro che gli lasciò un bacio sulla fronte.
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Revival || Fenji.
FanfictionRevival || Fenji. "Ad un anno dalla morte di Benjamin la vita di Federico continua ad essere vuota, un continuo sopravvivere aspettando la fine di tutto ma qualcosa lo risveglierà dallo stato in cui si trova. Rinascerà." Sequel di People fall in lov...