Revival || Fenji.

Fifty two.

La pioggia continuava a scendere fitta e rumorosa nelle strade buie e desolate della città, nessuno osava scendere in strada con una tale tempesta, i telegiornali avevano consigliato a tutti gli abitanti di restare chiusi in casa per tutta la durata del maltempo e Benjamin e Federico ne approfittarono per stare insieme senza preoccuparsi di essere interrotti.
Erano passati pochi giorni da quando Caleb e Robert erano stati allontanati dai due ragazzi, erano stati portati in una prigione, molto più sicura di quella che c'era nella loro città, fuori dallo stato, nessuno dei due poteva più ferirli, erano liberi di amarsi.
In quei pochi giorni Federico non aveva smesso di sorridere nemmeno per un secondo, l'idea di non doversi più preoccupare che qualcuno facesse del male a lui e al suo ragazzo lo rendeva felice, guardava tutto ciò che lo circondava con occhi diversi; la gente del posto era venuta a conoscenza di ciò che era successo ma a lui non importava, era semplicemente felice perché era tutto finito, aveva anche deciso di raccontare la sua versione dei fatti per mettere a tacere una volta per tutti quei stupidi chiacchiericci.

Erano da poco passate le nove di sera, Federico era sdraiato in malo modo sul divano mentre la pioggia all'esterno non accennava a diminuire.
-"Piccolo?" Lo chiamò Benjamin mentre si avvicinava al divano.
Federico alzò la testa per guardarlo e sorrise.
-"Ehi."
-"Come stai?" Gli chiese il moro per la millesima in volte in quei giorni, voleva sempre assicurarsi che il suo ragazzo fosse felice.
-"Vieni." Disse il più piccolo e gli prese la mano per farlo avvicinare a lui, una volta arrivato davanti a lui Benjamin si inginocchiò. "Non serve che ti preoccupi così tanto per me, sto bene e sono felice." Continuò sorridendo.
-"Ne sei sicuro? Dopo tutto quello che è successo voglio che tu stia bene." Disse il più grande e iniziò ad accarezzargli il dorso della mano.
-"Sto benissimo e se so che ti ho accanto anche meglio."
Benjamin sorrise e si allungò per baciarlo.
Il biondo rispose al bacio e gli cinse i fianchi con le braccia per attirarlo più vicino a lui.
Le mani del più grande finirono tra i capelli biondi di Federico mentre quest'ultimo gli morse il labbro facendolo ansimare leggermente.

Dopo vari minuti i due ragazzi si staccarono affannando con le fronti poggiate l'una all'altra mentre si guardavano sorridendo.
-"Ti amo." Sorrise Benjamin.
-"Ti amo anche io, tantissimo." Rispose Federico e fece riunire le loro labbra.
Il bacio divenne sempre più passionale, fin quando, Federico si ritrovò con il corpo del maggiore praticamente attaccato al suo mentre questo era a cavalcioni su di lui.
-"Ben." Lo chiamò sottovoce il biondo interrompendo, così, il loro bacio.
-"Si?" Rispose il più grande senza mai staccare gli occhi dalle labbra del ragazzo sotto di lui.
-"Ne sei sicuro?" Gli chiese Federico e prese ad accarezzargli la schiena.
Benjamin alzò lo sguardo per guardarlo negli occhi e gli lasciò un ultimo bacio a stampo prima di rispondere.
-"Sono sicurissimo, voglio sentirmi tuo appieno." Rispose lui e gli sorrise.
Il più piccolo ricambiò il sorriso e lo prese in braccio per poi portarlo al piano di sopra.

-"È qui che è successo la prima volta, vero?" Gli chiese Benjamin mentre il suo ragazzo lo poggiava delicatamente sul letto.
-"Si." Annuì Federico e si sistemò su di lui, reggendosi sui gomiti per non fargli male. "Ma ora non pensarci, sarà questa la nostra prima volta." Aggiunse sussurrando e lo baciò.
Benjamin allacciò le gambe sul suo bacino e ricambiò il bacio.
Tra quelle mura poco illuminate risuonavano solo i loro baci.

-"Giuro che ti renderò felice." Sussurrò Federico mentre abbandonava le labbra del ragazzo sotto di lui per scendere sul suo collo.
-"Tu mi rendi già felice." Rispose Benjamin mentre lentamente liberava il petto del biondo dalla camicia che lo copriva.
Il più piccolo lo guardò per qualche istante, voleva assicurarsi che fosse sicuro di quello che stavano per fare, e ritornò a torturargli il collo, mordendo e succhiando un punto ben preciso, mentre il moro si tratteneva a fatica dall'ansimare.