Capitolo 3

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Wade entrò nel Rammer Jammer affollato come ogni sera e si diresse di corsa verso il suo ufficio. A Lemon, che in quel momento stava servendo alcuni clienti, il suo arrivo non sfuggì e, stupita ed incuriosita, lo raggiunse nella stanza.

"Che ci fai qui?" L'uomo, con lo sguardo intento su alcuni documenti, sobbalzò.

"Lemon, vuoi farmi venire un infarto?!?" La bionda, con la schiena appoggiata alla porta, non demordette.

"Perché sei tornato? Hai staccato neanche mezz'ora fa!" Wade si passò una mano tra i capelli, manifestando la sua esitazione.

"Mi sono ricordato che dovevo ricontrollare dei documenti" Lemon rimase lì impalata, decisa a scoprire la vera ragione che aveva spinto il socio in affari a ritornare così bruscamente al locale. "Che c'è?!"
"Ti conosco come le mie tasche, Wade Kinsella: c'è qualcosa che non va. Sputa il rospo!" Wade alzò gli occhi al cielo: odiava il sesto senso e l'ostinazione di quella donna!

"Sono passato da Lavon e ho trovato Zoe Hart nella sua cucina" Lemon rise brevemente, scuotendo la testa.

"Ma certo, dovevo immaginare che l'unica persona che potesse turbarti così tanto fosse la dottoressa Hart! E come mai la leggendaria Zoe Hart ha voluto degnarci della sua presenza in città?"

Wade lanciò i documenti che aveva in mano sulla scrivania, sospirando scocciato.

"Non lo so, non ci siamo messi a fare conversazione, ok? Volevo solo uscire da quella stanza e non dover stare lì a guardarla mentre abbracciava suo figlio"

"E George?" L'uomo alzò le spalle.

"Non l'ho visto. E sinceramente non sono dispiaciuto" Detto questo, Wade sorpassò Lemon ed uscì dall'ufficio, lasciando l'amica e socia in affari ancora più incuriosita dalla sua reazione alla vista di Zoe.

Lemon lo seguì dietro il bancone.

"Devi dimenticare quella donna, Wade!" L'uomo la fulminò con lo sguardo, mentre serviva alcuni clienti al bancone.

"Smettila, Lemon!"

"No, smettila tu! Sono passati sei anni, Wade, e tu sei ancora qui a struggerti per una donna che pensa che tu non sia abbastanza per lei, e forse non l'ha mai pensato! Ha scelto George, l'ha sposato e ha una famiglia con lui, non lo capisci?!? E tu meriti di più che stare chiuso qui a lavorare come un mulo per dodici ore al giorno e tornare a casa a sbronzarti o in compagnia di qualche ragazza di facili costumi di cui la mattina seguente non ricordi neanche il nome! Sei un fantastico uomo di quasi 35 anni, Wade, devi iniziare a costruirti un futuro, invece che rimanere ancorato al passato!"

Le parole di Lemon gli fecero male, perché sapeva che erano maledettamente vere. Serrò la mascella, seccato da quella paternale al lavoro, e le lanciò un'occhiata severa.

"Hai finito?"

"La vedi quella ragazza seduta laggiù?" Lemon fece cenno con la testa ad una ragazza sulla trentina, molto carina, che sorseggiava un cocktail in completa solitudine e con lo sguardo basso "Si chiama Vivian, si è trasferita da poco in città e viene qui tutte le sere non certo perché ama i nostri hamburger o i nostri cocktail, ma per vedere te, per scambiare con te anche solo due parole! Ma tu sei così concentrato sul passato, da non notare neanche quello che il destino ha messo sul tuo cammino"

Wade abbassò la testa: Lemon, con la sua parlantina, sarebbe riuscita a far sentire colpevole di qualche misfatto persino un neonato!

"Vai a casa, Lemon"

"Cosa?! Sono appena arrivata!"

"Adesso ci sono io qui, puoi andare: hai due bambine a cui fare la ramanzina se ne hai così tanta voglia. E a Peter non dispiacerà averti a casa per una sera" L'espressione dura di Wade si addolcì in un sorriso, mentre le tolse uno straccio dalle mani.

Hart of Dixie_Dove noi apparteniamoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora