Salì in tutta fretta sul taxi, con sé solo un borsone che aveva visto giorni migliori, e comunicò al tassista l'indirizzo della sua meta tutto d'un fiato. Quando l'auto partì, si lasciò andare ad un sospiro: probabilmente stava commettendo la pazzia più grande della sua vita, ma ormai era fatta - aveva preso un aereo e adesso si trovava a New York. Per la prima volta da quando era salito sul taxi giallo che lo stavo portando in centro, si concesse un'occhiata fuori dal finestrino: la città era maestosa, centinaia di persone affollavano i marciapiedi dirette verso chissà dove...e poi, realizzò tappandosi un orecchio infastidito, il rumore: un rumore incessante, totalmente diverso dal piacevole sottofondo della natura a cui era abituato a casa sua. Tornando a guardare davanti a sé, si disse che, per quanto diversa New York fosse dall'Alabama, per quella sera era perfetto così.
Zoe si accoccolò sul divano color avorio al centro del salotto, sul tavolino di fronte a sé un calice di vino rosso e una scatola di cioccolatini appena scartata. Sospirò, lasciando vagare lo sguardo oltre le ampie vetrate del salotto, con vista su New York, e si gustò il silenzio, prima di addentare l'ennesimo cioccolatino: amava suo marito, ma 48 ore di tregua dalla monotonia che era diventata la loro vita di coppia non potevano che farle bene.
Fu distratta dai suoi pensieri dall'inizio della maratona di Sex And The City, che era solita concedersi nei (pochi) momenti di pausa dagli sfiancanti turni in ospedale (e soprattutto quando suo marito era fuori città per lavoro). Non si gustò a lungo le intricate e tragicomiche vicende di Carrie & co., però: lo squillo del telefonino la fece tornare al mondo reale con un sobbalzo. Mise il dvd in pausa e, scocciata dall'interruzione, recuperò il cellulare buttato un po' più in là sul divano: si disse che sicuramente a chiamarla era George, per informarsi su come fosse andata la sua giornata di lavoro, aggiornarla sulla propria (nonostante lei, anche dopo due anni insieme, non avesse imparato una sola parola di avvocatese) e augurarle la buonanotte.
"Pronto?" Salutò il suo interlocutore con una punta facilmente avvertibile di irritazione.
Dall'altra parte l'accolse il silenzio, seguito da un sospiro.
"Zoe...ciao" La dottoressa aggrottò le sopracciglia: chi le parlava, con voce spezzata e roca, non era sicuramente suo marito, ma una sua vecchia conoscenza...qualcuno il cui solo respiro dall'altra parte del ricevitore la fece raddrizzare sul divano, con tutti e cinque i sensi all'erta.
"Wade, sei tu? Stai bene?" Lo sentì lasciarsi andare ad un sogghigno ironico.
"Diciamo che ho avuto giorni migliori..." Zoe sapeva che quello per lui non era un periodo facile e doveva ammettere con se stessa che forse non era riuscita a dimostrargli il suo supporto come avrebbe dovuto.
Si era persa nei suoi pensieri e questo si tradusse in un silenzio che fece pentire Wade di averla chiamata.
"Scusami, forse non avrei dovuto chiamarti...è che ho bisogno di parlare con qualcuno" Lei sorrise, mentre un impercettibile moto di commozione la colpiva.
"Sono qui" Il terremoto interiore che pervadeva Wade si fece ancora più intenso, quando l'intimità di quel momento fu interrotta dal suono del campanello dell'appartamento di Zoe.
"Forse dovresti andare ad aprire" Zoe si voltò verso la porta chiusa, chiedendosi chi potesse essere a quell'ora, considerato che non aspettava ospiti.
"Già, scusami..." Si diresse alla porta e quando l'aprì, un'espressione di stupore si dipinse sul suo volto: Wade Kinsella era di fronte a lei "Wade, cosa...?"
Lui riattaccò e infilò il cellulare nella tasca dei jeans: durante il viaggio si era preparato un discorso, una battuta sagace da sfoderare quando si fosse trovato davanti a lei, ma ora nella sua mente c'era solo il vuoto, e la sensazione di aver commesso un'enorme stupidaggine. Come sempre quando era imbarazzato abbassò lo sguardo e si grattò la nuca con una mano, e Zoe non poté fare altro che sorridere nel constatare che non aveva perso quell'abitudine. Quando i loro sguardi si incontrarono per la seconda volta dopo tre anni, Wade sorrise a sua volta.
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Hart of Dixie_Dove noi apparteniamo
RomanceQuesta storia è il continuo del one shots Stay