Capitolo 4

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"Allora, ti piace qui?" Logan annuì alla domanda della madre, mentre Zoe gli infilava le braccia nelle maniche di una t-shirt.

"Ma quando arriva papà?" Quelle poche e semplici parole la colpirono come una stilettata al cuore: nella confusione e nella sofferenza delle ultime settimane, Zoe doveva ammettere che lei e George forse non avevano considerato quali sarebbero stati i sentimenti di Logan. Anzi, ne era stata principale responsabile lei stessa, visto che aveva messo le loro cose in valigia e aveva portato suo figlio a migliaia di km da casa con la scusa di una vacanza. Deglutì, mentre Logan la guardava con insistenza, in attesa di una risposta.

"Tesoro, papà ha molto da lavorare e ancora non sa quando arriverà. Ma noi ci divertiremo tanto nel frattempo, così avrai un sacco di cose da raccontargli, ok?"

Il bimbo annuì contento e, mentre Zoe si apprestava a infilargli le scarpe, il suo cellulare squillò.

"Parli del diavolo..." bisbigliò tra sé e sé guardando il display del telefono, per poi dipingersi un sorriso palesemente finto sul volto "Logan, ecco papà!"

"Voglio parlarci io!!!" Logan iniziò a saltare sul letto, eccitato alla sola idea di parlare con George.

"Ok, ok!"

"Papà?? Sì, sono io! Quando arrivi?" Zoe si mordette il labbro inferiore, mentre faceva indossare al bambino le scarpe, chiedendosi se non stesse sbagliando tutto.

"Sei pronta?" Zoe sospirò alzando le spalle alla domanda di Annabeth, mentre le due amiche, con Logan, si dirigevano verso il Rammer Jammer nell'ora di punta della colazione.

"No, ma...prima è, meglio è, giusto? E poi ho promesso i pancakes a quest'ometto"

"Pancakes, sì!!!" Logan sorrise, staccandosi dalla stretta della madre e correndo verso il locale.

"Sta' attento!"

"Saranno tutti contentissimi di rivederti" Annabeth sorrise, prendendo sottobraccio l'amica.

"E tutti ansiosi di sapere dove sia George"

"L'hai sentito da quando siete arrivati?"

"Stamattina mi ha chiamato, ma ha parlato solo con Logan. Sai, per quanto questa situazione sia strana e dolorosa, adora il bambino e sta cercando di non far trapelare con lui il cambiamento"

"Beh, è comprensibile: i sentimenti non si spengono con un interruttore dal giorno alla notte"

Ormai erano entrate nel Rammer Jammer e, dopo le parole di Annabeth, Zoe non poté fare a meno di raggiungere Wade con lo sguardo e di annuire.

"Già" Ci vollero pochi secondi, perché tutti i presenti si accorsero di chi aveva appena varcato la soglia del locale e subito Zoe venne attorniata dalle facce sorridenti degli abitanti di Bluebell, e dai loro baci e abbracci.

Quasi dieci minuti più tardi, la dottoressa riuscì a raggiungere il figlio ed Annabeth al loro tavolo.

"Avevo dimenticato quanto siano affettuosi gli abitanti di questa città!" La moglie del sindaco rise di fronte alla frecciatina sarcastica della newyorchese, la quale aveva appena afferrato un menù.

"Non ne hai bisogno, Doc: il menù è sempre lo stesso" Zoe trasalì quando si ritrovò in piedi di fianco a lei Wade, pronto per prendere la sua ordinazione.

"Io voglio i pancakes!" Logan sorrise entusiasta, muovendosi con insistenza sulla sedia, mentre Zoe si risistemò i capelli e teneva lo sguardo basso, non del tutto a suo agio con Wade e il suo profumo di dopobarba a pochi centimetri da lei, cosa che non sfuggì ad Annabeth, che sorrise sotto i baffi.

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