C.48

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Dove eravamo rimasti...

"Volevo chiederti una cosa..." Iniziò Wade, incoraggiato poi da un sopracciglio alzato dell'amica. L'uomo, dopo essersi guardato brevemente intorno, prese una sedia libera accanto a quella di Lemon e vi si sedette "...so che potrà sembrare un po' strano, visto che di solito è un ruolo che spetta ad un uomo, ma mi stavo chiedendo..." Proseguì lui, sfregandosi nervosamente la nuca, mentre Lemon lo guardava con la fronte aggrottata "...sì insomma, se volessi farmi da testimone al matrimonio"

Sul volto della donna si aprì un sorriso emozionato "Dici davvero?!" Riuscì appena a sussurrare, mentre sentiva le prime lacrime pungerle gli occhi (cosa che, se qualcuno gliel'avesse mai chiesto, lei avrebbe imputato agli ormoni impazziti per la gravidanza).

Lui annuì, il sorriso tirato e nervoso di poco prima che divenne più naturale "Non riesco a pensare a nessun'altra persona, oltre a Jesse, che vorrei al mio fianco quel giorno" Sentendosi in imbarazzo per quel sentimentalismo, Wade si strinse nelle spalle "Sei come una sorella per me"

Lemon, sempre più sopraffatta dall'emozione, poggiò una mano sulla sua, gesto che fece trasalire leggermente l'amico, e lo guardò negli occhi, prima di annuire ad occhi lucidi "Ne sarei onorata, Wade"

Finalmente lui si rilassò e si lasciò andare ad un vero sorriso, annuendo a sua volta "Fantastico!" La risata cristallina di Lemon che ne seguì lo contagiò brevemente, prima che si alzasse dalla sedia, pronto a tornare al lavoro "Ah, Lemon..."

La donna, armata di forchetta, stava per avventarsi sulla crostata, quando la voce di Wade la richiamò, facendole alzare lo sguardo interrogativo su di lui, che stava in piedi davanti a lei con le mani poggiate sullo schienale della sedia "Se hai bisogno, io ci sono. E questa cosa non cambierà" Le disse, con l'aria più sicura del mondo.

Lemon, capendo che Zoe doveva avergli riferito ciò che si erano dette a casa del sindaco, si limitò ad annuire "Lo so" Bisbigliò, riuscendo appena a resistere alle lacrime e a far spuntare un sorriso.

Wade, soddisfatto dalla loro conversazione, le fece un occhiolino e si allontanò con la sua solita andatura rilassata verso il bancone, lasciando una Lemon sorridente e compiaciuta, pronta a gustarsi la propria colazione senza più alcuna preoccupazione al mondo.

Zoe stava preparando gli ennesimi scatoloni per il trasloco e rovistando nelle sue cose per decidere che cosa conservare e cosa, invece, eliminare. Mentre le due pile di oggetti accanto a lei crescevano in ugual misura, la donna si ritrovò tra le mani una scatola di effetti personali di Wade, che lui evidentemente aveva dimenticato di controllare.

Con un sospiro, Zoe decise di approfittarne per fare una pausa e si sedette sulla sponda del letto a dare un'occhiata al contenuto della scatola, sia per facilitare il lavoro al suo fidanzato che, doveva ammetterlo, per pura e semplice curiosità.

La donna esaminò velocemente gli oggetti all'interno della scatola, la maggior parte cianfrusaglie probabilmente accumulate negli anni e di cui lo stesso Wade ignorava l'esistenza, quando si imbattè nella custodia di una videocassetta che portava il suo nome. Aggrottando la fronte, Zoe la prese in mano, domandandosi di cosa potesse trattarsi e lasciando da parte il resto delle cose del suo fidanzato. Decisa a scoprire direttamente dalla fonte che cosa ci fosse in quella misteriosa videocassetta, ripose quest'ultima nella sua borsa e, carica di altri scatoloni, si avviò alla volta della loro futura casa.

Una decina di minuti più tardi, stando ben attenta a dove metteva i piedi e soprattutto a non rovesciare il carico degli scatoloni con cui faceva la spola dalla macchina, la dottoressa entrò nella villetta e, dopo avere svuotato l'auto, salì le scale diretta al piano di sopra, da cui poteva sentire Wade e Logan chiacchierare.

Hart of Dixie_Dove noi apparteniamoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora