C.60

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Era un'assolata mattino di inizio settembre e in casa Kinsella c'era un certo fermento: Zoe, accovacciata (per quanto il pancione al sesto mese glielo consentisse) davanti a Logan, risistemava con una mano i capelli già perfettamente in ordine del figlio, che era particolarmente elegante, con una camicia bianca a maniche corte e lunghi pantaloni blu.

"Oggi è il tuo primo giorno di scuola: sei emozionato?" Il seienne si strinse nelle spalle, per niente colpito da quella occasione, per la quale invece sua madre era in fibrillazione da giorni "Imparerai un sacco di cose e conoscerai tantissimi nuovi amichetti: vedrai, sarà bellissimo" Esclamò la donna, cercando di trasmettere un po' del proprio entusiasmo al bambino.

"Non siamo a New York, conosco già tutti" Dichiarò, come un dato di fatto, Logan, spegnendo il sorriso di Zoe, che onestamente non sapeva come replicare mentre si rimetteva in piedi.

"Vai a prendere il tuo zaino, tesoro" Fu l'unica cosa che le venne in mente, mentre gli sfiorava una spalla.

Logan fece come gli era stato detto e uscì a passo pesante dalla cucina nello stesso momento in cui vi entrava suo padre, al cui saluto il bambino rispose con un mugugno, facendo stranire Wade "Qualcuno si è alzato con il piede sbagliato" Commentò con una punta di divertimento l'uomo, Zoe che, alle sue spalle, sospirava quasi sconfitta.

"Non capisco perché non sia eccitato per l'inizio della scuola" Disse la donna, sinceramente confusa e anche un po' delusa dal mancato entusiasmo del figlio.

Suo marito, intento a recuperare da uno stipetto della cucina i suoi cereali preferiti, che si mise a mangiare direttamente dalla scatola, sogghignò "Stai scherzando, vero?! La scuola è una rottura!"

Lei rimase un attimo a bocca aperta, prima di ridurre gli occhi a due fessure mentre studiava Wade, che continuava a sgranocchiare imperturbabile la propria colazione, cosa che la irritava non poco "Ma certo, ora si spiegano molte cose" Fu il suo commento accompagnato da uno sbuffo sarcastico, mentre si metteva a rigovernare la cucina.

"Perché, che c'è?!" Ribatté lui, scrollando le spalle con un sorriso sulle labbra "Tutti i bambini non sopportano la scuola!"

"Non io" Saltò su Zoe, smettendo quello che stava facendo per tornare a guardare suo marito, che l'ascoltava chiaramente incuriosito e divertito su come lei avrebbe proseguito "Nossignore, io adoravo la scuola! Mi piaceva scoprire ogni giorno cose nuove, che fino a quel momento non sapevo"

"Sei sempre stata stramba, tu" Commentò affettuosamente Wade.

"Il che ovviamente portava i miei compagni a non sopportarmi e ad emarginarmi, costringendomi a pranzare in bagno o, nel migliore dei casi, in biblioteca, ma..." Zoe si strinse nelle spalle: ripensare a quei tempi ormai non la faceva più soffrire così tanto "...poco male. Probabilmente non sarei diventata la donna intelligente e brillante che sono se avessi passato il mio tempo a chiacchierare di ragazzi e smalti per le unghie"

Wade, palesatosi alle sue spalle, le mise un braccio intorno alla vita, voltandola verso di sé "Io ci avrei pranzato con te" Le disse, con quel ghigno da irresistibile canaglia che era il suo marchio di fabbrica, ma senza ottenere l'effetto sperato, Zoe che sollevò scettica un sopracciglio.

"Ma se tu rientravi sicuramente nella categoria di quelli che mi prendevano in giro: intelligenti, ma che non si applicano e popolari da far schifo. Scommetto che avevi sempre addosso anche uno di quei giubbotti bombati con i colori della squadra" Nonostante quelle parole, il suo tono di voce non era duro o recriminatorio, ma tranquillo e quasi scherzoso. Il sorriso di suo marito, invece, si era pietrificato sempre più man mano che lei parlava azzeccando ogni cosa e Zoe non riuscì a trattenere una risatina di cuore, le sue mani che sentivano i muscoli tonici delle sue braccia e delle sue spalle sotto la t-shirt che lui portava "Ci ho preso in pieno, non è vero?"

Hart of Dixie_Dove noi apparteniamoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora