Wade percorse il vialetto che conduceva alla villetta di Vivian, mentre l'ansia cresceva ad ogni passo. Giunto davanti alla porta, sospirò, cercando di farsi coraggio per bussare e affrontare l'inevitabile furia di una donna che si era sentita rifiutata. Ma non fece in tempo ad annunciare la sua presenza, perché la porta si spalancò, rivelando Vivian, che rimase stupita nel trovarselo di fronte, e subito dopo assunse un'espressione seccata.
"Sei in ritardo di dieci ore!" Fece per chiudergli la porta in faccia, ma Wade la trattenne con una mano.
"Mi dispiace di averti dato buca ieri sera, e di non averti nemmeno avvisato. C'è stata un'emergenza medica, e mi ci sono trovato coinvolto e ho completamente dimenticato di avvertirti che non sarei riuscito a venire" Wade prese fiato, mentre Vivian lo fissava a braccia conserte e con un broncio sul volto "E sono un'idiota"
"Su questo siamo d'accordo!"
"Vengo in pace, e con la colazione" Le porse i cartoni pieni di caffè e il sacchetto dei bagels, sorridendo speranzoso che bastasse quello a dissolvere la sua rabbia, ma constatò dall'espressione di Vivian che avrebbe dovuto impegnarsi un po' di più "Senti, è da tanto tempo che non esco seriamente con una ragazza, quindi probabilmente questa non sarà l'unica stronzata che farò, ma...tu mi piaci davvero, Vivian, e mi faresti davvero felice se decidessi di darmi un'altra possibilità" Sospirò, guardandola negli occhi, in attesa di una sua reazione.
Nessun uomo le aveva mai detto parole così dolci e sincere, e Wade le piaceva troppo per rinunciare in quel modo a ciò che stava nascendo tra di loro. Spinta da un irrefrenabile impulso, non pronunciò una sola parola, ma lo afferrò a sé per il collo della maglietta e lo baciò appassionatamente, lasciandolo di stucco.
Quando si staccarono per riprendere fiato, Wade sorrise "Lo prendo per un sì?"
Vivian lo baciò di nuovo, questa volta più brevemente, ma con la stessa passione "Tu che ne pensi? Adesso entra, sto morendo di fame!"
Zoe entrò nel suo vecchio studio in silenzio e con passo leggero, come se fosse appena entrata in un luogo sacro. Il suo sguardo vagò per tutta la stanza, sui vecchi libri di medicina di Harley, sulle foto sue e della sua famiglia incorniciate, sulle pile di cartelle mediche di tutti i suoi pazienti, anche di quelli passati a miglior vita da anni. Sorrise, commossa: era tutto come l'aveva lasciato sei anni prima, quando, subito dopo le nozze con George, si trasferì a New York. Si addentrò ancora di più nella stanza, raggiunse la scrivania e, sfiorandone la superficie con un dito, centinaia di ricordi le tornarono in mente. Con un po' di soggezione mista a timore, si sedette sulla vecchia poltrona di pelle di suo padre e, osservando lo studio da lì, fu come essere tornata a casa.
"Zoe, che ci fai qui?" Brick Breeland, una tazza di caffè fumante in mano, era sulla soglia della stanza, sorpreso di non essere da solo nella clinica.
La donna trasalì, tornando alla realtà, e accennandogli un sorriso "Mi stavo solo perdendo sul viale dei ricordi"
All'uomo non parve strano ritrovarla seduta lì, da dove fino a pochi anni prima adorava rendergli la vita impossibile, ma dove lui imparò anche a volerle bene e a stimarla come una figlia. Entrò nel vecchio studio di Harley, e prese posto di fronte a lei all'altro lato della scrivania "E' bello rivederti qui: sembri esattamente dove dovresti essere"
La donna annuì alle sue parole con gli occhi appena velati dalle lacrime "Già..." Dopo un sospiro, lo guardò negli occhi con espressione seria e decisa "C'è qualcosa di cui vorrei parlarti"
Qualche giorno dopo, casa Hayes era sottosopra: quando Zoe e Logan raggiunsero la cucina, scorsero Lavon che passava l'aspirapolvere per tutto il salotto e Annabeth che puliva l'isola della stanza con forza, nonostante la superficie ormai brillasse.
"Sta arrivando il presidente a trovarvi e non sono stata avvertita?"
"Oh, ciao ragazzi!" Annabeth alzò appena lo sguardo quando notò l'amica e il figlio a pochi passi da lei "Questa sera l'assistente sociale verrà da noi per un'ispezione della piantagione e resterà a cena, quindi io e Lavon stiamo cercando di rendere la casa presentabile"
"Beh, sembra che potrà mangiare direttamente sull'isola invece che nei piatti, visto quanto è pulita" Annabeth smise di pulire e alzò lo sguardo isterico, mentre Zoe si serviva del caffè.
"Pensi che stia esagerando?" La dottoressa soppesò per qualche istante le parole della moglie del sindaco, poi annuì e avvicinò pollice ed indice per mostrarle fino a che punta credeva che AB avesse perso la testa.
"Un po'" La rossa sospirò, lasciandosi cadere su uno sgabello.
"Voglio solo che tutto sia perfetto, capisci?"
"Ma lo sarà, tesoro!" Zoe le si avvicinò e le sfiorò un braccio, nel tentativo di calmarla "Stressarti così tanto, però, non ti aiuterà affatto, anzi: parola di medico, nonchè di tua migliore amica"
Annabeth annuì "Forse hai ragione. E poi in effetti la cucina è pulita, meglio che mi concentri sulle altre stanze!" Un sorriso spaventoso si fece spazio sul suo volto, mentre con rinnovata energia si alzò e lasciò la stanza a passo spedito, lasciando Zoe a scuotere incredula la testa.
Proprio in quel momento, Wade entrò in cucina.
"Buongiorno!"
"Wade!!!" Logan gli corse incontro sorridente, prima che Wade lo prendesse in braccio.
"Qualcuno non sta più nella pelle per la nostra giornata di pesca, eh?" Gli fece il solletico, facendolo dimenare dalle risate tra le sue braccia.
"Hai tutto quello che vi serve?" Wade annuì alle parole di Zoe, che, al contrario del figlio, sembrava molto meno entusiasta alla prospettiva di quella giornata.
"Non mostrarti troppo felice di non averci tra i piedi per un po', Doc!" Zoe sospirò, mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni, chiaramente a disagio.
"Preferirei soltanto che vi dedicaste a qualche attività padre-figlio nelle vicinanze, e non su una barca in mezzo al fiume!"
"Ce la caveremo! Non è vero, ometto?" Logan annuì felice alle parole del padre, mettendogli le braccia al collo e appoggiando la testa alla sua spalla. E quell'immagine addolcì un po' l'espressione di Zoe.
Annabeth, munita di una scopa, rientrò nella stanza "Oh, siete qui tutti e tre, bene! Stasera è molto importante per me e Lavon, e..."
"Tranquilla, non ci faremo vedere!" Dissero Zoe e Wade in coro, facendole scuotere la testa.
"Potete farmi finire di parlare? Non c'è assolutamente bisogno che vi nascondiate, non ci vergogniamo di voi! Anzi, fate parte della nostra famiglia allargata e abitate nella piantagione, quindi io e Lavon vorremmo che partecipaste alla cena" Zoe e Wade si lanciarono un'occhiata perplessa dalle intenzioni dell'amica "Ma, visto che è di una nostra possibile adozione che stiamo parlando, e che, ammettiamolo, la vostra situazione è un po' curiosa, gradiremmo che ci faceste un favore"
"Sputa il rospo, AB!"
La rossa sospirò, incitata a proseguire dall'amica "Potreste essere una famiglia normale per una sera? Essere una bella coppia sposata che, dopo un ragionevole tempo di attesa dalle nozze, ha avuto un adorabile bambino?" Annabeth, sotto gli sguardi perplessi dei due, tentò di supportare la sua proposta con un sorriso a trentadue denti.
"Non c'è problema, qualunque cosa per aiutarvi con l'adozione" Wade scrollò le spalle con espressione del tutto tranquilla, cosa che fece infuriare ancora di più Zoe.
"Annabeth, sai che la penso come lui al riguardo, ma...è davvero necessario?"
"Ve lo chiederei se non fosse necessario?" La donna sfoggiò i suoi più convincenti occhioni da cucciolo, facendo cedere l'amica, che sospirò.
"E va bene!"
"Grazie, grazie, grazie!" Annabeth abbracciò Zoe con slancio, stringendola forse un po' più del dovuto, facendo ridere Wade "Non sapete quanto questo ci aiuti! Puntuali alle otto, ben vestiti, mi raccomando! Siete i miei eroi!" Schioccò un bacio nell'aria per entrambi, mentre i due si diressero verso l'uscita insieme a Logan, ancora in braccio al padre.
Quando la porta si chiuse, Lavon raggiunse la moglie sulla soglia della cucina, fissandola con sguardo di disapprovazione.
"Credevo avessi detto che non avresti attuato uno dei tuoi folli piani per spingerli l'uno tra le braccia dell'altra!"
"Oh, andiamo, Lavon: quei due sono anime gemelle, hanno solo bisogno di una piccola spinta per scoprire quanto potrebbero essere felici insieme, come una vera famiglia!" Annabeth sorrise soddisfatta, ma dallo sguardo del marito non sembrava che fosse riuscita a convincerlo del successo della sua idea.
Davanti alla portineria, intanto, Zoe e Wade, insieme a Logan, raggiunsero l'auto dell'uomo.
"Eccoci" Wade fece scendere il figlio dalle sue braccia "Ho una sorpresa per te, Logan!" Sotto gli occhi entusiasti del figlio, aprì il bagagliaio della macchina e ne estrasse una piccola canna da pesca, che gli porse "E' una canna da pesca in miniatura, così potrai aiutarmi a procurarci il cibo, come fanno i veri uomini!"
Logan si rigirò la il regalo tra le mani, sorridendo di stupore "Forte! Grazie!"
"Non c'è di che!" Wade gli scompigliò i capelli, poi il suo sguardo incontrò quello di Zoe, che, con le mani sulle spalle del figlio, sembrava non volere lasciarlo andare "Siamo pronti a partire. Logan, saluta la mamma"
Il bambino, cedendo il regalo al padre, che si allontanò per preparare l'auto per il viaggio, si voltò verso Zoe "Ciao, mamma"
Lei gli carezzò la testa, sorridendo finalmente, poi si abbassò per essere alla sua altezza "Fai il bravo con Wade, ok? E divertiti" Logan annuì, prima di darle un bacio sulla guancia.
"Pronto?" Wade si riunì a loro, entusiasta quanto (se non di più) del figlio.
"Siii!!!" L'uomo fece salire Logan sulla macchina, mentre Zoe non perdeva di vista neanche per un minuto il bambino: era strano per lei trascorrere una giornata senza di lui, soprattutto in quel periodo. Ma era anche consapevole che lui e Wade avevano bisogno di passare del tempo insieme, da soli.
Wade si mise al posto di guida e si accertò che la cintura di sicurezza di Logan fosse allacciata, un gesto da vero padre, pensò Zoe, che si affacciò al finestrino del posto del passeggero.
"Mi raccomando, Wade..."
"Comincio a pensare che non ti fidi di me!" Lo disse con tono scherzoso, ma in realtà era la sua più grande paura "Staremo bene! E, se dovesse esserci qualche problema, sarai la prima a saperlo" Zoe annuì, rassicurata dallo sguardo che lui le lanciò.
"Ok" Accarezzò il viso di Logan, la cui attenzione era tutta per la sua canna da pesca, poi si sforzò di ricacciare indietro le lacrime con un sorriso tirato "Divertitevi"
Wade annuì, poi, quando lei si fu allontanata, mise in moto la macchina e lui e Logan partirono, lasciando Zoe con un inedito senso di vuoto.
Qualche ora più tardi, Wade e Logan erano seduti sulla barca dell'uomo, le canne da pesca nel fiume, in attesa di catturare qualcosa.
"Non hai mai pescato a New York?" Il bambino scosse la testa, concentrato sul movimento dell'acqua "Allora, cosa fate di solito tu e George?" Nel tono di voce di Wade si poteva facilmente scorgere del nervosismo: quando si trattava di Tucker, si era sempre sentito inferiore ed in competizione, in passato per quanto riguardava Zoe, ora per il suo rapporto con il figlio.
Logan scrollò le spalle "Papà mi porta a vedere le partite di baseball e di basket, ma lavora tanto, come la mamma, e io sto quasi sempre con la mia babysitter" Wade annuì, non sapendo bene cosa dire: la tristezza sul volto del bambino era evidente, doveva sentirsi molto solo.
"Beh, adesso la tua mamma sembra trascorrere molto più tempo con te, sei felice?" Finalmente Logan sorrise, annuendo.
"Sì! Non voglio più andare via di qui!" L'uomo sorrise al figlio, senza aggiungere nient'altro: ancora non l'aveva detto a nessuno, tanto meno a Zoe, ma nemmeno lui avrebbe voluto che Logan tornasse a New York.
In quel momento, Logan sentì un peso spingerlo in avanti "Ho preso un pesce, Wade!!" Il bambino si era ormai alzato in piedi, mentre la pressione della preda sull'amo si faceva sempre più forte.
"Ok, tranquillo, adesso lo tiriamo su!" Wade, eccitato come un bambino, si mise dietro di lui e poggiò le mani sulla sua canna, per aiutarlo a recuperare il pesce che aveva abboccato all'amo: insieme i due riavvolsero il filo e scoprirono il bottino di Logan.
"Wow, ne hai catturato uno bello grosso, e al tuo primo tentativo! Io alla mia prima pesca non ne avevo preso neanche uno!"
Il bambino sorrise, riuscendo a fatica a distogliere lo sguardo dal pesce che si dimenava nel secchio sulla barca "Allora sono più bravo di te?!"
"Certo, e non solo nella pesca! Dammi un cinque!" I due si scambiarono un cinque, poi Logan osservò ancora il pesce, questa volta con sguardo cupo "Hey, che c'è, Logan?"
"Non voglio che muoia! Possiamo liberarlo?" A Wade si sciolse il cuore vedendo il suo faccino supplichevole.
"Ma certo, piccolo!" Gli scompigliò i capelli, nel tentativo di fargli tornare il sorriso "Che ne dici, però, se prima scattiamo una foto a te e al pesce e la mandiamo alla mamma?"
Quando Logan annuì in segno di risposta, lui gli consegnò il pesce che si dimenava ancora "Sorridi!" Il bambino posò divertito dal movimento del pesce tra le sue mani "Ecco fatto! Adesso lo ributtiamo in acqua"
"Ma stasera non avremo da mangiare..." Wade rise all'espressione preoccupata del figlio.
"Tranquillo, stasera AB è ai fornelli: non moriremo di fame! Forza, buttalo in acqua" Logan non se lo fece dire due volte e in pochi secondi il pesce tornò a nuotare nel fiume.
In un gran trambusto di Belles che si impegnavano a lustrare ogni superficie visibile di casa Hayes sotto gli ordini della padrona di casa, Zoe si versò l'ennesima tazza di caffè della giornata.
"Perché Wade non chiama? E se fosse successo qualcosa?!"
Annabeth alzò gli occhi dalla pentola di risotto che stava preparando "Zoe, allontanati lentamente da quella caraffa di caffè e fai un respiro profondo: Wade e Logan stanno benissimo, e di certo l'ultima cosa a cui pensano è farti la telecronaca della loro giornata insieme"
La dottoressa sbuffò, allontanando da sé la tazza colma di caffè bollente "Probabilmente hai ragione" Ad un'occhiata eloquente dell'amica, specificò il concetto "Hai sicuramente ragione, ma...non ho mai lasciato Logan con qualcuno che non fosse la sua babysitter, e lui e Wade si conoscono da così poco tempo e non ho la minima idea di come Wade se la cavi con lui, perlopiù lontano da casa!"
"Tesoro, Wade non è sprovveduto: è vero, non ha grande esperienza con i bambini, ma è un uomo adulto e responsabile, che vuole prendersi cura di suo figlio e che ce la sta mettendo tutta per essere un buon padre. La domanda vera qui è: non ti fidi di lui?" Annabeth le puntò gli occhi addosso, spingendola ad un gran sospiro.
"Certo che mi fido...ma, l'hai detto anche tu, la nostra non è una situazione normale e semplice!"
"Con voi due non c'è mai niente di semplice e normale!" La moglie del sindaco rise sotto i baffi, ma Zoe non ebbe tempo di replicare alle sue parole, perché il suo cellulare le segnalò l'arrivo di un messaggio.
Quando vide la foto di Logan in piedi sulla barca, tra le mani il suo primo bottino di pesca, un sorriso si aprì sul suo viso "Sembra che si stiano divertendo molto!" Voltò il telefonino verso Annabeth per mostrarle la foto, che fece sorridere anche lei "Avete fatto proprio un capolavoro tu e Wade!"
La sera era calata su Bluebell, quando Wade, pronto per la cena, raggiunse casa di Lavon: entrato in cucina, il respiro gli morì in gola, scorgendo Zoe che dava gli ultimi ritocchi alla tavola fasciata in un abito nero dalle spalline sottili e lungo fino al ginocchio. Quando lei lo vide sulla soglia della stanza, Wade era impalato e aveva un'espressione ebete dipinta sul volto.
"Sei qui, finalmente!" Gli si avvicinò, dopo aver verificato che tutto, in cucina e in tavola, fosse perfettamente in ordine "Stai bene così elegante" Zoe sorrise leggermente, sistemandogli la cravatta nera che, sopra la camicia bluette, era storta. Il cervello di Wade ebbe a malapena il tempo di registrare quel gesto così intimo e naturale, che lei gli prese la mano e lo guardò negli occhi "Possiamo parlare un attimo fuori? Annabeth e Lavon stanno facendo vedere la casa all'assistente sociale e saranno qui a momenti"
Wade annuì, seguendola fuori dalla cucina. Respirò a pieni polmoni l'aria frizzante della sera, in attesa che lei prendesse la parola.
"Sei il primo a cui lo dico. Beh, a parte Brick. Comunque sia...ho deciso di restare a Bluebell" Sorrise, felice, mentre lui assunse un'espressione di autentico stupore.
"Dici sul serio?" Zoe annuì, e un sorriso di gioia si fece strada sul volto di Wade "E' fantastico, Zoe!"
"Sì? Perché credevo che te la saresti presa perché non ti ho consultato, visto che ne va anche della vita di Logan. Il fatto è che non l'ho mai visto così sereno e spensierato, e qui ci sei tu e voi avete bisogno di conoscervi e di passare del tempo insieme, e anch'io ho voglia di stare di più con mio figlio. E poi, c'è stato il parto di Wanda: far nascere il suo bambino, prendermi cura di loro, starle accanto durante un momento così importante mi ha fatto capire che voglio tornare a occuparmi di persone, di amici, piuttosto che di anonimi pazienti su un letto operatorio"
"Hey, hey, hey, Doc, rallenta!" Wade, un sorriso divertito sul volto, le prese delicatamente le mani per farle prendere fiato e quel contatto bastò a zittirla e a farla arrossire, cosa che sperava lui non notasse nel buio della sera "Come potevi pensare che me la sarei presa? Anzi, a dire il vero, speravo che decidessi di restare" Il cuore di Zoe accelerò ancora di più, mentre il suo sguardo si perdeva in quello di Wade, che era frastornato dall'inaspettata intensità di quel momento "Per Logan"
Riuscì a vedere il lampo di delusione che attraversò veloce lo sguardo di Zoe? Lei interruppe il contatto visivo e distolse le mani dalle sue, fingendo un sorriso tirato "Ovviamente, per Logan"
Wade le prese di nuovo la mano sinistra "Permetti?" Lei spalancò gli occhi, vedendo un piccolo e meraviglioso solitario tra le sue mani. Quando scorse la sua espressione, Wade sorrise divertito "Annabeth si è raccomandata di rendere le cose più verosimili possibile, così ho portato un anello. Per la cena. Se non vuoi, andrà bene lo stesso..."
"Wade Kinsella, sta' zitto e infilami quell'anello al dito!" Sorrise, al suo tono autoritario e divertito al tempo stesso e le mise il solitario all'anulare sinistro, dove l'anello calzò alla perfezione. Zoe si prese qualche secondo per guardarlo, spalancando la bocca per la meraviglia "E' stupendo!"
"Era tra le cose di Earl che ho conservato..." Wade bisbigliò appena quelle parole: non amava parlare di suo padre. E finalmente Zoe capì l'importanza di quell'anello.
"E' l'anello di fidanzamento di tua madre?" Lui annuì, lievemente imbarazzato e anche un po' intimorito dalla sua reazione. Di certo non si aspettava che gli occhi della donna si inumidissero di lacrime "Non so cosa dire...mi sembra brutto indossarlo per finta. Forse non dovrei portarlo..." Fece per toglierlo, ma Wade le impedì di farlo, prendendole la mano.
"Non ci pensare neanche. A Earl farebbe piacere se lo indossassi, anche solo per una sera" Non poteva aggiungere che anche per lui quell'anello, l'anello che tanti anni prima aveva suggellato il grandissimo amore che univa i suoi genitori, sembrava fatto apposta per lei.
"Ok" Zoe voltò lo sguardo verso l'interno della casa: Lavon ed Annabeth erano giunti in cucina insieme all'assistente sociale, ormai mancavano solo loro due e Logan. Sospirò, porgendogli la sua mano sinistra da stringere "Pronto?"
Dopo qualche secondo di esitazione, lui annuì "Sì" E, dopo averle preso la mano, rientrò in casa insieme a lei.
Più tardi, la cena era nel vivo. Finora l'assistente sociale, una simpatica e professionale donna sulla quarantina, sembrava entusiasta di Annabeth e Lavon.
"Allora, Annabeth mi ha detto che è grazie a Lavon se voi due vi siete conosciuti" La donna sorrise, rivolgendosi a Zoe e Wade, mentre si serviva dell'altra acqua.
I due si guardarono perplessi, poi Wade sorrise, incrociando lo sguardo incoraggiante di Lavon "Sì, è solo per merito suo se ho incontrato questa donna fantastica" Zoe si irrigidì leggermente, mentre la mano di Wade si posò con confidenza sulla spalliera della sua sedia e le sue dita sfiorarono la sua schiena nuda "Quando Zoe è arrivata a Bluebell, Lavon le ha affittato l'alloggio di fronte al mio, e ringrazio Dio tutti i giorni di questo" Wade le sorrise, guardandola negli occhi, senza fingere neanche per un istante, facendola sciogliere e arrossire, mentre il resto del mondo sembrò scomparire.
Quello scambio non sfuggì ad Annabeth che, con un sorriso sornione sul volto, diede una lieve gomitata al marito e gli bisbigliò "Te l'avevo detto", prima di alzarsi da tavola
"Che ne dite, passiamo al dessert?"
Lavon ed Annabeth salutarono l'assistente sociale sulla porta, poi, richiudendosi quest'ultima alle spalle, smisero di sorridere e si lasciarono andare ad un sospiro di sollievo.
"E' andata bene, vero?" La donna annuì alle parole del marito, appoggiandosi sfinita come lui alla porta d'ingresso.
"Non poteva andare meglio! Ma adesso sono esausta!" Quando Lavon le porse la mano, la strinse pigramente, poi si fece trascinare da lui verso la cucina, dove Zoe stava sistemando i piatti nella lavastoviglie "Zoe, cosa stai facendo?!"
La dottoressa trasalì, distogliendo per un attimo l'attenzione dal suo compito "Hey. Ho pensato che dovessi approfittare di un po' di riposo dopo esserti data da fare per tutto il giorno. E io non volevo stare con le mani in mano"
"Grazie, Z!" Lavon le diede un bacio sulla guancia, prima di sbadigliare "Io vado a letto, sono stanchissimo. A.B., ti unisci a me?"
"Tra un po', tesoro" Il sindaco capì dal suo sguardo che la moglie aveva intenzione di fare quattro chiacchiere con l'amica, così, dopo aver annuito, si diresse verso la camera da letto.
Zoe si voltò verso la rossa, che si era seduta con aria stanca su uno sgabello "Annabeth, davvero, posso finire io qui: tu e Lavon fate già tanto per me e Logan, che questo non è niente a confronto!"
"Se vuoi fare tutto tu, ti osserverò senza battere ciglio molto volentieri!" Le due si sorrisero, mentre la rossa recuperava due calici e li riempì di vino rosso "Ho solo bisogno di esaurire un po' l'adrenalina di questa giornata. Bevi un po' di vino con me?"
"E me lo chiedi?!" Zoe le sorrise, mentre finiva di sistemare le stoviglie "E' andata bene, o sbaglio?"
Annabeth annuì, sorseggiando il vino "Penso proprio di sì. Ma non alzerò troppo le mie aspettative" Posò il bicchiere sul bancone, notando il solitario al dito dell'amica "Bell'anello"
Solo in quel momento Zoe si ricordò di stare ancora indossando l'anello che le aveva dato Wade "Devo ridarlo a Wade" Ci giocò un po' con le dita, perdendosi con lo sguardo nel vuoto.
"A proposito, dove sono lui e Logan?" La dottoressa si diede una scrollata per tornare alla realtà.
"Sono alla portineria: Logan voleva salutare Clark Kent e stare un po' con lui, dopo esser stato fuori tutto il giorno"
"Capisco" Annabeth si alzò, pronta per raggiungere il marito a letto "Grazie ancora per tutto quanto, Zoe. Non so cosa avrei fatto oggi senza di te, e Wade" Sorrise all'amica, prima di abbracciarla "Buonanotte"
"'Notte"
Un'ora più tardi, Zoe sospirò, rigirandosi per l'ennesima volta nel letto. Guardò Logan dormire come un sasso accanto a lei, poi il suo sguardo cadde sull'anello che aveva posato sul comodino. Si era dimenticata di restituirlo a Wade, quando era passata dalla portineria a riprendere il figlio per metterlo a letto: forse perché quello splendido solitario le calzava talmente perfettamente al dito, che non si accorgeva della sua presenza, insolita ma non del tutto fuori posto. Quella sera si era sentita strana: uno sfarfallio e un calore dimenticati si erano impadroniti di lei ogni volta che Wade la guardava, che le sue mani la sfioravano, anche per sbaglio. Scosse la testa sul cuscino: tutte quelle sensazioni erano solo frutto della messinscena da coppia innamorata e famiglia felice che avevano portato in scena quella sera. Non c'era nient'altro, e sicuramente l'indomani mattina, dopo una notte di sonno ristoratore e con l'aria fresca di una nuova giornata, tutto quel turbamento sarebbe sparito.
A pochi metri di distanza, nella portineria, anche Wade, sdraiato sul letto, fissava il soffitto: nonostante la stanchezza, la sua mente non la voleva smettere di ripercorrere i momenti passati con Zoe quella sera...gli sembrava che anche lei avesse avvertito un brivido quando le aveva preso le mani durante la loro conversazione prima di cena. Ma forse era solo la sua fantasia a ingigantire tutto, a fargli credere che potesse esserci di nuovo quella tensione e quella chimica tra di loro. Si stropicciò la faccia con una mano: doveva smetterla di pensare alla madre di suo figlio in quel modo...tra loro era finito tutto molto tempo fa, ed era impensabile, dopo tutti quegli anni e dopo il modo in cui lui aveva incasinato ogni cosa, che potessero avere un'altra possibilità.
Lo squillo del telefonino gli segnalò l'arrivo di un messaggio: Wade allungò un braccio verso il comodino per afferrare il cellulare e trovò un sms della buonanotte da parte di Vivian. Sospirò, osservando il display, mentre Clark Kent salì sul letto e miagolò, facendosi pigramente accarezzare da lui "Hai ragione tu, amico: il passato è passato" E Zoe faceva parte del suo passato. Mentre Vivian rappresentava una concreta e piacevole possibilità per il futuro. Pensò a questo, rimettendo a posto il telefono sul comodino e spegnendo la luce, facendo immergere la casa nell'oscurità.
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Hart of Dixie_Dove noi apparteniamo
RomanceQuesta storia è il continuo del one shots Stay