C.34

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Dove eravamo rimasti...

"Ci vediamo domani" Le bisbigliò Wade addosso, incapace, però, di distaccarsi da Zoe.

"A domani" Si guardarono ancora per un istante, restii ad interrompere quel contatto, come se dovessero separarsi per una vita e per una distanza ben maggiore dei pochi metri che separavano le loro abitazioni.

Wade le diede un altro bacio appassionato, quasi a tradimento, e poi si discostò leggermente da lei, indugiando con la mano nella sua: non distolse le dita dalle sue finchè gli fu umanamente possibile, e il suo sguardo verde mare non l'abbandonò finchè Zoe ormai non fu che un puntino.

Lei restò in piedi sul portico, le braccia avvolte attorno al petto per proteggersi dall'aria frizzante di quella notte di fine estate, e si sfiorò con un dito le labbra che sapevano ancora di lui, prima di rientrare in casa con un sorriso ebete in faccia. E finalmente, non appena si buttò nel letto, Morfeo l'avvolse tra le sue braccia e Zoe dormì come una bambina.

Lavon fischiettava, facendo tintinnare nella mano destra le chiavi della portineria: arrivato sul portico di casa di Wade, totalmente immersa nel buio, aprì senza problemi la porta, preparandosi a lasciare la posta del suo affittuario che per errore era arrivata all'edificio principale della piantagione.

"Finalmente sei a casa!"

Il suono di una voce suadente frenò Lavon lì dov'era: alzando lo sguardo sulla soglia del bagno della casa del suo amico, vide niente meno che Zoe, in reggiseno e mutandine di pizzo nere e scarpe col tacco dello stesso colore, svettare in tutta la sua bellezza, una mano poggiata su un fianco, l'altra allo stipite della porta.

Non appena entrambi realizzarono cosa stava succedendo, si misero a urlare per lo spavento e l'imbarazzo: Lavon si coprì immediatamente gli occhi con una mano, mentre Zoe cercò di fare lo stesso con le sue curve, senza riuscire a nascondere granchè.

"Lavon, che cosa ci fai qui?!" Domando lei, scioccata e colma di vergogna, il tono di voce insolitamente alto.

"Che cosa ci fai tu, vorrai dire! Sono venuto a portare a Wade la posta" Il sindaco scostò appena le dita dagli occhi, in evidente imbarazzo "Si può sapere che cosa ti è saltato in mente a introdurti così in casa sua?!"

Zoe sospirò, reclamando con un gesto della mano che l'amico le passasse un cuscino del divano con il quale coprirsi, cosa che lui prontamente fece, prima di rispondergli con evidente ritrosia, abbassando gli occhi "Lo stavo aspettando: non potevo immaginare che arrivassi tu!"

Lavon aggrottò la fronte "Pensavo avessi rinunciato a riconquistarlo...e comunque, credevi di farlo così?" Aggiunse, indicando la sua mise con espressione leggermente perplessa "Voglio dire, non che non sia una proposta allettante..." Buttò lì, mentre il suo sguardo istintivamente la percorreva dall'alto in basso, facendola arrossire per l'imbarazzo.

"Lavon, smettila di guardarmi!" Gridò lei, afferrando un secondo cuscino per coprirsi di più, e poi sospirò, cedendo allo sguardo desideroso di spiegazioni dell'amico "Non sto cercando di riconquistare Wade...siamo tornati insieme mentre eravamo a New York"

"Che cosa?!" Lavon rimase a bocca aperta, gli occhi sgranati per la sorpresa "E quando pensavate di informare il vostro migliore amico, nonché padrone di casa, di grazia?!" Quasi urlò, indignato.

"Volevamo che la notizia restasse tra noi per un po'...e comunque adesso lo sai" Si strinse nelle spalle lei, pensando che non sarebbe più riuscita a guardare il suo migliore amico negli occhi dopo quella sera.

Sul volto imbronciato di Lavon si aprì lentamente il suo caratteristico sorriso "Sono così contento per voi!"

In un attimo, Zoe si ritrovò senza più cuscini a farle da scudo e stritolata da lui in un abbraccio di quelli che toglievano il respiro: Lavon teneva gli occhi chiusi, ben lontano dal volersi staccare da lei "Ehm, Lavon...ti dispiace? Sono mezza nuda!"

Hart of Dixie_Dove noi apparteniamoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora