Capitolo 8

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L'indomani mattina, Wade era indaffarato al bancone del Rammer Jammer, quando Lemon uscì dall'ufficio sul retro dopo aver terminato alcuni ordini.

"Hey, tu" La donna gli sfiorò una spalla "Come sta Jesse?"

Wade deglutì: per giustificare la sua assenza degli ultimi giorni alla sua socia in affari, aveva usato come scusa un infortunio di Jesse. Odiava mentire a Lemon, ma certo non poteva confessarle la verità su Logan...non ancora, perlomeno.

Annuì, cercando di evitare il suo sguardo "Starà bene: niente di grave"

Lemon osservò l'amico con fare indagatore "Credevo che tu e tuo fratello foste come cane e gatto..."

Mentre finiva di servire un cliente, Wade scrollò le spalle "Era in difficoltà e io sono l'unico parente che ha, perciò..."

"Sì, certo, capisco, ma sono anni che non vi vedete e, a parte per il funerale di tuo padre, l'ultima volta in cui è stato a Bluebell, avete litigato come due ragazzini per Zoe Hart..." Al pronunciare quel nome, una lampadina si accese nella mente di Lemon: e se fosse c'entrata qualcosa la dottoressa? Dal suo ritorno in città con figlio a seguito, Wade era strano...e di certo la separazione della donna da George non deponeva a favore di Lemon, che non era mai stata un membro del team Zade.

"Ah, Lemon, andiamo: anche tu e Magnolia avete litigato più volte, eppure, se ti chiamasse, non esiteresti ad accorrere in suo aiuto!" La bionda annuì non del tutto convinta alle parole del suo socio: d'altronde quale motivo avrebbe avuto Wade per mentirle?

In quel momento, Lavon entrò nel locale con aria esausta e prese posto su uno sgabello al bancone. Wade, grato del provvidenziale arrivo dell'amico, si precipitò a servirlo, lasciando Lemon alle sue elucubrazioni.

"Hey, amico, cosa ti porta qui?" Il sindaco sospirò, incrociando le braccia sul cappello che aveva appoggiato sul bancone.

"Annabeth sta impazzendo per il nostro colloquio con l'assistente sociale di stamattina: sono alla ricerca di tregua! L'ho lasciata con Zoe, sperando che riesca a calmarla!" Wade rise brevemente, preparando il consueto menù di Lavon.

"E tu? Sei emozionato?"

"Io? Non vedo l'ora di avere uno scricciolo che corre per casa!" L'uomo sorrise sognante, mentre l'amico gli servì la sua colazione.

Lo sguardo di Wade fu poi catturato dall'entrata di Vivian, che si appoggiò al bancone, proprio di fronte a lui.

"Sei tornato!" Il barista sorrise, abbassando lo sguardo.

"Scusami, volevo chiamarti, ma devo recuperare un sacco di turni e ogni volta che stacco dal lavoro è un orario indecente per una telefonata"

"Non importa, sono contenta di vederti. Come sta tuo fratello?"

"Si riprenderà, grazie" Bel modo di iniziare una frequentazione, si disse Wade: Vivian era carina, ed era piacevole stare con lei, ma non poteva assolutamente dirle la verità. E si sentiva un mostro per questo. Lavon, intanto, seduto sullo sgabello accanto, non si stava perdendo neanche una parola della conversazione, che seguiva come un match di tennis, spostando lo sguardo da un interlocutore all'altro con la fronte corrugata "Che ne dici se, per farmi perdonare, stasera ti portassi fuori a cena?"

La ragazza sorrise, mordicchiandosi il labbro inferiore: Wade Kinsella le era piaciuto sin dal primo momento in cui aveva messo piede nel Rammer Jammer e finalmente si era accorto di lei! Ancora non riusciva a credere che un uomo come lui potesse anche soltanto notarla. Annuì alla sua proposta, facendolo sorridere.

"Passo a prenderti alle nove?"

"Alle nove è perfetto" I due si sorrisero, ma il loro gioco di sguardi fu interrotto da un colpo di tosse di Lavon, che si guadagnò un'occhiata interrogativa da Wade.

Hart of Dixie_Dove noi apparteniamoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora