Capitolo 11

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A Wade non ci volle molto per scorgere una sagoma traballante che camminava in direzione del centro di Bluebell. Gli bastò percorrere quei pochi metri che li separavano a passo veloce per raggiungere Zoe in pochi secondi.

"Zoe" Sussurrò appena quelle parole, sfiorandole il braccio con una mano.

Lei trasalì quando se lo ritrovò accanto, ormai le lacrime le scorrevano sul viso quando incrociò le braccia al petto in segno di chiusura.

"Non ho voglia di parlare, Wade" Il suo tono di voce avrebbe fatto pensare a chiunque non conoscesse la situazione che la vittima della sua rabbia fosse lui stesso.

Wade incassò il colpo, scrollando le spalle "Vorrà dire che cammineremo in silenzio" Le circondò le spalle con un braccio, attirandola leggermente a sé, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Lei sembrò non opporre resistenza e percorsero qualche metro in totale silenzio, come sottofondo nella città deserta solo il frinire dei grilli.

"Come ha potuto farlo?!" Zoe pronunciò questa domanda con un filo di voce, il tono incredulo e arrabbiato.

"Ha il cuore spezzato e quando soffriamo non vogliamo altro che ripagare chi ci ha feriti con la stessa moneta"

"Ma Logan...non ha pensato neanche per un attimo a Logan?!" Finalmente i loro sguardi si incrociarono, mentre ormai la distanza che li separava si era ridotta a una decina di centimetri e Wade, nel vedere il suo volto rigato di lacrime, sentì il desiderio di asciugargliele e di stringerla fino a privarla di tutta la sofferenza presente, passata e futura.

Non fece in tempo a rispondere alla sua domanda, e in effetti non avrebbe neanche saputo cosa dire, perché lei singhiozzò e si asciugò una lacrima furtiva con la mano.

"Da domani tutti saranno pronti a giudicarmi e puntarmi il dito contro: sarà come essere tornata a sette anni fa!"

"Finirà tutto quando il prossimo scandalo si abbatterà sulla città e, credimi, non dovremo attendere molto! E poi, se vorranno parlare male di noi due, dovranno vedersela con me: dietro il bancone del Rammer Jammer ho una mazza da baseball che aspetta solo di essere usata!"

Lei rise brevemente tra le lacrime, ringraziandolo silenziosamente con lo sguardo, finché lui non l'attirò ancora di più a sé.

"Lascia che ti porti a casa, Zoe"

Poco più tardi, entrarono a casa Hayes e Wade guidò una Zoe quasi addormentata verso la stanza degli ospiti. Lei lasciò che Wade la facesse sdraiare sul letto: era troppo stanca, triste e alticcia per fare resistenza.

"Eccoci qui" Lui le sfilò le scarpe, prima di soffermarsi a guardarla dormire: era semplicemente bellissima, anche nelle condizioni in cui chiunque avrebbe potuto definirsi un disastro. Sorrise divertito quando Zoe russò leggermente, prima che le sfiorasse il viso con una carezza "Questa notte penso io a Logan, ok?"

Quando ormai cominciava a pensare che fosse inutile parlare con qualcuno che dormiva così profondamente, lei biascicò in risposta "Grazie, Wade. Almeno ci sei tu"

E bastò quello a farlo uscire dalla stanza con un sorriso enorme e il cuore un po' più leggero dopo gli avvenimenti di quella giornata.

La mattina successiva, Wade fu svegliato da un vociare allegro (ed incessante) proveniente dal suo televisore. Con gli occhi impastati dal sonno, si alzò sui gomiti e dal letto vide Logan dargli le spalle seduto sul divano di fronte alla televisione, accesa su un cartone animato di cui neanche sapeva l'esistenza. E così ricordò che la sera prima, dopo avere messo a letto Zoe, aveva raggiunto casa di Tom e Wanda a riprendere Logan, che aveva passato la notte nella portineria. Si stropicciò il viso con una mano, prima di mettersi a sedere sul letto e indossare una canottiera appoggiata alla sedia più vicina. Quando raggiunse la zona salotto di casa sua, il figlio rise per le disavventure dei protagonisti del cartone animato, mentre accarezzava distrattamente Clark Kent, accoccolato contento sulle sue gambe.

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