C.36

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Dove eravamo rimasti...

Quando si ritrovarono alla stessa altezza, a pochi centimetri l'uno dall'altra, Wade le strinse forte la vita, sogghignando "Si può sapere che ti è venuto in mente?! Sei impazzita per caso?"

"Pensavo che ti piacesse un po' di pazzia!" Lo stuzzicò Zoe, arrossendo leggermente quando si accorse che lui osservava ammirato il suo viso.

Poi Wade la baciò, appassionatamente e disperatamente, e solo quando nel locale risuonarono applausi e grida di incitamento, entrambi si ricordarono di non essere da soli.

Zoe si staccò da lui, paonazza per l'imbarazzo, rifugiando il volto nell'incavo del collo di Wade per evitare di incrociare gli occhi curiosi dei presenti, mentre lui, proteggendola con il suo abbraccio, liquidò il tutto con un brusco cenno della mano, rivolgendosi ai suoi clienti con un misto di rimprovero, scocciatura e malcelato divertimento "Non c'è niente da guardare qui, tornate pure al vostro quiz!"

E così fecero, mentre gli occhi di Wade tornarono a specchiarsi in quelli di Zoe e le sue labbra si avventarono di nuovo su quelle di lei in mezzo alla confusione del locale.

Il turno della colazione era in pieno svolgimento quel sabato mattina al Rammer Jammer e Wade, anche se ormai ne era il proprietario, come sempre si "sporcava" le mani e non si tirava indietro quando c'era da servire i clienti o rigovernare i tavoli.

Fischiettava sovrappensiero, tornando dietro il bancone dopo avere recuperato un paio di ordinazioni, quando, rialzando lo sguardo, vide Zoe, mano nella mano con Logan, entrare nel locale e dispensare sorrisi e brevi saluti a chiunque si ritrovasse davanti. Immediatamente, di fronte a quella visione, Wade smise di fischiettare, rimanendo a fissarla con un'espressione ebete, e perse tutta la stanchezza accumulata in quelle poche, ma già stressanti ore di lavoro.

Quando Zoe si avvicinò al bancone, lui riprese ad asciugare bicchieri come niente fosse, riassumendo un po' di contegno "Hey! Che ci fai qui?"

Lei si sporse sul bancone per dargli un breve bacio sulle labbra: dopo la rinnovata curiosità (e leggera morbosità) che si era creata intorno a loro nei giorni precedenti, ormai tutti in città si erano abituati al ritorno degli 'Zade', e per Zoe e Wade lasciarsi andare a quei gesti d'affetto in pubblico era naturale, come qualche anno prima.

La donna sorrise, prendendo posto su uno sgabello "Ho pensato di passare e fare colazione con il mio splendido fidanzato"

Wade fece un sorrisetto, mentre asciugava una tazza "Sai che sto lavorando, vero?"

Zoe liquidò la sua obiezione con una scrollata di spalle "Beh, allora farò colazione guardandoti lavorare, è uguale"

Si scambiarono uno dei loro soliti sorrisi, finché Logan, che si era fermato accanto ad un tavolo poco lontano a farsi ammirare da alcune anziane signore generose di complimenti, non si avvicinò a loro, rivolgendosi a Wade "Papà, posso fare il tuo aiutante?" Poi, si voltò verso sua madre "Mamma, posso?"

Zoe si limitò a stringersi nelle spalle, passando la palla a Wade che, mettendosi uno straccio dietro la spalla in un gesto ormai automatico, sogghignò, mentre appoggiava le mani sul bancone di legno "Un paio di mani in più mi farebbero proprio comodo, piccolo"

Il faccino di Logan si illuminò in un sorriso, che contagiò anche Zoe "Sì!"

"Mi piace questo entusiasmo! Perché non vai a pulire quei tavoli là in fondo?" Il bambino annuì prontamente alle indicazioni di suo padre, che gli porse uno straccio pulito, e poi corse, come un bravo soldatino, a svolgere il compito assegnatogli.

Hart of Dixie_Dove noi apparteniamoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora