19. Una parola di troppo

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"Te la senti di tornare in classe?" Chiede Cameron con una strana gentilezza.

Scuoto la testa mentre mi asciugo le lacrime.

"Ma tranquillo, tu vai. Altrimenti rischi di finire nei guai"

Premo le mani sul pavimento per aiutarmi ad alzarmi, Cameron mi segue e continua a fissarmi.

"A dire il vero odio matematica di prima mattina, preferisco controllare che tu non svenga da qualche parte"

"Non sverrò, Cameron" Sorrido. "È stato un attacco di panico, adesso che è finito non corro più alcun rischio"

"Anzi, ti ringrazio per l'acqua" Aggiungo superandolo.

"Dove stai andando?" Domanda seguendomi.

"In bagno"

"Cameron" Mi blocco in mezzo al corridoio. "Non c'è bisogna che tu mi segua passo per passo, sto bene, davvero"

"Non voglio averti sulla coscienza, Ross" Borbotta. "Ti aspetto fuori dal bagno poi ti riaccompagno in classe"

"Non credo di tornare a lezione. Ho bisogno di uscire da qui" Sussurro con voce tremolante.

"D'accordo" Cameron alza le spalle. "Dove vuoi andare?"

Lo guardo con aria interrogativa, non saprei dare una spiegazione logica al comportamento di Cameron. Fino ad ieri è stato uno sbruffone pieno di sé mentre questa mattina sembra disponibile ed anche gentile, sono per caso finita in un universo parallelo?

Non faccio in tempo a raggiungere il bagno delle ragazze che il pensiero di Scott mi occupa la testa e, in men che non si dica, mi ritrovo di nuovo a piangere come una stupida ragazzina.
Odio dovermi sentire così debole per colpa di una persona, Scott mi ha lasciata ed è come se si fosse preso un pezzo di me, sento che mi manca qualcosa e fa terribilmente male.
Sono in questo stato di costante mancamento, non riesco a distinguere le paranoie dalla realtà, so solo che sto molto male ogni volta che realizzo che sta succedendo davvero. Un po' come quando sogni qualcosa di bello ma poi ti svegli rendendoti conto che niente di ciò che stavi passando era reale. La realtà fa male.

"Voi due, che ci fate in giro a quest'ora?" Una voce tuona alle nostre spalle facendomi riscuotere dai miei pensieri.

Cameron s'irrigidisce in una frazione di secondo "Merda" Sussurra a denti stretti.

Deduco abbia riconosciuto quella persona dato che ha imprecato, indossato gli occhiali da sole che prima aveva in testa e mi ha afferrato per un braccio aumentando il passo.

"Dallas! Tanto so che sei tu, ormai ci ho perso le speranze!" La voce si fa sempre più vicino a noi.

Cameron si volta lasciando la presa dal mio braccio, sospira ed alza gli occhi al cielo.

"Preside Green, che piacere vederla" Sorride Cameron.

I miei occhi passano dal ragazzo al mio fianco al preside davanti a noi.

"Dallas" Il preside finge un sorriso. "Cosa state facendo?" Domanda indicandoci.

Cameron inarca un sopracciglio. "Le stavo facendo vedere la scuola" Improvvisa.

"La signorina Ross è qui da qualche settimana, credo abbia già visto la scuola" Il preside Green mi lancia uno sguardo truce. "Sai vero che gli sgabuzzini sono stati chiusi a chiave, vero Dallas?"

"Sì, lo so" Sbuffa il moro. "Ma, anche se le rimane difficile da credere, le posso assicurare che non eravamo in cerca di uno sgabuzzino"

"Lo vorrei ben sperare!" Tuona il preside.

Mai per caso nulla accadeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora