Giorno 2

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Questa notte credo sia stata una delle notti più brutte della mia vita, sono rimasto in ospedale, precisamente nelle scomode poltroncine della sala di attesa. Poco dopo aver parlato con il dottore sono arrivati John e la madre di Allison, dirvi che è distrutta è un eufenismo.

Loro l'hanno vista, sono entrati nella stanza mentre io ancora no, ho visto sua madre uscire in lacrime seguita da suo marito. Rivivere questo incubo per la seconda volta deve essere devastante.

Cerco una macchinetta del caffè, giro per i corridoi dell'ospedale e quando la trovo prendo un doppio espresso.

Vorrei tanto vederla, vorrei rivedere nuovamente i suoi occhi, vorrei sentire il suo cuore battere all'impazzata ogni volta che la bacio. Vorrei rivederti sorridere Allison, mi basterebbe solo questo, un tuo sorriso.

"Cameron?" Una voce mi riscuote dai miei pensieri.

"Signora Ross, buongiorno" Sorrido.

Lei non sa di noi, e non sa neanche che ho passato la notte qui, non sa che è tutta colpa mia e non sa che amo più di qualsiasi altra cosa sua figlia.

"Che ci fai tu qui?" Chiede.

Ha gli occhi rossi e stanchi, gli occhi di chi ha pianto tanto e dormito poco.

"Ho saputo di Allison, volevo venire a farle una visita" Mento.

"Sai che lei è..." Abbassa lo sguardo.

"Sì, lo so" Ammetto con un fil di voce.

"Voglio sapere cos'è successo, voglio parlare con chi le ha fatto questo, voglio sapere tutto" Dice la donna scoppiando in lacrime davanti a me.

Mi viene spontaneo abbracciarla, la stringo forte a me, riesco a sentirlo, il suo dolore.

"Stia tranquilla signora Ross, sono sicuro che Allison si sveglierà" Dico, e spero veramente sia così, so che le condizioni sono gravi, ma lei è forte e supererà anche questo.

"Ti ringrazio Cam... Allison ha degli amici fantastici. Se vuoi, è nell'ultima stanza a destra" Mi sorride.

"Dice davvero? Posso?" Chiedo entusiasta.

La signora Ross si stupisce della mia reazione, ma come non posso esser felice, sono qui da ieri notte ed amo sua figlia, perciò vederla non mi rende felice, di più.

"Certo, sei un suo amico no?"

Annuisco.

"Grazie mille" Dico prima di correre nella sua stanza.

Apro la porta facendo poco rumore, è una stanza tutta bianca, regna il silenzio più totale apparte l'odioso rumore delle macchine che la tengono in vita. Poso lo sguardo sul letto posizionato al centro della stanza, su di esso Allison.

Richiudo la porta e mi avvicino piano piano a lei, è così brutto vederla in questo stato. Le hanno messo uno strano pigiama celestino, in testa ha un cerotto, ne ha uno anche sul collo, il braccio sinistro è fasciato fino al gomito mentre nel destro ha l'ago collegato alla flebo. I suoi occhi sono chiusi e il suo volto è inespressivo.

I lunghi capelli lisci ricadono sulle spalle, è bellissima anche così.

"Ciao amore" Sussurro lasciandole un delicato bacio sulle labbra.

Prendo una sedia e mi accomodo al lato del letto, prendo una sua mano stringendola forte a me.

"Come stai?" Chiedo.

So benissimo che non può rispondermi, ma lei non è morta, lei è viva ed è qui con me, perciò le parlerò le racconterò tutto, lei è qui con me.

Mai per caso nulla accadeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora