62. Amore proibito

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Playlist per il capitolo:
The Scientist - Coldplay
Champagne Supernova - Oasis
Never Say Never - The Fray

Ho sempre cercato di nascondere la verità su di me alle persone, fingo di essere una ragazza forte, una dura, una ragazza che non soffre. Ma la verità è che sono fin troppo sensibile, fragile e debole. Crollo davanti ad un telefono, piango per il finale drammatico di un film, di notte dormo poco perché i pensieri non me lo permettono. Fingo di essere forte ma in realtà mi sciolgo in un abbraccio, ho bisogno di costanti rassicurazioni, ho paura di essere lasciata sola e necessito di sentirmi protetta.

Quando cammino per la strada, sono la classica ragazza che tiene sempre la faccia bassa per non farsi notare, avvolte mi blocco e inizio a fissare il vuoto, ho sempre paura di disturbare e non chiedo mai aiuto per paura di dare fastidio, gli altri devono pensare che io stia bene, quando invece non sto bene affatto.

Fingo di avere una corazza indistruttibule, perché se gli altri mi conoscessero davvero, sarebbero capaci di distruggermi con una semplice parola.

E proprio come è successo adesso, io non riesco a pensare, concentro tutta me stessa sulle parole di Nash e sulle minacce di Selena.

"Tu sei la sua prima figlia ed io il secondo"

"Allison... Mio padre è anche tuo padre"

"Troveremo una soluzione, lui vuole parlarti"

"O ti allontani da Cameron o tua madre verrà a sapere la verità"

"Dovete comportarvi come perfetti estranaei, finisce tutto"

Queste frasi si ripetono in continuazione nella mia testa e per quanto io voglia, non riesco a non scoppiare in lacrime di nuovo.

Esser venuta a conoscenza di quest'assurda situazione e non poterne parlare con nessuno è ancora più straziante; non posso dirlo né a Page, né a Matt, né a Cameron, né a mia madre, devo tenermi tutto dentro ed io so per certo che, se mi tengo qualcosa, prima o poi scoppio.

È iniziato a piovere, non ho l'ombrello ma non me ne frega niente, inizio a correre per le strade di Miami scansando bruscamente le persone, le lacrime continuano a scendere e la pioggia si fa sempre più fitta e in pochi minuti sono completamente zuppa. Le mie orecchie stanno fischiando e nella mia testa regna il caos più totale, mi porto una mano alla bocca per trattenere i singhiozzi mentre supero le persone. Corro il più velocemente possibile cercando di pensare lucidamente, ma non ce la faccio, vorrei scappare da tutta questa situazione, vorrei tornare a New York.

Quando arrivo davanti al cancello di casa lo spalanco, proprio come faccio con la porta. Mi fermo davanti all'ingresso con il fiatone, abbasso lo sguardo a terra per poter riprendere le forze e noto che sono completamente zuppa, sto sgocciolando nel pavimento e molto probabilmente domani sarò a letto con la febbre, ma di questo non m'importa assolutamente niente.

Nessuna voce, nessun rumore, nessuna luce accesa: sono sola. Con due falcate salgo i gradini per chiudermi in camera ma prima che potessi salire l'ultimo gradino vado a sbattere contro una persona.

Cameron.

"Allison?" Domanda con tono preoccupato non appena vede le mie condizioni.

Mai per caso nulla accadeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora