85. Caos

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Non appena Matt pronuncia quelle parole sento le gambe cedere ed il cuore pulsare velocemente.

"Cosa?" Chiedo incredula.

"È qui, vuole parlare con tua madre e non ha intenzione di andarsene"

"E mia madre dov'è?"

"Fuori, è andata a fare la spesa, non so tra quanto tornerà, per questo ti dico di correre. Potrebbe tornare a momenti!" Spiega Matt.

Spalanco di poco la bocca, devo trovare una soluzione ed anche in modo veloce, se mia madre tornasse prima di me sarebbe la fine.

"Arrivo" Dico prima di riattaccare.

"Cosa è successo?" Domanda Cam all'istante.

"Niente, devo tornare subito a casa" Mi scanso da lui tentando di superarlo.

"Allison, cosa è successo?" Ripete scandendo meglio le parole.

"Richard, mio padre, è a casa. Vuole parlare con mia madre e se non mi muovo rischierò di arrivare tardi"

Cameron aggrotta la fronte allotanandosi di poco da me.

"Adesso devo andare"

"Ti accompagno" Propone.

"No Cameron, ti ringrazio. Ma devo proprio scappare" Mi avvio velocemente verso l'uscita.

Ma prima che potessi varcare la soglia dell'aula Cameron si avvicina a me.

"Non farai in tempo Allison, ti porto io in macchina" Insiste.

Pensandoci bene non ha tutti i torti, se andrò a piedi rischierò di arrivare troppo tardi ed io non voglio assolutamente che mia madre trovi Richard in salotto.

"Cam non voglio che tu perda delle ore di scuola per me"

"Tanto verrei lo stesso, adesso che sei nei guai, non resterò a scuola a girarmi i pollici" Accenna un sorriso, una piccola curva formatosi sulle labbra.

Ed ecco ciò che mi permette di tranquillizzarmi, Cameron.

Nonostante tutto ciò che è successo vuole aiutarmi, vuole proteggermi, vuole che io sia al sicuro e credo non ci sia cosa più bella di sentirsi amata da qualcuno.

Annuisco mentre mi prende per mano e attraversa velocemente il corridoio scolastico, in questo momento non bado molto al fatto che mi abbia presa per mano perché sono troppo impegnata a controllare che nessun professore ci scopra. E' appena suonata la fine della ricreazione perciò gli studenti stanno tornando nelle rispettive aule, Cameron si volta sia a destra che a sinistra co sguardo serio e concentrato.

Stringe la mia mano con forza e poi si ferma di scatto facendomi finire contro la sua schiena.

"Ma ch-" 

Cameron posiziona l'indice sulle mie labbra.

"Zitta, c'è il preside" Sussurra.

Sgrano gli occhi consapevole che tutto questo mi porterà degli enormi guai, ma non posso lasciare che mia madre scopra la verità, sarebbe molto più grave.

Aspettiamo qualche secondo nascosti dietro l'angolo del corridoio, poi d'un tratto Cameron si volta nuovamente verso di me:

"Okay, andiamo" Dice afferrando nuovamente la mia mano e uscendo in cortile.

Iniziamo a correre e in meno di un minuto siamo dentro la sua Jeep.

"Quanto rischio c'è di beccare una sospensione?" Chiedo con il fiatone mentre aggancio la cintura.

Mai per caso nulla accadeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora