4. Amici e rivali

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La cena di ieri sera era deliziosa, il padre di Matthew mi ha spiegato che, per quanto riguarda la scuola, ho già tutto sistemato. Da quel che ho capito fa parte di un qualche consiglio all'interno del liceo pertanto non serve neanche che passi dal preside, sono già pronta per seguire le lezioni. Ovviamente mia madre e la sua lingua lunga hanno colto l'occasione per spiegargli che io nella vecchia scuola di New York ero una cheerleader perciò John ha chiamato il preside e mi ha fatto aggiungere nella squadra all'istante.

Oggi dopo scuola ho il primo allenamento. Grazie mamma!

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Sono ferma davanti allo specchio da più o meno cinque minuti, in realtà non sto neanche guardando il mio riflesso, sono proprio in un'altro mondo. Oggi è il mio primo giorno: nuova città, nuova scuola, nuovi compagni e nuova vita.

Mi accompagnerà Matthew, dice che il liceo non è molto lontano da casa ma che è illegale pensare di poter andare a piedi a quell'ora della mattina. Perciò ho accettato senza replicare, d'altronde è anche l'unica persona che conosco, forse è meglio stia con lui.

Questa volta concentro l'attenzione sul mio riflesso, sospiro profondamente e afferro il mio Kanken blu notte per scendere al piano di sotto.

"Tesoro hai preso lo zaino?" Domanda mia madre accorrendo verso di me.

Mi sposto di lato per farle notare lo zaino.

"Il pranzo?"

"Me l'hai messo tu ieri sera"

"I libri?"

"Sono a scuola" Sbruffo per tutte queste domande.

"Okay, sì. Ehm, tranquilla tesoro, mi raccomando! Sei una ragazza intelligente, andrà tutto bene" Mi abbraccia. "Vedrai che ti troverai benissimo"

"Mamma, tranquilla. So cavarmela" Le sorride ricambiando il suo abbraccio.

"Ti voglio bene, tesoro"

"Anche io mamma" Rispondo mentre mi sciolgo dall'abbraccio per raggiungere Matthew, ormai già davanti alla porta.

Indossa delle Vans e dei pantaloncini corti il tutto accompagnato da un felpone enorme, mi piace il suo stile un po' trasandato.

Lo seguo fino alla sua macchina e, una volta salita, allaccio la cintura senza proferire parola.
Gioco con le mia dita mentre i miei occhi percorrono la strada al di fuori del mio finestrino.

"Agitata?" Domanda Matt dopo qualche minuto di imbarazzante silenzio.

Mi volto verso di lui e lo trovo concentrato sulla guida. "Si vede così tanto?" Sospiro.

"Abbastanza" Sorride. "Ma stai tranquilla, è una semplice scuola sono sicuro che non cambierà niente dalla la tua. Proprio come i carceri, tutti uguali" Aggiunge ed io rido per ciò che ha detto.

"Frequentiamo gli stessi corsi" Commenta dal nulla. "Quindi le prime tre ore le passeremo insieme"

"Menomale, altrimenti sarei dovuta stare da sola tutto il tempo" Rispondo dando voce ai miei pensieri.

"Nah, ci sarebbero stati Nash e gli altri" Mi tranquillizza con un sorriso.

Sfrecciamo lungo la costa di Miami, palme sempre più alte costeggiano la strada, Matt svolta in una strada parallela alla principale e davanti a me un parcheggio enorme. Mi guardo intorno spaesata, davanti a me si presenta un complesso enorme, grande quasi il doppio de mio vecchio liceo. È circondato da un grosso spazio verde e, quando scendo dall'auto indossando il mio zaino, continuo a guardarmi intorno confusa. Ci sono molti studenti, ognuno di loro è impegnato a fare qualcosa di diverso.

Mai per caso nulla accadeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora