"Pensala come una legge psicologica della fisica: più hai paura di una cosa, più potere le dai."
Da Nash:Dobbiamo parlare, è urgente. Stasera alle nove davanti alla nostra panchina.
È stato questo il messaggio che mi ha dato la forza di alzarmi dal letto ed affrontare un'altra, interminabile, giornata di scuola.
Oggi sono due giorni, due giorni da quella piccola discussione avuta con Cameron, due giorni da quando nella mia testa regna il casino più totale. Sono passate esattamente quarantotto ore da quando Nash uscì, più arrabbiato che mai, da casa mia. Non mi aveva richiamata, mi stava ignorando completamente, almeno fino a questa mattina.
Il fatto che lui abbia deciso di parlarmi mi fa star meglio, io tengo a lui, molto più di quanto crede ma non sono in grado di spiegargli cosa mi sta succedendo perché non riesco a dare nessuna spiegazione neanche a me stessa.
Cosa spero? Non lo so neanche io.
Vorrei solamente smettere di sentirmi così, così confusa e impreparata davanti a queste situazioni. Sono felice insieme a Nash, con lui sto bene, ma è Cameron il problema, non so che pensare, non so come agire, non so cos'è che mi tiene così attaccata a lui. Vorrei solo farmi chiarezza e parlare con Nash è la prima cosa da fare.
Percorro il corridoio scolastico pieno di studenti felici che sia appena suonata la ricreazione, devo assolutamente trovare Page dato che sono sopravvissuta questi due giorni solamente perché ho letteralmente evitato Cameron. Se lui sedeva in ultima fila io ero in prima, se lui prendeva un caffè alle macchinette del piano terra io salivo al terzo e, quando ieri, si presentò a casa nostra per stare con Matthew io mi sono comportata da persona adulta e matura, ossia fingendomi malata e chiudendo a chiave la porta di camera e del bagno.
La verità è che dopo tutto ciò che ci siamo detti quel pomeriggio io lo vedo sotto una luce diversa, è come se qualcosa mi spingesse verso di lui ma il problema resta Nash, io tengo a lui e non voglio farlo soffrire solamente perché ho le idee confuse.
Sospiro mentre con lo sguardo continuo a cercare Page, finalmente la vedo vicino al suo armadietto, perciò mi fiondo verso di lei.
"Finalmente Page, dov'eri finita?" Domando preoccupata.
"A prendere un caffè, perché?"
Mi guardo intorno. "Ti va di finirlo nel bagno delle ragazze?"
"No, grazie. Non vorrei mischiare il buon profumo di caffè con l'eau de toilette del bagno" Finge un sorriso bevendo un sorso del suo caffè. "Che ti prende?"
"Niente" Rispondo all'istante. "Mi accompagni in biblioteca? Devo cercare un libro per, ehm, per un compito a casa" Improvviso afferrandole un polso.
"No aspetta, mi vedo con Matt adesso, ti accompagno durante l'ora della Morrison"
"No!" Esclamo sotto il suo sguardo confuso.
"Ma che ti succede Allison, stai bene?"
"Ehm, sì. Tutto alla grande" Fingo un sorriso mentre lei inclina la testa.
"D'accordo, ne parliamo dopo le lezioni. Adesso scappo, ti voglio bene" Dice abbracciandomi per poi sparire tra gli studenti.
Mi copro il volto con le mani ed alzo lo sguardo al cielo, quando lo riabbasso noto il gruppo dei ragazzi venire in questa direzione. Quando i miei occhi riconoscono Cameron che sta ridendo e scherzando con Shawn, entro nel panico. Drizzo la schiena ed inizio a guardarmi intorno cercando una soluzione, una soluzione che fortunatamente non tarda ad arrivare: davanti a me c'è una ragazza che sta sistemando i suoi libri dentro l'armadietto, farò finta di parlare con lei nascondendomi dietro l'anta del suo armadietto ed il gioco è fatto!
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Mai per caso nulla accade
Fanfiction-IN REVISIONE- Tutto ciò in cui Allison credeva viene spazzato via da una notizia inaspettata. Sua madre, Sandra, ha cresciuto da sola la figlia e da pochi anni intraprende una relazione a distanza con un uomo d'affari, anche lui separato e con un f...