Capitolo 3: in discoteca con Styles e "a letto è un'esperta".

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«Ragazzino, non ho le foto. Smetti di perseguitarmi!» dico rivolgendomi alla celebrità per poi alzarmi dal divano, ma non faccio in tempo ad allontanarmi che mi sento afferrare il polso e mi ritrovo seduta sulle sue gambe.
Resto incantata di fronte ai suoi occhi verdi, ma quando lascio scivolare lo sguardo sulle sue labbra e vedo il suo sorriso strafottente sento montare il nervoso dentro di me.

«Ma come ti permetti? Lasciami andare!» inizio ad urlare cercando di alzarmi. Mi gira la testa e mi sento al quanto stordita a causa dell'alcool e della musica troppo alta, ci mancavano solo le bizze di un ragazzino!

«Puoi stare ferma solo un secondo?» urla bloccandomi per i fianchi. Avvicina la sua bocca al mio orecchio provocandomi un brivido lungo la spina dorsale. «Non sono le foto ciò che voglio».

Mi alzo di scatto dalle sue gambe facendo finta che la sua voce rauca sussurrata al mio orecchio non abbia provocato capriole e salti mortali al mio stomaco. Non starò al suo gioco.
«Senti ragazzino, primo: stammi a un palazzo di distanza!» inizio ad urlare. «Secondo: dimmi il motivo per cui mi hai chiamata, così poi potrò andarmene da questo fottuto posto!»

«La vuoi smettere di chiamarmi ragazzino? Sei solo un anno più grande di me!» dice alzandosi e avvicinandosi di nuovo a me.

«E tu che ne sai?» chiedo sorpresa.

«Mi sono informato» ammette con un'alzata di spalle per poi posare le mani sui miei fianchi. Di nuovo! Ma chi si crede di essere per potersi prendere queste libertà?

«Un palazzo di distanza, Styles!» gli ricordo allontanandolo con una leggera spinta. «Cosa vuoi da me?»

«Siediti sul divano con me senza sbraitare, voglio solo passare del tempo con te».

«Passare del tempo con me? Ma chi ti conosce!?»

«Appunto: conosciamoci!» dice allargando le braccia come se avesse appena detto una cosa ovvia. «Non può essere un caso che ti abbia trovata qui, dopo essermi imbattuto in te solo qualche giorno fa. Non vorrai mica ribellarti al destino?»
Pff, il destino. Ruoto gli occhi al cielo.
Non sopporto l'idea di stare a discutere con una persona che neanche conosco, vorrei solo tornare a casa e poter dormire beatamente nel mio comodissimo letto. Sbuffo e mi siedo sul divano del privè con le braccia incrociate sotto il seno.

«Allora, mh... bevi qualcosa, Elizabeth?» chiede dopo essersi seduto al mio fianco.

«No» rispondo tenendo gli occhi fissi su Hagrid di fronte a noi. Questa situazione mi puzza e non poco.

«Sei sempre così scontrosa con tutti?» Gli lancio un'occhiata con la coda dell'occhio, mentre scivola sul divano per avvicinarsi ulteriormente a me.

«Solo con le persone che non tollero».

«Neanche mi conosci!» sbuffa.

«Credo di aver già visto abbastanza, sai?» dico voltandomi per guardandolo negli occhi.

Il ragazzo rimane a fissarmi per pochi attimi, non riesco a captare i suoi pensieri. Sembra deluso, arrabbiato, tutto il contrario di quello che mi ha dimostrato con i suoi atteggiamenti fino a un attimo fa. È un bravo attore, dopotutto.
«Beh, non puoi basarti solo su quello».

«Certo che posso!»
Il bel cantante e attore sbuffa di nuovo, per poi lasciarsi andare con la schiena alla spalliera del divano, portandomi con sé. A mia volta, prendo la sua mano da sopra la mia spalla e la rimetto dove deve stare.
«Non-devi-toccarmi. Ti è chiaro?»

«Oh andiamo!» si volta di nuovo verso di me e posiziona la sua mano destra sulla mia coscia scoperta dal vestito troppo corto. Deglutisco. «Non vorrai mica farmi credere che fuori da qui hai un fidanzato che ti aspetta?» Le sue labbra sfiorano il mio orecchio e la sua mano sale sempre più su fino al bordo del mio vestito nero, il respiro mi si blocca. «Nessun uomo riuscirebbe a sopportare una come te» conclude.

Due mondi troppo distanti. || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora