Capitolo 48: mancanze.

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È passato un mese da quando Harry è partito e ancora non abbiamo avuto l'occasione di vederci, se non tramite qualche videochiamata.

Io stessa non riesco a spiegare a parole quanto sia difficile stargli lontana, con il pensiero fisso che lui possa sfogare l'adrenalina post concerto passando la notte con un'altra donna. Quante altre ragazze avrà conosciuto? Sicuramente, più belle e interessanti di me...

Non ho creduto alle relazioni a distanza in passato, nè tantomeno riesco a farlo adesso. Harry si muove in continuazione da una nazione ad un'altra, di continente in continente e con il fuso orario non sempre riesco a stare al suo passo: sono passati anche dei giorni in cui non abbiamo avuto l'occasione di sentirci per telefono proprio per questo motivo.

Ed io cerco solo di resistere, di non pensare troppo, di non leggere articoli che parlano di lui. Mi godo solo le foto che i fans scattano ai suoi concerti, i suoi outfit che lo rendono ancora più bello e sexy di quel che già è, i video dove balla e si diverte interagendo con il suo pubblico, mostrando tutta la sua spontaneità. Non sono riuscita a trattenere una risata quando l'ho visto provare a parlare italiano durante i concerti di Milano e Bologna. Poi, mi sono chiesta se lì, in quel momento e in quei luoghi, lui mi stesse pensando.

Una sola volta è capitato di essermi ritrovata nel letto a piangere per la sua mancanza, mentre nelle cuffie rimbombava la sua voce in qualche sua canzone. Mi sono promessa di non farlo più. Non sopporto sentirmi così fragile per la mancanza di un ragazzo, non di nuovo. Non posso continuare a comportarmi come un'adolescente, devo tenere ben a mente il motivo che mi ha spinta a trasferirmi a New York; dopo tutti i miei sacrifici e quelli dei miei genitori, non posso far passare in secondo piano il mio lavoro. La strada per diventare una giornalista a tutti gli effetti è ancora lunga e niente deve distrarmi dalla mia carriera.

Stasera, mi sono lasciata convincere da Christopher e Vanessa ad uscire un po' e distogliere la mente dal lavoro e da Harry.
Amo passare le serate con gli amici, ma preferisco di gran lunga stare davanti alla tv mangiando una pizza o dei popcorn, invece di andare in uno di quei locali super cool per "divertirsi", liberare la mente, ma anche con la consapevolezza di poter trovare pane per i nostri denti. Sappiamo benissimo quali sono le discoteche dove trovare qualche scoop, qualche foto da scattare per poi mostrare a Rodger.
Per questa ragione, ogni volta sono costretti a trascinarmi fuori di casa con la forza non avendo la minima intenzione di rimanere con me chiusi in casa.

La verità è che gli unici momenti passati a non pensare al mio lavoro sono quelli con la mia famiglia e con Harry.

Non appena riusciamo ad entrare dopo circa un'ora di fila, mi autoparcheggio su uno sgabello del bar. Guardo Vanessa e Christopher ballare, mentre io sorseggio una Vodka Lemon e aspetto la sua chiamata.
Quando mi rendo conto di star aspettando da troppo tempo, mi lascio trascinare in pista e combatto la noia, ma non il pensiero che resta fisso su di lui.

Sento il cellulare vibrare e non ho bisogno di guardarlo per sapere chi è. D'altronde, chi altro potrebbe chiamarmi a quest'ora della notte? Dico ai ragazzi che esco un attimo fuori, mentre sfilo il cellulare dalla tasca e lo premo contro il petto, dove il cuore minaccia di voler uscire.

Dopo qualche spallata, piedi pestati a qualcuno e tacchi affilati come coltelli che li hanno calpestati a me, mi avvicino all'uscita. Rispondo prima di arrivare fuori, con la paura che la chiamata possa terminare, anche se lui una volta mi ha detto che aspetta fino all'ultimo bip. Solo dopo si arrende lasciandomi la buonanotte in segreteria, sapendo che dormo già.

«Harry».

«Ehi, stasera sono riuscito a trovarti sveglia! Che fai di bello?»
Finalmente fuori, appoggio la schiena al muro e Dio, quanto mi era mancata la sua voce.

Due mondi troppo distanti. || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora