Capitolo 57: un coglione.

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Harry

«Chi era?» chiedo tornando dal bagno.

«Solo un fattorino che aveva sbagliato porta».

Corrugo le sopracciglia stranito dalla sua risposta, apro la bocca per fare un'altra domanda ma lei mi precede.
«Non hai una bella cera, cos'è successo?»

«Kendall, posso sapere perché sei venuta qui? Tra meno di dieci minuti arriveranno i ragazzi e devo parlare di lavoro con loro» dico sbrigativo, ignorando la sua domanda. Non mi metterò certo a parlare con lei dei miei problemi d'amore, visto come ha reagito mesi fa quando le ho detto di avere una ragazza.

«Avevo solo voglia di vederti. È passato troppo tempo dalla nostra discussione e non ti sei fatto più sentire».

«Sei stata tu a sbagliare, quindi mi aspettavo delle scuse» rispondo con un'alzata di spalle, mentre vado in cucina a prepararmi una tazza di caffè.

«E non ti sei chiesto il motivo della mia reazione?» chiede con voce stridula, mentre mi segue.
Certo che me lo sono chiesto il perché, ma sinceramente non sono riuscito a darmi nessuna risposta. Mi sono detto che potrebbe aver reagito male perché si è sentita rifiutata; in fondo, l'ho trovata in lingerie nella mia stanza e la prima cosa che ho fatto è stata lanciarle addosso la prima coperta che ho trovato e chiederle se fosse pazza. Non era la prima volta che mi faceva una sorpresa del genere, ma era la prima volta che io ero impegnato e, sicuramente, lei non se lo aspettava. Ma se fosse stato solo questo il motivo, avrebbe potuto farmi una chiamata o mondarmi un messaggio dopo qualche giorno. Avremo chiarito e saremo tornati amici come prima. Cioè, non come prima... ma amici e basta.

«Ci sono sempre stata per te, sai che la nostra non è solo una semplice amicizia e tu te ne vieni fuori che hai una fidanzata quando mi hai sempre detto di non volerne una?»

«Mi spieghi cosa ti importa se cambio idea e, per una volta, riesco a provare dei veri sentimenti d'amore verso una ragazza?» sbotto alzando la voce. Sono già abbastanza frustrato per la discussione con Elizabeth avvenuta tre giorni fa e non ho nessuna voglia di litigare anche con Kendall.

«Mi stai dicendo che ogni notte trascorsa insieme non ha significato nulla per te?»

Aggrotto la fronte non aspettandomi una domanda del genere, ma cosa diamine sta dicendo?

«Cosa c'entra, adesso? Era solo sesso, l'abbiamo sempre saputo. Eravamo solo due amici che facevano sesso ogni tanto per sormontare lo stress del lavoro, tutto qui».
Accendo la macchinetta e attendo che si riscaldi, mentre mi volto verso la mora.

È rimasta immobile a fissarmi, a un metro di distanza da me. Quando porto lo sguardo sul suo volto, trovo gli occhi lucidi. Le iridi marroni che sembrano vacillare in due pozze d'acqua.

Cosa ho fatto adesso?

Ripenso a quello che ho appena detto e...

No.

«Kendall, tu... tu lo sapevi» inizio a farfugliare, non sapendo esattamente cosa dire. Lei abbassa lo sguardo sui suoi piedi ed io mi districo i capelli con le dita in un movimento nervoso. «Kendall, non dirmi che...»

Non riesco neanche a dirlo, come ho fatto a non accorgermene?

«Ci siamo entrambi innamorati, io di te e tu di un'altra» abbozza un finto sorriso, mentre si asciuga una lacrima. Vorrei non aver mai sentito questa frase.

«Ken...»

«Forse, è meglio se non ci vediamo per un bel po' di tempo. Non cercarmi» mi interrompe cercando di tirar fuori un tono che sembri il più risoluto possibile, per poi darmi le spalle.
Sono anni che ci conosciamo, eppure è la prima volta che la vedo piangere.

Due mondi troppo distanti. || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora