Capitolo 32: al cuore non si comanda.

6.5K 216 16
                                    

«In fondo penso sia normale, ha passato sette anni della sua vita a fare l'amore con la stessa donna».
Sono in pausa pranzo con Vanessa e abbiamo deciso di venire nel ristorante italiano vicino alla redazione, dove sono stata la prima volta con il direttore. I prezzi non sono certo clementi, ma il cibo è eccezionale.
Non ho resistito dal raccontarle della situazione che si è venuta a creare sabato sera con Sebastian e nonostante mi sia sentita uno schifo, adesso mi ritrovo a difenderlo.

«Quindi niente di niente? Ed io che speravo di scoprire se il Capo dei capi è superdotato oppure no!» sbuffa Vanessa.

«Non te lo avrei detto comunque!» rido lanciandole una mollica di pane che lei riesce a schivare. «Comunque, stasera mi porta a cena fuori...»

«E poi rimarrai di nuovo a dormire da lui?» chiede alzando ripetutamente le sopracciglia.

«Non credo, visto che sua moglie si é trasferita a casa sua».

«Già, che situazione. Attenta a quella, farà di tutto per riconquistare suo marito».

Alzo le spalle in risposta. Sinceramente, non mi preoccupa che Candice e Sebastian condividano gli stessi spazi, né tantomeno sono gelosa. Probabilmente, quella di troppo sono io e non lei.

«Come sta Claire? È qualche giorno che non la vedo a lavoro...» chiedo cambiando discorso.

«Non lo so. Non è di buon umore ultimamente, in redazione non faceva altro che lamentarsi del Capo dei capi che, secondo lei, non le fa fare abbastanza interviste».

«É una delle praticanti con più interviste assegnate, ma non se ne rende conto?» rispondo sconvolta.

«Vuoi la verità, Liz? Le brucia il culo perché frequenti il direttore! Tornerà quando le sarà passata l'invidia».

Rimango in silenzio dopo le parole di Vanessa; sapevo che sarebbe potuta succedere una cosa del genere, ma a adesso mi viene spontaneo chiedermi fino a che punto possa riporre fiducia in lei dato che rinuncia a giornate intere di lavoro solo per una stronzata del genere e non si fa sentire da nessuno.

*

Esco dalla doccia e dopo essermi asciugata i capelli, indosso il vestito che ho scelto per stasera: un tubino nero senza maniche, la parte superiore è velata, mentre dal seno in giù il tessuto sbrilluccica grazie alle paillettes. Indosso i primi tacchi a spillo neri che trovo nella scarpiera e poi mi dedico al trucco.

Lego i capelli in una coda bassa, lasciando qualche ciuffo intorno al viso. Sono praticamente pronta, manca solo il rossetto che stavo quasi per dimenticare. Torno in bagno e ne scelgo uno bordeaux con l'intenzione di risaltare le mie labbra troppo sottili che ho sempre odiato, ma quando sto per metterlo sento bussare.

Con il sorriso vado ad aprire la finestra e il ragazzo infreddolito entra velocemente nella mia stanza.

«Scusa se ti disturbo, sono solo venuto a salutarti. Tra un'ora parto».
La sera in cui ci siamo cimentati nella danza, Harry mi aveva accennato che sarebbe tornato a Londra per festeggiare il compleanno con la sua famiglia, ma tornerà presto a New York dato che deve esibirsi ad alcuni eventi importanti e continuare a lavorare al suo secondo disco.

«Figurati, sono contenta che ti sei ricordato di venire a salutarmi».

«Come potrei dimenticarmi di te, dopo che sei riuscita a farmi ballare tre canzoni di fila?» scherza.

Rido abbassando lo sguardo, sperando che Harry non si accorga delle mie guance diventate rosse come un peperone senza un apparente motivo sensato. Non dovrebbe essere lui a farmi provare queste sensazioni. A farmi sentire bene solo grazie alla sua presenza, a farmi arrossire come se fossi una ragazzina del liceo.

Due mondi troppo distanti. || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora