Capitolo 15: spaghetti alla pomarola.

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La sveglia sul comodino segna le dieci e trenta di mattina quando apro gli occhi dopo una nottata insonne a causa del jet lag trascorsa a pensare alla reazione di mia sorella non appena ci siamo riviste dopo mesi.

Mi volto verso il suo letto rimasto intatto alla ricerca di un paio di scarpe, un maglia lasciata in giro o qualsiasi altra cosa che mi faccia capire che lei sia tornata a casa, ma non noto nulla di diverso rispetto a ieri sera.
Mi alzo sbuffando, scelgo i panni e vado in bagno a lavarmi. Indosso un paio di jeans neri, una blusa bianca ed un cardigan dello stesso colore dei pantaloni, poi mi lego i capelli in una crocchia bassa, senza minimamente pensare di truccarmi.

Una volta tornata in camera, tolgo il cellulare dalla carica e controllo le notifiche, il mio cuore salta un battito quando trovo un messaggio da parte di Harry.

Da: ragazzino, 09:57 am.
"Buona Vigilia di Natale, ragazzina.
Già scartati i regali?
xxx, H."

Non posso fare a meno di sorridere nel sapere che mi abbia pensato almeno un po', così non tardo a digitare la risposta.

A: ragazzino, 10:49 am
"Li scarterò stasera, e tu?

Perché quando ci allontaniamo da ciò che ci sta a cuore, al nostro ritorno le cose non sono come le abbiamo lasciate?

Buona Vigilia anche a te, xxx."

Mi siedo sul letto sperando che la sua risposta arrivi il prima possibile, mentre provo ad immaginare un secondo appuntamento.

Da: ragazzino, 10:50 am.

"Anche io li scarterò stasera.

Sarebbe troppo bello, Elizabeth. Spero che questi cambiamenti non comportino nulla di grave.

xxx, H."

A: ragazzino, 10:50 am

"Lo spero anche io.
xxx"

Scendo le scale e, appena raggiungo l'ingresso, il portone mi viene praticamente sbattuto in faccia.

«Dov'é andata adesso?» chiedo a mia madre entrando in cucina.

«Buongiorno Elizabeth, buona Vigilia di Natale! Vuoi fare colazione?»

Alzo gli occhi al cielo, sapendo che non mi darà nessuna risposta.
Il problema è che qui nessuno vuole darmi risposte.

Io e mia sorella abbiamo sempre avuto un bellissimo rapporto, non riuscivamo a stare separate per più di una settimana che subito sentivamo la mancanza l'una dell'altra.
Lei è la sorella che desideravo avere quando ero piccola e non riuscivo a dormire da sola nella mia cameretta.
È la persona che mi conosce più di chiunque altro, anche più dei nostri genitori. Con lei potevo fare la stupida, cantare e ballare senza vergognarmi; potevo raccontarle tutto senza la paura di essere giudicata e lo stesso valeva per lei con me.
Cos'è cambiato adesso? Perché continua ad evitarmi?

In tutti questi mesi a New York ci siamo sentite tramite messaggi e, anche se ho sempre trovato strano che non ci sia mai stata occasione di parlare per telefono, il pensiero che lei potesse avercela con me non mi è mai passato per la mente, dato che mi spiegava che aveva poco tempo a causa dello studio.

Beh, se nessuno vuole darmi delle risposte, vorrà dire che me le andrò a cercare da sola.

«Mmh no, mi sono ricordata che devo andare in un negozio» rispondo a mia madre.

Due mondi troppo distanti. || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora